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giovedì 2 aprile 2020

La Grande Crisi del 2020 (parte quinta): La Sanità e le sue turbolenza – di Mauro Ragosta


            Siamo al centro della Grande Crisi generata dal Coronavirus? Secondo le fonti ufficiali il contagio è molto vicino al picco massimo, la derivata prima è quasi zero, dunque. In tale direzione, è lecito affermare che l’intero sistema Italia dovrebbe transitare nel momento di massima tensione. Ed in effetti, così appare, e forse, è. Molti sono i segnali derivanti dalle frizioni che si stanno generando nei punti di sutura dello stesso sistema. Evidenti appaiono, infatti, i nervosismi della grande orchestra politica italiana, che non riesce a trovare un’accordatura comune. Ovviamente, è solo il piano più evidente di questo momento apicale della Grande Crisi, non mancando in effetti altri fronti che pure non si muovono in armonia e coerenza.
            Ed in particolare, le contraddizioni nella conduzione della cosa pubblica vanno palesandosi in maniera fin troppo incongruente, creando ulteriori disorientamenti, questa volta però, nelle fasce medie della popolazione, tra quelle più colte, fatte da professionisti, alti dirigenti dello Stato e imprenditori di medio calibro.
            Emblematico è il caso della Sanità, nella quale, all’attento osservatore, le forze che la animano tendono a farla muovere in più direzioni e senza coordinate univoche e precise. Anche in questo frangente d’emergenza, la politica italiana, infatti, a livello strategico, mostra l’assenza di una visione d’insieme e condivisa.
            Ed ecco che, in Lombardia, grazie al sostegno di capitali privati e con l’imprimatur della Ragione, in meno di una settimana si apra l’Ospedale della Fiera, mentre a Bergamo se ne apre un altro in sei giorni con il contributo decisivo degli Alpini. Al Centro e al Sud, invece le cose vanno nel senso opposto. Nel Lazio, Zingaretti concede alle ONG, l’Ospedale Forlanini, dotato di 800 posti letto, mentre Emiliano, in Puglia, chiude il reparto di maternità dell’Ospedale di San Severo, per concentrare questo servizio fuori regione e a 100 km. da San Severo stesso, creando forti disagi ad una popolazione di più di 200.000 unità. E così, mentre la Sinistra va da una parte, la Destra va dall’altra, ma al fianco dell’Italia e del popolo italiano, attenzione!
            E così, se le spaccature a livello politico sono abbastanza evidenti ad una popolazione colta, a quella meno abietta oramai è evidente che la classe medica, non si sa sotto quale direttiva, sta usando due pesi e due misure nell’erogazione dei servizi ad essa assegnati. Così, per il cittadino comune è quasi impossibile prendere i contatti col medico di base o con uno specialista, anche per casi urgenti: telefoni che non rispondono, studi chiusi, anche in settori delicati.
            Sicuramente il contributo dei medici impegnati sul fronte del coronavirus è veramente encomiabile, quasi eroico, ma appare qualcosa di sganciato dall’intero contesto, che soffre anche di altre patologie importanti, di cui non si tiene più conto, se non in maniera marginale.
            Da quanto sin qui posto, sebbene in maniera essenziale e succinta, si deve procedere ad una profonda riflessione, perché è vero che le posizioni di fede, politica in questo caso, vanno rispettate, ma queste mai devono andare oltre la ragione e soprattutto contro la ragionevolezza. E’ chiaro che siamo all’interno di un guado e che bisogna andare oltre, forse anche rischiando, ma mai seguendo i cattivi consigli dell’irrazionalità e dell’egotismo, e mai il nostro cuore, che presiede ogni azione, deve albergare fuori da noi stessi.

Mauro Ragosta