E mentre la Chiesa Cattolica per il 2025, in un certo senso, concede “un’amnistia generale”, almeno sul piano ufficiale, tutto lascia intravedere che la Politica Italiana continui la sua marcia nel solco tracciato negli ultimi trenta anni, ovvero quello di essere sempre più esclusiva e allo stesso tempo rumorosa.
E questo lo mettono bene in evidenza in parte i dati statistici storici sul livello di partecipazione alle elezioni, che si presenta sempre più basso, toccando il punto più basso quest’anno con le ultime elezioni, con un 50% circa di votanti. Una tendenza che pare inarrestabile e che la classe dirigente di fatto volutamente ignora, considerandolo un non problema. E così anche nel 2025 continuerà a restringersi il campo dei processi decisionali, escludendo le voci dei delusi e dei disillusi, per i quali, sempre più numerosi, si sta prospettando, in maniera più che evidente uno scenario di emarginazione.
Ma il processo di emarginazione e impoverimento di fasce sempre più corpose di popolazione appare inarrestabile, anche perché la Politica Italiana esalta le problematiche della sussistenza, sulle quali va tutto il suo impegno, senza alcun tipo di provvedimento volto al superamento della povertà che in Italia sta diventando una dimensione di sicuro rilievo, visibile.
In tutto questo, seppur brevemente tracciato, ci si chiede se il ruolo della Politica Italiana sia mutato o si stia avviando sulla strada del declino, dove il 2025, anche in considerazione dei grandi mutamenti dello scenario internazionale, rappresenterà un anno cruciale.
È noto che la Politica Italiana ha sempre avuto il compito di mantenere coeso il popolo, all’interno di un percorso unitario volto allo sviluppo, sebbene attraverso dinamiche dialogiche e contraddittorie, democratiche in definitiva. La presenza crescente di poveri ed emarginati, una presenza silenziosa e “senza voce in capitolo” tuttavia contraddice la missione principe della Politica Italiana, sempre più elitaria ed esclusiva. E qui la domanda è: la Politica Italiana sta creando una massa di “nuovi schiavi” funzionale a i suoi progetti, che al momento non appaiono visibili, oppure ha fallito nella sua missione e da qui il 2025 sarà l’anno in cui può decretarsi la sua cronica agonia.
Nella prima ipotesi, ci si trova di fronte ad un Regime, che sebbene non dichiarato, condurrà a soluzioni inedite rispetto a quanto ci insegna la Storia, oppure, nella seconda ipotesi, la situazione impone osservare, riflettere e capire cosa potrà sostituire la Politica Italiana, destinata alla scomparsa nel medio periodo.
In tale direzione, un punto di partenza per una proficua riflessione è la considerazione che fino a trent’anni fa la Politica Italiana godeva un’esclusiva sul popolo, gestendo “la piazza” e tutti i sistemi di comunicazione, ovvero la “carta stampata” e la TV. Oggi, tutto questo sistema di formazione e informazione delle masse rappresenta solo il 10% delle possibilità offerte e consentite dalla tecnologia moderna, dove il “rumore” della Politica Italiana è sempre più flebile. Gli strumenti della formazione e dell’informazione oggi presentano una complessità, che paradossalmente esclude la Politica Italiana, aprendo le porte a nuove forme di anarchismo, di destra e di sinistra, a tutte le sollecitazioni che vengono dall’esterno, consentendo, per finire, forme e soluzioni esistenziali inedite e scarsamente controllabili, perché incomprensibili….
In conclusione, il 2025 sarà un anno cruciale, un anno spartiacque per l’Italia, e da qui per la Nostra Politica, sia essa codificata nelle forme ufficiali e istituzionali sia essa nelle forme che stanno emergendo negli strati della popolazione emarginata e abbandonata a se stessa, spesso nella povertà e nell’indigenza.
Mauro Ragosta
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