Dopo
Giovanna Ciracì e Salvatore Cosentino, il terzo ritratto foto-letterario di Maison Ragosta è dedicato a Monica
Conforti. Anche con lei delle affinità che ci tengono vicini. Affinità che si
centrano sul modo di intendere l’arte del narrare, sul piano della scrittura,
e, dall’altro, sul modo di concepire la vita, quale esercizio volto a circondarsi
di ciò che è bello, ovviamente per quello che è possibile.
Monica si definisce una scrittrice
esordiente. In effetti, però, non v’è traccia in lei di intenzioni, anche
recondite, di fare “carriera” nell’ambito letterario. Al contrario, per lei
l’arte dello scrivere è solo occasione per imbattersi in atmosfere eleganti,
raffinate, sensuali, dove anche il dolore è vissuto in maniera tale che tutto
richiama al buon gusto. E in questo si può cogliere anche la sua asimmetria con
gran parte del mondo letterario leccese e salentino.
E come me, sul piano narrativo, poco
ama la trama, il racconto in sé, quanto piuttosto gli aromi, i respiri, le
circostanze, l’aura degli ambienti e dei personaggi. Da qui è facile capire che
per lei la scrittura è una delle possibili occasioni per vivere l’armonia e la
bellezza.
Tra qualche tempo uscirà un suo romanzo, giungendo
così alla sua seconda pubblicazione. La prima, sulla scia di quanto marcato e
al di là dell’intreccio narrativo, si pone quale esempio di prezioso descrittivismo.
Non è facile, infatti, intrattenersi in un racconto nel quale gli elementi
circostanziali sono messi in risalto e narrati con vera maestria tra
aggettivazioni, avverbi e ricercate figure retoriche. E non è azzardato
affermare che essa si collochi tra le migliori pubblicazioni locali di tal
genere.
L’esercizio della felicità -questo è il titolo del suo
primo volume- mette in luce anche e allo stesso tempo il modo di concepire la
vita da parte di Monica, dove una marcatura decisa si trova negli aspetti
formali, quali sensi dell’esistenza. E da qui, è facile che Monica convenga con
me sulla circostanza che il senso di una civiltà si possa intravedere
soprattutto in ciò: forma ed equilibrio, appunto.
Monica, un’esteta, dunque? Forse sì, ma non solo. Dell’altro
si coglie nel suo modo di essere figlia, madre e moglie. Ma c’è di più! Nel
mondo culturale leccese, oltre che ad essere nota come scrittrice, è
responsabile della filiera cultura di Laica, associazione di imprenditori e
professionisti, che riveste centralità nel panorama socio-economico di Lecce e
dintorni.
In linea con quanto tracciato, è il suo senso della
misura, la sua capacità di muoversi e interloquire con grande leggerezza e
grazia che la caratterizzano, dove si nota facilmente, nel suo scivolare nelle
relazioni e tra le cose, un non poco spiccato senso del pudore e della
riservatezza, che con forza ne definisce, probabilmente, il suo specifico, il
momento topico della sua persona.
Gli scatti qui proposti, come al solito non sono un
tentativo di riproduzione della realtà, ma uno dei possibili modi di esprimere
ciò che penso di Monica Conforti, donna di innegabile bellezza e stile. E
quindi, lungi dall’essere teatrale nella mia espressione fotografica, per lei
ho realizzato un piccolo potpourri di immagini, che, pur non
avendo un filo conduttore evidente, dunque, credo che siano capaci di evocare
tanto la sensualità, quanto la sua eleganza ed amabilità, che io colgo nel suo
modo d’essere.
Mauro
Ragosta
Si
ringrazia Daniela Mazzota, per aver messo a disposizione gli spazi della
Libreria Adriatica, di cui lei è titolare, per la realizzazione di alcune di queste riprese.
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