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lunedì 25 febbraio 2019

Il modello Messuti: la vera novità per la politica leccese e non solo


E’ vero, ora che il panorama politico leccese va definendosi, Messuti, sebbene abbia un gran consenso funzionale e più modesto si presenta il suo consenso sociale, rappresenta tuttavia la vera novità politica del capoluogo salentino e non solo. E questo perché non si è ancora fatta sintesi tra i movimenti populisti -di destra e di sinistra- ed i partiti, i quali vanno come è noto a braccetto con i grandi potentati economici e le famiglie che contano. In tutto questo, invece, Messuti è riuscito ha trovare una formula intermedia, nuova e che rappresenta di fatto il nuovo. E Lecce a questo punto non può che porre tutta la sua attenzione a questo fenomeno, che potremmo definire il modello Messuti e che avrebbe per diritto la paternità tutta leccese.
Ed infatti, lo specifico della novità -forse anche a livello nazionale- del modello Messuti è che un leccese abbia modificato il contenuto dell’esponente politico in generale. Nella prospettiva messutiana il politico è di fatto un mediatore tra i potentati partitici e economici ed il popolo. Il politico, dunque, non più rappresentante del popolo, ma sintesi delle stratificazioni sociali di una comunità.  Con Messuti cambia il ruolo del politico, quindi. D’altro canto la politica non può più reggere una figura che tassativamente disattende le classi popolari, sia essa di destra sia essa di sinistra. La politica con Messuti ha dunque un nuovo look, tutto da sperimentare e si spera con successo, per il rilancio della nostra società.
Ed in effetti, Messuti è stato scelto da Forza Italia e allo stesso tempo è stato il primo leader populista di destra a Lecce: portatore dunque sia delle istanze dei partiti e delle famiglie importanti, sia delle istanze del popolo.
Una soluzione quella di Messuti che è maturata nell’arco di due anni, seguendo vari percorsi nell’intento di superare la crisi del centrodestra leccese e che gli ha consentito di approdare a questa soluzione, a questa formula di grande portata per il futuro.
Forse Messuti avrà molte difficoltà a superare tutte le insidie della corsa per essere eletto sindaco di Lecce, ma le sue soluzioni rappresentano di fatto il futuro. Non a caso, non è azzardato ipotizzare che la Poli Bortone -ma come lei anche altre cellule politiche- sebbene con estremo ritardo stia seguendo la strada tracciata da Messuti.
La sinistra, che vuole definirsi progressista, invece, rappresenta il vecchio della Prima Repubblica, con Salvemini, e il vecchio della Seconda Repubblica, con Delli Noci. Circa Erio Congedo rimane sulle posizioni di due anni fa, senza infamia e senza lode, sperando negli esiti di antiche tecniche politiche e varie rendite di posizione.

Mauro Ragosta

lunedì 18 febbraio 2019

Maison Ragosta : Salvemini piace ai Leccesi, ma...

Maison Ragosta : Salvemini piace ai Leccesi, ma...:
                       Gli schieramenti elettorali a Lecce, lentamente vanno componendosi. Certamente, il centro-sinistra è stato il ...

Salvemini piace ai Leccesi, ma...


       
    
         Gli schieramenti elettorali a Lecce, lentamente vanno componendosi. Certamente, il centro-sinistra è stato il più veloce, coagulandosi attorno a Salvemini, cui fa da spalla Delli Noci, il quale conosce bene il suo ruolo ed ha tutte le capacità e tutte le potenzialità per fare la sua parte.

       Un Salvemini che piace ai leccesi, ché vedono in lui il politico vecchio stampo, da Prima Repubblica: colto, ieratico, fermo. Ed in effetti, Salvemini spicca deciso nel panorama politico leccese, avendo al suo cospetto pochissimi avversari che potrebbero impensierire la sua campagna elettorale e compromettere la sua statura politica.

         La destra leccese, invece, appare ancora molto magmatica e disarticolata, e la sua unità non è questione scontata. Pare non emerga un leader né una linea strategia, al di là di un populismo improvvisato, à la coque. Si è fatto il nome della senatrice Poli Bortone: ottima oratrice; capacità gestionali eccellenti; grande esperienza politica, ma è utile che lei approfondisca il concetto di “sogno”, magari andando a rispolverare le biografie di Nelson Mandela o Steve Jobs, non essendo per nulla fuori luogo, poi,  riaggiornarsi sulla la storia di Abramo, il primo visionario che la storia conosca. E tutto ciò anche se Lecce, questa bellissima signora, ha sempre mostrato una certa idiosincrasia per i “sogni”, privilegiando le concretezze, soprattutto in campo politico, agganciandole ad un fast food ideologico, a volte anche indigesto.

        E si è fatto anche il nome di Gaetano Messuti, che tuttavia pare che abbia un buon consenso funzionale e relazionale, ma a livello sociale la sua figura non presenta un buon appeal. Ma si pensa anche ad Erio Congedo, la cui statura è da vero politico, più che di amministratore. E tuttavia pare che la sua squadra gli consentirebbe una fattiva e proficua gestione del Comune di lecce. Forse, è lui ad impensierire Salvemini. Tra i suoi “delfini” spicca, poi, il giovanissimo Pala, dove la sua azione passata e presente ha messo in evidenza le grandi capacità di aggregare e una significativa sensibilità per le dinamiche cittadine, e non solo a livello giovanile, rispetto alle quali si è sempre mosso con estrema agilità.

         Certamente, in tutto questo, la variabile Marti appare quella determinante per la destra, anche se attuali vicende della Lega in campo nazionale, depotenziano la sua valenza e portata. Pare che i leccesi non amino più guardare alla Lega, mentre lei guarda Milano e Bologna.

Mauro Ragosta