D’emblée, prima di
entrare nel merito della serata di ieri, domenica 10 novembre, presso Scena
Muta a Copertino, per la pièce “Ugo”,
scritta dalla nota quanto acuta, Carla Vistarini (peraltro nel parterre), v’è da chiedersi se, oggi, l’attorialità
industrializzata, l’attoriosità di un interprete, insomma, sia “cosa buona e
giusta”, oppure è necessario andare oltre. In altre parole, oggi è da avallare
il fatto che l’interprete teatrale debba superare l’attore standard, ovvero “non
puzzi di teatro” o bisogna rimanere ancorati ai canoni teatrali e, semmai,
trascenderli pur non negandoli?
Ieri
sera, nella grande sala di Scena Muta, tutto sembrava, tranne di essere a
teatro, dove, quasi sempre, è netta la sensazione di separazione tra pubblico
ed attori. Dalle ore 09:10, e cioè da quando si è aperto il sipario, le luci
hanno illuminato la scena ed è apparso, solo, Ivan Raganato, s’è percepita
subito un’atmosfera di immedesimazione totale, e pubblico e attori hanno
vissuto all’unisono e da protagonisti la storia tracciata dalla brava
Vistarini. Se si dovessero esprimere le coordinate di ieri sera da Scena Muta per
“Ugo” con la retorica pittorica, ecco ieri sera si era in presenza di un’opera
iperrealista. Tutti, credo, abbiamo sentito e “toccato” il cuore e il pathos
dell’autrice e dei suoi personaggi. Si era, va la pena sottolineare, all’esatto
opposto delle performances di Carmelo Bene, che sempre ha esasperato, ha forzato
oltre misura l’attorialità, che diventava qualcosa d’altro, di unico, a se
stante in scena, monadico nella sua dinamica. E da qui, ci si potrebbe
chiedere: ma è vero poi che gli opposti, ad un certo punto, si confondono?
In
tutto ciò, Ivan Raganato, ieri, ha mostrato una parte importante della sua
maestria. Peraltro, in un certo senso, senza spalla, ha avviato lo spettacolo
ed è rimasto da solo sulla scena per ben quarantacinque minuti, caricando la
rappresentazione e disponendo tutte “le carte” per il momento clou, che si è avuto quando è comparsa,
come sempre superbe e luminosissima, Maria Antonietta Vacca. Da qui e con i
due, accompagnati dal silente Ugo, magistralmente interpretato da Pino
Imbriani, il momento d’arte, sempre in un crescendo, in una accelerazione progressiva
e continua, ha trovato il suo giusto compimento nell’ultima battuta, quando, in
sala è calato il buio, mentre in simultanea si è impennato con potenza l’applauso
degli astanti.
Lo
specifico di “Ugo” della Vistarini non sta tanto negli ingredienti base della
rappresentazione, peraltro canonici di un certo tipo di commedia, quanto
piuttosto in tutto ciò che è ruotato attorno e ad essi si è connesso. In altre
parole, l’equivoco e l’imprevisto, non sono stati solo la scusa di arguzie
esilaranti, ma anche il motivo per raccontare la vita di una coppia moderna,
dove, in un rapporto di genere invertito, rispetto ai canoni tradizionali, la
Vistarini ha fatto giungere i protagonisti, il lui e la lei insomma, all’intesa
di sempre, al rapporto di sempre, tra uomo e donna. In ciò la maestria della
Vistarini, che è stata capace di far vedere la modernità e il progresso,
perfettamente possibili ed incastrabili in una cornice tradizionale. Una
sintesi su cui riflettere.
Sebbene
non abbia detto una sola parola, non si sia prodotto in alcuna battuta, un
cenno speciale merita Pino Imbriani, che ha interpretato Ugo, un gorilla,
attorno al quale è stata costruita l’intera pièce. Una parte, quella di Imbriani,
di grande complessità, dal momento che la gestualità del gorilla Ugo ha giocato
un ruolo molto importante nel susseguirsi delle battute tra Ivan e Maria
Antonietta.
Un
plauso va anche a Dalila Grandioso, che, questa volta, lontana dalla scena, si
è prodotta in un’impeccabile attività di gestione di tutto il sistema scenico,
che ha reso la rappresentazione perfettamente godibile.
Insomma, una
serata speciale. D’altro canto, una pièce firmata da una tra le più note ed
interessanti figure dello spettacolo italiano degli ultimi cinquant’anni.
Questa sera, la replica alle ore 21:00.
Mauro Ragosta
Grazie per questa splendida recensione.
RispondiEliminaCarla Vistarini
Sono io che ringrazio lei........
EliminaMauro Ragosta