E’
oramai sempre più evidente che il mondo del libro nel leccese va
contrassegnandosi per due tendenze apparentemente contradittorie e che invece,
ad un’attenta analisi, convergono verso un incedere unitario e dotato di sue
precise logiche di fondo.
Da un lato, infatti, troviamo la pubblicistica non
accademica che presenta, con un rafforzamento progressivo, i caratteri
dell’accessibilità e dell’inclusione. Qui una schiera sempre più folta di
scrittori propone i temi più disperati tra narrativa e saggistica. E ciò senza
che si intraveda un orientamento ben preciso. Un’offerta culturale sempre
più corposa in termini quantitativi, favorita in ciò dall’abbassamento dei
costi di produzione di un testo, in parte dovuto alla comparsa di un
cospicuo gruppo di editori, che, in buona sostanza, gioca al ribasso nell’arena
competitiva leccese, in parte dovuto ancora ai progressi della tecnica e della
tecnologia. Va da sé che, sotto il profilo della qualità letteraria, tale mole
di produzione trova collocazione solo rendendo più fruibili i testi,
ponendo così le condizioni per un allargamento della fascia dei lettori. In
altre parole, il mondo del libro in provincia di Lecce sta assumendo tutti i
caratteri di un fenomeno di mercato, diretto ovviamente dalle ferree leggi
della domanda e dell’offerta. Qui, come è noto, vi è una inversa
proporzionalità tra prezzo e fruibilità del prodotto e ampiezza dei lettori. Ne
segue che il prodotto letterario deve la sua fortuna se il rapporto tra
l’accessibilità dell’elaborato e il suo prezzo consente masse sempre più
significative di lettori.
In molti intravedono in tali
dinamiche il crollo qualitativo degli elaborati proposti sul mercato, un crollo
della “cultura”, ma così non è. Al fianco di una pubblicistica più commerciale,
di per sé più semplice ed elementare, vi sono nella produzione locale anche
prodotti più di nicchia, destinati ad un lettore più evoluto ed esigente, le
cui tirature non possono che essere decisamente contenute. In tale direzione,
non è pensabile per un prodotto letterario dai registri linguistici e
contenutistici di buona caratura una fortuna commerciale pari a quella che
rispecchia la produzione destinata all’uomo medio e, dunque, accessibile al
lettore con capacità letterarie medio-basse.
Se su tutto ciò viene facile arguire
tutta una serie di speculazioni ed intercettare una serie di riscontri
pratici, meno evidente, e forse anche sottaciuto, appare il fenomeno dello “Star System”, anche perché siamo solo
alle prime battute in termini di sviluppo. Se fino a qualche anno fa il mondo
del libro nel leccese viveva, in un certo senso, un suo beato isolamento, a
partire dal 2016, ha destato l’attenzione di alcuni potentati economici locali,
prima, e poi politici, fino ad interessare anche alcune frange massoniche.
Componenti sociali queste che hanno fornito mezzi economici e reti di relazioni
di vasta portata, consentendo così operazioni “culturali” importanti. Vari i
casi di attori di questo mondo che in breve tempo hanno realizzato e stanno
realizzando performances particolarmente significative e mai viste prima del
2016 nel distretto culturale leccese. In tale direzione, interessanti appaiono
anche i tentativi di costruzione a tavolino del "personaggio pubblico".
In buona sostanza, il mondo del
libro nel leccese va assumendo tratti sistemici di tutto rilievo, non mancando
di evidenziare una struttura di un certo rilievo. Va annotato, a tal proposito,
che oramai ampia e stabile si presenta la rete di contenitori culturali, tra
rassegne, spazi ad hoc destinati ad
eventi, iniziative seriali. Va a tal riguardo precisato, inoltre, che gli attori
dell’emergente “Star System” hanno un
raggio d’azione che comincia ad essere particolarmente ampio, interessando in
non pochi casi carature nazionali.
Ma in quale prospettiva valutare
questo complesso di tendenze e sviluppi del mondo del libro nel leccese?
Certamente la cultura a Lecce da strumento politico, fino alla Prima
Repubblica, si è trasformato progressivamente ad ammortizzatore sociale e
prodotto di massa, durante la Seconda Repubblica. Oggi, con la Terza
Repubblica, comincia ad entrare nella sua fase “moderna” come strumento
commerciale e consumistico, spinto in ciò dalla circostanza che il libro è
inteso anche come strumento di mondanità e visibilità.
Mauro
Ragosta
:-)
RispondiEliminaSostanzialmente un'analisi corretta.
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