In
un arco di tempo tutto sommato ristretto come quello che va dal 2000 a oggi si
è consumata un'evoluzione tecnologica senza precedenti. Sono numerosissime
infatti, le innovazioni che si sono susseguite nel corso degli anni 2000.
Alcune si sono poste come alberi sempre verdi, traguardi senza tempo, capisaldi
in grado di reggere a lungo anche alle innovazioni future, altre invece sono
state solo come rapidi flash, apparecchiature transitorie. Per ragioni
di organizzazione delle informazioni, in questo capitolo affronteremo
unicamente la prima decade del nuovo millennio, ma si tratta di una divisione
formale e anche piuttosto arbitraria in quanto, le scoperte tecnologiche che
stanno guidando i nostri giorni verso la terza rivoluzione del web e una
nuova visione dell’umano hanno avuto i loro fondamenti teorici e pratici prima
degli anni ‘10’ del XXI secolo
Ad
ogni modo, ciò che bisogna comprendere è che d’ora in poi i computer e
le macchine sono parte integrante e fondamentale nei processi di innovazione in
qualsiasi campo del sapere umano, sia esso scientifico o umanistico, in altre
parole non si parla più di rivoluzione informatica in sè, ma di rivoluzione
informatica di altre discipline. Oltre a questo, le tecnologie sono anche
sempre più piccole, sofisticate e collegate al corpo umano. Infatti, vicino
all’alba dei 2000, tanto oramai l’Umanità dipendeva dai sistemi informatici
che un’orda di tecnici in tutto il mondo si preoccupava dell’eventualità di un
Millenium Bug, ovvero l’apocalisse informatica, che sembrava dovesse
abbattersi su ogni PC. Il baco del millennio consisteva nell’impossibilità da parte
della maggioranza dei sistemi informatici di allora di leggere l’anno ’00 come
2000: il rischio era di trovarsi improvvisamente al 1° gennaio 1900, con il
mondo in preda a una specie di “rivolta delle macchine”. Così ovviamente, non
fu.
L’Umanità
è ormai lanciata verso l’abbattimento di ogni confine, è possibile comunicare
e lo sarà sempre di più con chiunque, in qualsiasi parte del mondo. Dunque,
è anche possibile essere controllati ovunque, in qualsiasi parte del mondo.
Una delle invenzioni più importanti di questo periodo, infatti, è proprio Google
Maps che rivoluziona per sempre il modo di guardare una mappa, iniziando
per primo quel processo ormai inesorabile che consegna la capacità decisionale
degli individui agli algoritmi semplificatori. Non ci sarà bisogno di guardare
la strada e memorizzare dei punti di riferimento, non ci sarà bisogno di
sforzarsi.
In
una corsa senza pause dall’uscita dello storico Nokia 3310 fino al primo Iphone
prodotto da Steve Jobs, quasi ogni persona sulla terra possiede un telefonino
che, dal 2007 in poi, con l’invenzione del touch-screen e
dell’applicazioni cellulari (che sostituiscono i sowftare per le
apparecchiature mobili) divengono un prolungamento del sistema neuronale umano.
Il cellulare collega il nostro cervello e prolunga le nostre capacità in
qualsiasi momento in altre dimensioni, che non sono tangibili mentre operiamo,
siamo collegati con altro che, se da un lato possiamo tentare di influenzare,
dall’altro ci influenza potentemente. L’uomo come mai prima d’ora ha accesso ad
un portale infinito di informazioni e nessuna educazione e contezza nel
gestirle.
È
ora di parlare di ciò che è stata sicuramente l’innovazione del decennio: I
Social Network, emblema dell’Era dell’informazione. Piattaforme, che danno
avvio all’era del web 2.0, che forniscono servizi per la gestione dei
rapporti e delle reti sociali. I social si sono imposti, soprattutto con Facebook,
nel rivoluzionare quasi ogni paradigma del modo di fare le cose. In primis
è iniziato a mutare il modo in cui gli esseri umani si relazionano e
comunicano fra loro, non solo in termini di velocità, infatti, i messaggi e le
condivisioni sui social permettono un’estrema rapidità di azione e reazione,
ma soprattutto rendendo più complesse le cose.
Se
inizialmente la comunicazione sui social poteva apparire come una
riproduzione pressochè simile delle dinamiche della vita reale, presto, come
già accadeva nelle sette online e dei blog reconditi del primo internet,
all’interno dei social si sono sviluppati un linguaggio, delle dinamiche
comportamentali, dei ritmi e altri codici propri, diversi da quelli della vita
“fisica”. Insomma una realtà che si sovrappone alla realtà.
I
social hanno inoltre cambiato per sempre il mondo dell’informazione in
senso stretto, dando la stoccata definitiva ai media tradizionali (giornali e
televisioni) che faticheranno sempre di più a competere con la comodità e
rapidità dello scambio di contenuti su queste piattaforme, le quali
oltretutto, attraverso l’accumolo massiccio di dati e informazioni personali
degli utenti, sono in grado di indirizzare le volontà degli stessi verso una
determinata tipologia di contenuto piuttosto che un’altra, con conseguenze
politiche, sociali ed economiche enormi che si riveleranno nel decennio
successivo (Cambridge Analitica). Ancora, terminando un processo che avuto
inizio con la televisione, l’uomo sarà ormai sempre più schiavo
dell’immagine, dei colori, dell’interazione video e della brevità delle
tematiche. Un uomo medio non è più in grado di mantenere la concentrazione su
un contenuto per più di 7 secondi netti prima di “scrollare” verso uno nuovo.
Situazione paradossale se si pensa all’aumento della complessità del sociale
che avrebbe dovuto richiedere un aumento proporzionale della capacità di
approfondimento. Siamo sempre più collegati, ma non si sa bene con cosa.
Umberto
Eco aveva, in maniera lungimirante, compreso questa dinamica affermando che Internet
avrebbe reso “i ricchi, ancora più ricchi e i poveri, ancora più poveri”
riferendosi a povertà e ricchezza rispetto alla qualità delle informazioni in
proprio possesso. La struttura stessa della rete con la sua vastità e ampiezza
di contenuti, necessità di piattaforme e sistemi che facciano da filtro fra queste
miriadi di informazioni, colui che ha i mezzi per discernere e selezionare le
prelibatezze dall’immondizia si troverà in una condizione immensamente
privilegiata, al contrario chi non è dotato di queste capacità continuerà a
nutrirsi dall’immondizia dell’internet senza possibilità di rendersene
conto, ormai fagocitato dalle dinamiche di rete. “Il colto del XXI secolo
non sarà colui che avrà memorizzato il maggior numero di nozioni e
conoscenze, ma colui che sarà in grado di trovare l’informazione migliore fra
le miriadi disponibili.” Parallalamente, in questi anni viene alla luce Wikipedia,
la più grande enciclopedia online al mondo, in grado di fornire nozioni
generali e minime su (quasi) qualsiasi argomento esistente.
In
conclusione, è bene ritornare sui passi iniziali e fornire un breve
approfondimento su quanto l’informatica si sia staccata da sé per fornire
rivoluzioni in ogni ambito dello scibile umano, segnando scoperte e rivoluzioni
epocali.
In biologia nuove macchine di calcolo
hanno permesso la mappatura di tutto il genoma umano e la creazione di cellule
sintetiche, trasportandoci nell’era dell’eugenetica, oggi l’uomo è in grado di
operare come un “Dio”: clonare essere viventi, perfezionarsi geneticamente (e
non solo esteticamente), far partorire uomini... e tutto questo è il frutto
della rivoluzione informatica.
Nell’ambito dell’ingeneria questi anni ci
regalano la stampante 3D grazie alla quale è stato possibile operare
importanti rivoluzioni in ambito medico. In fisica, macchine come
l’accelleratore di particelle ha reso possibile la scoperta del Bosone di
Higgs, dei buchi neri e delle onde gravitazionali, dando concretezza
esemplare alle teorie di Einstein.
La sintesi qui riportata ci mostra, come
già detto, l’entrata in una nuova Era dell’umano: sempre più dipendente dalle
macchine e sempre più desideroso di assomigliarli. Se in questo capitolo si
sono affrontati concetti, bene o male assorbiti e resi consapevoli in un
lettore erudito, prestando maggiormente attenzione alle dinamiche sociali
piuttosto che ai tecnicismi informatici, nel prossimo dovremmo nuovamente
affrontare astrazioni e idee più complesse, scendendo sovente nel tecnico e
toccando con mano il prossimo futuro dell’Umanità che sembrava fino a poco fa
fantascienza. Si parlerà di computer quantistici, di microchip, di
intelligenze artificiali, di realtà virtuali... della Nuova Era dell’internet.
Andrea Tundo