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lunedì 26 febbraio 2024

Punti, Appunti e …Puntini (parte sesta): lo Spazio, la contaminazione, l’incertezza …il vizio! – di Mauro Ragosta

 

            Dopo aver aperto alcuni orizzonti con la Nostra rubrica, Punti, appunti e …puntini, che alcuni dei lettori di Maison Ragosta hanno particolarmente apprezzato, doveroso ci appare apporre su di essi, su queste linee dilatate e lontane, una serie di “vasi” in cui poi “seminare delle piante da fiore, magari delle margherite, ma vanno bene anche delle rose!”

            Certamente, la lentezza e il ritardo con cui ultimamente si muove la Nostra rivista, non deve indurre a pensare ad una stanchezza dell’azione intellettuale e comunicativa, e da qui ad uno scoramento, quanto piuttosto bisognerebbe intravedere in ciò qualcosa di voluto ed estremamente evoluto, d’avanguardia, …qualcosa che permeerà le élite nei tempi a venire. Essere dei ritardatari, anzi “ritardati” nei tempi di risposta, nasconde, al contrario di quanto si possa pensare, addirittura un incedere molto ricercato, perché completamente fuori dai processi relazionali convenzionali, omologati dagli agenti e dalle agenzie culturali per le masse…

            Premessa stravagante per il “pezzo” che qui sta per proporsi, ma solo apparentemente!

            Già in alcuni degli appuntamenti di questa Nostra rubrica si sono affrontate alcune delle problematiche attinenti al Tempo, soffermandoci solo nelle ipotesi classiche e umanistiche. Si è molto dissertato, dunque, sul Tempo, quale prospettiva del Chronos, ovvero facendo riferimento alla dimensione logico-matematica, del Kairos, ovvero del “tempo delle cose”, e dell’Aion, quel Tempo che contraddistingue l’Eternità, da non confondere con l’immortalità.

All’interno del nostro disquisire, volutamente si sono escluse quelle dimensioni del Tempo derivanti dalla moderna Quantistica nonché dalla Geometria Non Euclidea, che dipendono in generale dall’ambiente che si prende in considerazione. È facile prendere atto che, tutti conoscono il Tempo nella prospettiva del Chronos, un po’ meno sono quelli che conoscono quello nella concezione del Kairos, molti di meno quelli che comprendono il Mondo dell’Aion. Al di là di tutto ciò, solo un esiguo gruppo di scienziati e ricercatori conoscono le diverse concezioni del Tempi in dimensioni spaziali, fuori dall’atmosfera o in particolari campi energetici. In tale direzione, va solo detto che, sebbene pochi lo sappiano, il nostro cellulare funziona con due tipi e concezioni di Tempo.

            E veniamo, invece, al concetto di Spazio, col quale cominceremo ad intrattenerci sul focus di questo “pezzo”. È un concetto che fino a cento anni fa era completamente diverso rispetto ad oggi, dove va assumendo progressivamente una valenza sempre minore.

Ancora nei primi anni del secolo scorso era impensabile che l’Uomo avrebbe prodotto degli attrezzi volanti che potevano fare il giro del Mondo -facendo riferimento all’equatore- in poco più di un’ora. Una circostanza che facilmente porta a dedurre che in caso di guerra mondiale nucleare, il tempo necessario a che essa si consumi, probabilmente non si protrarrebbe per più di due o tre ore, e chi dovesse trovarsi a gestirla avrebbe uno scenario non più grande di una scacchiera di 35 cm. A ciò basti pensare che le grandi potenze sono dotate di missili che se lanciati da Mosca e diretti a Roma non impiegherebbero più di 6-7 minuti per giungere a destinazione o anche se lanciati da New York e diretti su Mosca consumerebbero la loro corsa in non più di 13-15 minuti: il tempo di una mossa su una scacchiera!!!

            E veniamo alla concezione dello Spazio sul piano individuale-relazionale. Qui basti pensare a come viveva l’Uomo tra fine Ottocento e i primi del Novecento, dove lo Spazio era una variabile decisiva per la quantità di relazioni-scambio che poteva intraprendere. Proprio questa dimensione rendeva tutto molto lento e limitava enormemente le capacità relazionali dell’individuo, sia nella sua prospettiva privata sia in quella pubblica. Tutto all’opposto di quanto accade oggi, dove nella dimensione privata, lo Spazio ha una rilevanza enormemente inferiore rispetto al passato, in virtù dell’uso di PC e di Smartphone, e nella dimensione pubblica, l’individuo gode di tutte le emittenti radiofoniche, televisive, social e giornalistiche del Globo terrestre, nonché di una buona parte del sapere accumulato negli ultimi 2000 anni, e tutto ciò attraverso un clic!

            È facile comprendere che la “riduzione” dello Spazio porta naturalmente ad intensificare e aumentare enormemente il numero di relazioni-scambio dell’individuo medio. La questione appare di primo acchito esaltante, seducente, tuttavia ha risvolti tragici, poiché l’atto di scambio ha bisogno di elaborazione psichica e intellettuale perché possa prodursi in qualcosa di concreto. E qui sta proprio il nodo della questione, ovvero quello che l’individuo moderno intraprende quotidianamente una quantità di scambi vieppiù crescente nel Tempo, per i quali non vi è possibilità concreta di elaborazione. In altre parole, il nostro è un individuo riempito di informazioni ed input di vario genere, per i quali egli non ha tempo per elaborarli, “digerirli”, trasformarli in cultura, conoscenza, in risposte. Tutto questo porta ad un intasamento della mente e di qui il passo è breve per entrare nella dimensione della confusione, fino alla sostanziale paralisi intellettiva e intellettuale.

            È facile riscontrare che il nostro Uomo medio oggi è zeppo di informazioni di tutte le specie e generi, che tuttavia non riesce ad utilizzare positivamente a tramutare in esperienza, muovendosi così in una società che in definitiva non conosce né può conoscere, se non attraverso una prospettiva filtrata dalla confusione. Ed ecco che entra in gioco il Vizio…

            Gran parte di noi è informata sui vizi capitali. All’attento osservatore tuttavia il minimo comunicatore di tali vizi, ma di qualsiasi tipo di vizio è l’assenza in questi di un perché e di un motivo reale, se non in una prospettiva convenzionale, narrata altrove. L’azione viziata è quella fine a se stessa, spesso ripetitiva sino alla compulsività, che Marx definirebbe azione alienata, scollegata col reale, meccanica e non biologica…

            Va da sé che questo percorso qui proposto può essere arricchito enormemente, ma noi lasciamo che il nostro lettore, se ne ha voglia, si impegni in riflessioni partendo da quanto sin qui tracciato, illuminato, magari ampliando l’area di chiarore. Una riflessione che ovviamente dipenderà dall’osservatorio che caratterizza ciascuno.

Al riguardo, ci piace sottolineare che la migliore visione che si possa avere del nostro scenario, di quello di cui siamo protagonisti e stiamo vivendo dipende dal “posto” in cui ci si trova. Prendendo a modello di lettura una classe delle Medie Superiori con 25 alunni, sicuramente chi avrà la visione più soddisfacente perché la più ampia saranno, sicuramente il Professore, e dall’altra, paradossalmente il più “asino” di tutti gli studenti, che solitamente siede all’ultimo banco…Solo questi due personaggi o ruoli possono avere o hanno la più ampia visione complessiva…

 

Mauro Ragosta

domenica 7 gennaio 2024

Punti, appunti e …puntini (parte quinta): ...ancora sul Nuovo Medio Evo – di Mauro Ragosta

 

            Oltre due anni fa, ovvero il 4 novembre 2021, veniva pubblicato su questa rivista un breve articolo di fondo, che puntava a mettere in evidenza alcune caratteristiche del nostro Tempo, tali da poterlo considerare come porta d’ingresso ad un Nuovo Medio Evo. Nello specifico, nella parte seconda di questa nostra rubrica (Punti, appunti e …puntini) attraverso una tecnica narrativa “a macchia di leopardo” si sono fornite una lunga serie di informazioni, che, una volta collegate, mettono in evidenza il crollo di tutte le strutture sociali del Mondo Occidentale a partire dalla famiglia, per giungere all’istruzione, ai rapporti di genere, alla scienza, alla medicina, allo Stato, alle religioni con particolare riferimento a quelle giudaico-cristiane.

            E così, se il Mondo Classico s’è costruito, edificato e sviluppato sui valori della forza, della guerra e della predazione, il Mondo Occidentale ha ricostruito il Mondo Classico, addizionando a tali valori il lavoro, che in precedenza era considerato un disvalore. E proprio le logiche del lavoro hanno dato un impulso mai visto in precedenza nello sviluppo dei processi logico-matematici a tal punto da portare al superamento non solo del fattore lavoro, ma anche di quello connesso alle attività predatorie e belliche, attraverso l’Intelligenza Artificiale, la robotica, l’ingegneria genetica ...e per finire allo sviluppo di una matematica e di una fisica probabilistica, ovvero la meccanica quantistica….

            E proprio con la meccanica quantistica tutte le strutture dello scibile umano da rigide si stanno trasformando in molli, liquide, direbbe il nostro caro Bauman…. Ed in effetti, proprio con la meccanica quantistica prende avvio il declino della Nostra Civiltà. Un inizio che potrebbe essere fissato con le scoperte e le teorie di due scienziati, Albert Einstain e Karl Popper, che hanno aperto la strada al relativismo e da qui ai principi di indeterminazione, che tradotti in linguaggio pratico, hanno dato il via al “E’ possibile tutto e il contrario di tutto!”

            E se molti degli elementi di questa grande trasformazione, dal punto di vista strutturale e sociale, che ci ha posti alle soglie di un Nuovo Medio Evo, sono stati messi già in evidenza nella parte seconda di questa Rubrica, qui si proporranno alcuni spunti di riflessione sugli effetti che hanno inciso e incidono sugli aspetti di alcune microdinamiche, che coinvolgono correntemente noi tutti.

            Il relativismo, infatti, non solo si pone alla base dei processi democratici, mettendo al bando qualsiasi principio che viene ritenuto indiscutibile, ma ha modificato nel profondo le relazioni umane stricto sensu, attraverso la distruzione del linguaggio verbale. Se fino a pochi decenni fa le relazioni correnti si basavano su due variabili fondamentali, oggi la variabile legata al linguaggio è nella più completa crisi.

            E così, se un tempo le comunicazioni tra individui avvenivano prevalentemente su due canali, ovvero quello dei beni materiali (concepiti sia nella prospettiva strumentale sia in quella del feticcio) e quello del linguaggio verbale (attraverso l’uso della parola, in direzione della lingua nazionale o di una internazionale), oggi tutto questo è entrato in crisi.

            E ciò perché il linguaggio “ordinario” ha perso di senso, o meglio ha una natura relativa e indeterminata. Non si sa più cosa si intenda con i termini Arte, Amore, Libertà, Amicizia, Democrazia, Violenza, Fratellanza, Tempo, Verità, Politica, Cultura, Bello, Brutto, Brutto e Cattivo, Maschio, Femmina, Famiglia.

In tutto questo, anche le discipline storiche sono sottoposte ad un poderoso processo di distruzione, come anche la visione e lo stesso concetto di Dio. In tale direzione, molti gli studiosi italiani impegnati su tale fronte. Tra questi vale la pena solo citare lo storiografo torinese Alessandro Barbero e il biblista Mauro Biglino, soprattutto per la loro grande attività divulgativa, con riferimento agli ultimi anni.  

            E tutto ciò al tal punto che, all’interno di questo quadro, anche la diade Verità-Menzogna si è dissolta, come ovvio, in quanto l’individuo medio si muove in un contesto (in un’acqua) dove viene bombardato di informazioni che a “stretto giro di posta” vengono smentite e riformulate in maniera diversa, spesso del tutto contraria.

            A questo venir meno del linguaggio la reazione pare essere stata quella di ricorrere a formule comunicative allo stesso tempo sintetiche ed estremamente flessibili, quali appunto i simboli e gli emoticon…

            Insomma, una dinamica babelica nella quale le relazioni lasciate al solo linguaggio dettato dai beni materiali, e quindi unicamente dettate dai processi consumistici, si risolvono in qualcosa che apre le porte all’angoscia, ovvero quello stato d’animo tipico che si registra in presenza di circostanze fortemente indeterminate. Una sorta di buio, che infonde ansia e da qui, il passo è breve per far tradurre il tutto in paura e aggressività. Non è un caso che l’Uomo, cittadino medio, presenta alti i valori dello stress e dell’aggressività e vive per lo più in maniera isolata e/o solitaria, sebbene vada in discoteca o al teatro, oppure ancora allo stadio: solo tra soli!

            In definitiva, questo venir meno “dell’Impero” si deve alla distruzione sistematica di tutti i Totem sui quali era stato costruito ed edificato, ma…

Sulle macerie dell’Impero Romano, che può essere fissato nel 476 d.c., tra il 529 e il 534 d.c., a Montecassino, viene gettato il primo seme dell’attuale e agonizzante società Occidentale, che si tradusse nel Monachesimo, quale motore che riattivò quella parte di Mondo che ruotava attorno al Mediterraneo e che nell’arco di 1500 anni ha caratterizzato tutta l’umanità.

            In sintesi, appare più che certo che, anche oggi si dovrà cominciare a pensare ad una ripartenza, se non proprio intercettare quei semi gettati, dai quali germoglierà il Nuovo. Queste le premesse per disquisire nel prosieguo, in questa Rubrica, del Nuovo… Monachesimo!

 

Mauro Ragosta