Mentre a grandi passi si avvicina la “tappa” del Solstizio d’Inverno, qui, per i lettori di Maison Ragosta, una nuova Riflessione, la Terza per l’appunto, sull’Intelligenza Artificiale. Anche questa volta ragioneremo per “sottrazione”, ovvero cercando di comprendere cosa non sia l’Intelligenza Artificiale, avendo come riferimento le caratteristiche intellettive del suo creatore: l’Uomo.
Forse, per molti dei Nostri lettori non sarà motivo di stupore se la Terza Riflessione sull’IA prenderà le mosse dalle Sacre Scritture, ed in particolare dall’Antico Testamento, facendo specifico riferimento alla Torah. Proprio nel Pentateuco, infatti, viene espressa molto bene una delle peculiarità fondamentali dell’Uomo, quella che emerge su tutte le altre nonché lo qualifica come diverso da ogni altra specie vivente. Non è un caso, infatti, che costituisca anche il suo primo peccato, forse tra i più importanti e fondanti per lo sviluppo e le dinamiche della fede Ebraico-Cristiana. Di certo, una mancanza che viene dopo quella che gli Ebrei definiscono il Grande Peccato, ovvero il volersi sostituire a Dio.
Ad ogni modo, il primo peccato dell’Uomo “in ordine cronologico” è quello legato al suo essere che naturalmente e senza sforzo insegue la Curiosità! È il Peccato Originale, che per i Cattolici viene “lavato” col Battesimo.
Di primo acchito va evidenziato che la Curiosità nell’Uomo è qualcosa di connaturato al suo essere, di strutturale, e questo sia avendo come riferimento l’ipotesi creazionistica, sia considerando quella evoluzionistica. Caratteristica, facilmente comprensibile e deducibile, che non è strettamente connessa con i bisogni dell’adattamento né con le strategie rielaborative della Realtà, sempre in relazione alle necessità dell’adattamento e della sopravvivenza. Proprio per questo, il desiderio di scoprire, capire e comprendere, è una peculiarità discriminante, che lo distingue nettamente dalla Macchina Intelligente, anche nel caso questa proceda nell’ottica dell’autoapprendimento.
Nessuna attrezzatura robotica dotata di IA, infatti, gode di questa connotazione, ovvero la spinta naturale, spontanea e autonoma alla scoperta della Realtà. Come si sa, l’IA risolve problemi posti dall’Uomo in ordine a questioni matematiche, economiche, artistiche e via dicendo o reagisce a specifici input, derivanti dalle condizioni ambientali, come ad un evoluto antifurto. Sicché, facilmente se ne può dedurre che presupposti e strutture nell’Uomo e nella Macchina dotata di IA, sono completamente differenti. Ma c’è di più!!!
L’essere mosso a prescindere dalla Curiosità, porta a definire un’altra e fondamentale specificità intrinseca all’Uomo e che non si riscontra nelle Macchine Intelligenti. In poche parole, nell’Uomo il desiderio di scoprire, capire e comprendere è, in termini di grandezza, pari alla sua Ignoranza, cioè tale da poter essere qualificato come infinito, senza limiti e confini, proprio e parallelamente come lo sono gli abissi di ciò che egli non conosce. Da qui è facile arguire che l’Uomo vive in una tensione costante tra l’infinito desiderio di Conoscenza e il suo esatto contrario, l’ignoranza, appunto, anch’essa smisurata come l’Universo. Situazione e struttura fondativa non presenti nelle Macchine dotate di IA.
E così, nell’Uomo il desiderio di Conoscenza, assistito da più che adeguate potenzialità intellettive e non solo, muove guerra all’Ignoranza: una guerra infinita, nella quale ogni battaglia vinta produce Conoscenza Reale …e Scienza! Infatti, proprio nel mezzo di questo processo bellico può e deve essere collocata la creazione e la progressione dell’IA. Strumento che, sebbene non unico, è stato prodotto dall’Uomo per proseguire …continuare nelle “Sue Conquiste”, che di certo nel medio periodo supereranno anche l’IA e tutte le sue applicazioni.
In tale quadro, a questo punto, va da sé che è l’Uomo crea l’IA e non viceversa, non avendo quest’ultima “…alcun Desiderio di Conoscenza, nessuna Guerra in corso…!” Percorrendo così questo sentiero speculativo, l’IA con tutte le sue applicazioni danno, in ultima istanza, un’idea, sebbene lontana e sbiadita, di cosa sia realmente l’Uomo!
Del pari va evidenziato che la creazione e lo sviluppo dell’IA con tutte le sue declinazioni, anche robotiche, si presenta un necessario preambolo per l’avanzamento della Conoscenza Reale in molte direzioni e dimensioni, un passaggio per l’Umanità che potrebbe azzardarsi indispensabile, imprescindibile. Sicché, in tale prospettiva, oggi, come domani, ma non siamo sicuri per il dopodomani, le sorti dell’Uomo appaiono legate a filo doppio con quelle dell’IA, in un passaggio di sicuro tanto entusiasmante quanto rivoluzionario, sebbene egli sia sempre e in ogni caso …oltre!
Mauro Ragosta