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domenica 7 gennaio 2024

Punti, appunti e …puntini (parte quinta): ...ancora sul Nuovo Medio Evo – di Mauro Ragosta

 

            Oltre due anni fa, ovvero il 4 novembre 2021, veniva pubblicato su questa rivista un breve articolo di fondo, che puntava a mettere in evidenza alcune caratteristiche del nostro Tempo, tali da poterlo considerare come porta d’ingresso ad un Nuovo Medio Evo. Nello specifico, nella parte seconda di questa nostra rubrica (Punti, appunti e …puntini) attraverso una tecnica narrativa “a macchia di leopardo” si sono fornite una lunga serie di informazioni, che, una volta collegate, mettono in evidenza il crollo di tutte le strutture sociali del Mondo Occidentale a partire dalla famiglia, per giungere all’istruzione, ai rapporti di genere, alla scienza, alla medicina, allo Stato, alle religioni con particolare riferimento a quelle giudaico-cristiane.

            E così, se il Mondo Classico s’è costruito, edificato e sviluppato sui valori della forza, della guerra e della predazione, il Mondo Occidentale ha ricostruito il Mondo Classico, addizionando a tali valori il lavoro, che in precedenza era considerato un disvalore. E proprio le logiche del lavoro hanno dato un impulso mai visto in precedenza nello sviluppo dei processi logico-matematici a tal punto da portare al superamento non solo del fattore lavoro, ma anche di quello connesso alle attività predatorie e belliche, attraverso l’Intelligenza Artificiale, la robotica, l’ingegneria genetica ...e per finire allo sviluppo di una matematica e di una fisica probabilistica, ovvero la meccanica quantistica….

            E proprio con la meccanica quantistica tutte le strutture dello scibile umano da rigide si stanno trasformando in molli, liquide, direbbe il nostro caro Bauman…. Ed in effetti, proprio con la meccanica quantistica prende avvio il declino della Nostra Civiltà. Un inizio che potrebbe essere fissato con le scoperte e le teorie di due scienziati, Albert Einstain e Karl Popper, che hanno aperto la strada al relativismo e da qui ai principi di indeterminazione, che tradotti in linguaggio pratico, hanno dato il via al “E’ possibile tutto e il contrario di tutto!”

            E se molti degli elementi di questa grande trasformazione, dal punto di vista strutturale e sociale, che ci ha posti alle soglie di un Nuovo Medio Evo, sono stati messi già in evidenza nella parte seconda di questa Rubrica, qui si proporranno alcuni spunti di riflessione sugli effetti che hanno inciso e incidono sugli aspetti di alcune microdinamiche, che coinvolgono correntemente noi tutti.

            Il relativismo, infatti, non solo si pone alla base dei processi democratici, mettendo al bando qualsiasi principio che viene ritenuto indiscutibile, ma ha modificato nel profondo le relazioni umane stricto sensu, attraverso la distruzione del linguaggio verbale. Se fino a pochi decenni fa le relazioni correnti si basavano su due variabili fondamentali, oggi la variabile legata al linguaggio è nella più completa crisi.

            E così, se un tempo le comunicazioni tra individui avvenivano prevalentemente su due canali, ovvero quello dei beni materiali (concepiti sia nella prospettiva strumentale sia in quella del feticcio) e quello del linguaggio verbale (attraverso l’uso della parola, in direzione della lingua nazionale o di una internazionale), oggi tutto questo è entrato in crisi.

            E ciò perché il linguaggio “ordinario” ha perso di senso, o meglio ha una natura relativa e indeterminata. Non si sa più cosa si intenda con i termini Arte, Amore, Libertà, Amicizia, Democrazia, Violenza, Fratellanza, Tempo, Verità, Politica, Cultura, Bello, Brutto, Brutto e Cattivo, Maschio, Femmina, Famiglia.

In tutto questo, anche le discipline storiche sono sottoposte ad un poderoso processo di distruzione, come anche la visione e lo stesso concetto di Dio. In tale direzione, molti gli studiosi italiani impegnati su tale fronte. Tra questi vale la pena solo citare lo storiografo torinese Alessandro Barbero e il biblista Mauro Biglino, soprattutto per la loro grande attività divulgativa, con riferimento agli ultimi anni.  

            E tutto ciò al tal punto che, all’interno di questo quadro, anche la diade Verità-Menzogna si è dissolta, come ovvio, in quanto l’individuo medio si muove in un contesto (in un’acqua) dove viene bombardato di informazioni che a “stretto giro di posta” vengono smentite e riformulate in maniera diversa, spesso del tutto contraria.

            A questo venir meno del linguaggio la reazione pare essere stata quella di ricorrere a formule comunicative allo stesso tempo sintetiche ed estremamente flessibili, quali appunto i simboli e gli emoticon…

            Insomma, una dinamica babelica nella quale le relazioni lasciate al solo linguaggio dettato dai beni materiali, e quindi unicamente dettate dai processi consumistici, si risolvono in qualcosa che apre le porte all’angoscia, ovvero quello stato d’animo tipico che si registra in presenza di circostanze fortemente indeterminate. Una sorta di buio, che infonde ansia e da qui, il passo è breve per far tradurre il tutto in paura e aggressività. Non è un caso che l’Uomo, cittadino medio, presenta alti i valori dello stress e dell’aggressività e vive per lo più in maniera isolata e/o solitaria, sebbene vada in discoteca o al teatro, oppure ancora allo stadio: solo tra soli!

            In definitiva, questo venir meno “dell’Impero” si deve alla distruzione sistematica di tutti i Totem sui quali era stato costruito ed edificato, ma…

Sulle macerie dell’Impero Romano, che può essere fissato nel 476 d.c., tra il 529 e il 534 d.c., a Montecassino, viene gettato il primo seme dell’attuale e agonizzante società Occidentale, che si tradusse nel Monachesimo, quale motore che riattivò quella parte di Mondo che ruotava attorno al Mediterraneo e che nell’arco di 1500 anni ha caratterizzato tutta l’umanità.

            In sintesi, appare più che certo che, anche oggi si dovrà cominciare a pensare ad una ripartenza, se non proprio intercettare quei semi gettati, dai quali germoglierà il Nuovo. Queste le premesse per disquisire nel prosieguo, in questa Rubrica, del Nuovo… Monachesimo!

 

Mauro Ragosta