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venerdì 15 gennaio 2021

Recensione n°15: a spasso per il passato con Anna Troso – di Mauro Ragosta

            Si sa, ogni libro ha le sue peculiarità sia esso quello di un grande autore sia esso quello di uno scrittore esordiente. Ma non tutti i lettori sono in grado di coglierne le valenze: tutto dipende dalla loro sensibilità. Vi è infatti un pubblico di lettori resistente, per il quale l’autore deve sforzarsi di produrre le grandi frasi ad effetto, i colpi di scena eclatanti, individuare le parole in qualche modo contundenti, per smuoverlo un po’, mentre dall’altra vi è un pubblico più permeabile, molto più attento, percettivo, al quale bastano pochi indizi, certi “squarci”, certi segni dello spirito per fargli aprire i grandi scenari dell’animo e della cultura. Ecco, è proprio a questo che si addice l’ultimo volume Anna Troso, pubblicato poche settimane fa, dal titolo “Dialogo Con Me Stessa: Ricordi, Pensieri, Osservazioni, Riflessioni”.

            In questo volume della nostra cara signora Anna il lettore che sa andare dentro e dietro le parole, che sa andare dentro e dietro l’autore, troverà spunti utili non solo per sé stessi, ma anche per la propria vita. Un volume che porta con sé molte valenze, non foss’altro che l’autrice ha molto vissuto e dunque pone tra le righe un’esperienza importante, e non solo perché donna della upper class, ma soprattutto perché persona effervescente e ricca di interessi ed entusiasmi, che coltiva sin dalla più tenera infanzia. In questo mondo del libro e della spettacolarizzazione dove anche le implumi ventenni, con qualche poesiola, creano clamori nazionali, qui la nostra Troso in maniera più silenziosa e riservata pone al lettore, al suo lettore, questioni di vera portata esistenziale, culturale, e perché no!?...anche politica.

 

 

            Dialogo Con Me Stessa è un brogliaccio in cui sono annotate una serie di riflessioni, ricordi, appunti inerenti la vita dell’autrice, Anna Troso appunto. Insomma, un pot purri letterario dove vengono annotati gli aromi e gli entusiasmi d’infanzia nelle estati durante la permanenza nei casini di campagna della famiglia d’origine e dei parenti, nei dintorni di Lecce, in occasione del momento di maggior fervore delle attività agricole, la vita universitaria, poi, sino alle permanenze sulla Costa Azzurra e a Parigi. Il tutto arricchito di varie considerazioni e riflessioni sulla vita moderna, vista sempre con un certo distacco. La signora Anna, infatti, è scevra dagli eccessi delle mode e coglie il vivere in una sorta di equilibrio alchemico, tra le necessità materiali e quelle spirituali.

            In questo volume, denso di appunti e riflessioni, si coglie la necessità da parte della Troso di una sintesi sulla propria vita e sul proprio pensiero, che sempre più impellente diventa non solo per lei, ma per tutti a mano a mano che l’età avanza. Una sintesi, ambita, ma solo appena sfiorata. Siamo per fortuna lontani dalla quadratura del cerchio da parte di Anna. E questo si pone come dato che darà a noi l’opportunità di godere ancora delle sue pubblicazioni nella diuturna ricerca della cosiddetta Pietra Filosofale.

            Le considerazioni della signora Anna fanno riflettere soprattutto a chi ha una formazione storica. Le sue considerazioni danno importanti tracce sulla vita dell’upper class leccese dal secondo dopoguerra ad oggi. Ed ecco che l’immagine del meridione costruita dagli anni ’50 ad oggi in ambito nazionale collide con quella da lei tracciata, che si pone in una prospettiva estremamente evoluta e lontanissima dall’immaginario collettivo comune. D’altro canto le consapevolezze del Salento e dei Leccesi sono diverse, ciascuna secondo la propria prospettiva e angolazione. E qui dunque va marcato e rimarcato che la signora Anna col suo volume mette in luce una delle parti più nobili ed evolute della nostra terra. In tale direzione, va notato ancora il suo coraggio, spinto, a parere di chi scrive, dalla ricerca di riannodare il passato col presente nonché il suo universo intellettuale all’interno di un pensiero in qualche modo coerente, a tal punto da inglobare anche le stesse incoerenze dell’esistenza.

            Insomma un libro dai molti spunti intellettuali, in generale, e dai molti indizi sulla nostra identità, quella leccese appunto, che va pertanto esperito con attenzione, che va maneggiato con massima destrezza, sebbene gli intenti della nostra Troso siano più sobri. Tuttavia, come si afferma nei vangeli, “non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa”. E così, il volume della signora Anna si pone come un ricco caleidoscopio in cui ritrovare e ritrovarsi.

 

Mauro Ragosta

 

           

           


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