Se
si osservasse attentamente lo scenario della mondanità e della cultura a Lecce
e dintorni, tutto sembrerebbe convergere sull’idea che negli ultimi dieci anni
vi sia stata una crescita significativa, senza tuttavia approdare ad una certa
logica volta, orientata allo sviluppo, al cambiamento, alla ricerca di soluzioni
più aderenti alle dinamiche della sottostante società, alla modernità.
Emblematico è il mondo dell’arte e
del libro nonché quello della poesia. Qui, ad una crescita quantitativa in
termini di artisti, scrittori e poeti, registratasi a partire dal 2010, non è
corrisposta la ricerca di nuove soluzioni artistiche e letterarie, di innovazioni
e formule più moderne ed al passo con i tempi, producendosi il tutto in un déjà vu, che si pone, negli ultimi anni,
come il principale ostacolo ad un ulteriore processo di espansione e da qui ad
un approccio a contesti più ampi, e dunque nazionali ed internazionali.
Come è ovvio non mancano le
eccezioni, gli episodi luminosi, ma il quadro d’insieme appare per lo più quello
legato a logiche stagnanti e di contesti ancora in un certo qual senso sottosviluppati,
registrandosi al riguardo una fortissima indifferenziazione nelle attività dei
vari attori, dove dunque tutti fanno un po’ di tutto. Naturalmente, non si è
per una specializzazione spinta, ma sicuramente, non ci si può non dispiegare a
favore di un livello di caratterizzazione più marcato, più indicativo, magari, in
un certo senso, anche iconico.
Ma dove trovare le cause di questo ritardo
nello sviluppo? Un certo peso l’ha la mancanza di una grande esperienza da
parte di molti degli attori di questo mondo. Una porzione importante di loro è
giunta alla ribalta, sulla scena culturale leccese, non più di dieci anni fa.
Da qui è facile capire che essendo tali soggetti alle prime esperienze, la loro
soddisfazione si risolve nella pubblicazione di uno, due libri, nel partecipare
a qualche collettiva o magari fare un paio di personali. E quindi è facile
comprendere che difficilmente tali attori si pongano in un’ottica elaborativa,
costruttiva, avendo appena gettato le basi della loro attività.
Un’altra causa che ritarda lo
sviluppo è ascrivibile a chi presenta e recensisce le opere, i libri e le
poesie, ponendosi tali attori in una prospettiva piatta. A Lecce, da almeno
dieci anni, in linea generale si è quasi completamente dissolta la critica, e tutto
si svolge in senso apologetico, in una promozione commerciale mascherata! E se
tale prassi è di incoraggiamento per i giovani autori, dall’altra scoraggia in
loro ogni forma di ricerca e costruzione, evoluzione compositiva, sfida.
Peraltro, come effetto derivato di quest’atteggiamento culturale di
presentatori e critici, è il serpeggiare di un certo malcontento nell’utenza,
per la quale gran parte degli eventi di presentazione e di promozione appaiono
scontati, privi di un qualche interesse e non indicativi delle peculiarità
delle opere proposte, nei loro vari aspetti.
E per concludere, una parte non del
tutto trascurabile della stagnazione del mondo del libro e dell’arte è
attribuibile al modo di operare di molte case editrici e mercanti d’arte locali,
che applicano quasi esclusivamente strategie di brevissimo termine -il cosiddetto
mordi e fuggi o basandosi sulla legge dei grandi numeri- senza una visione
prospettica di lungo periodo, caratterizzante e stabilizzante, all’interno
della quale, definiti i target e le
politiche, poeti, scrittori e artisti potrebbero sviluppare nuove idee e forme
espressive, nuovi contenuti e tecniche comunicative.
Mauro
Ragosta
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