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sabato 5 dicembre 2020

Tempi Nuovi, Nuovo Turismo – di Mauro Ragosta


            Il Tempo del Covid-affaire comincia oggi a stravolgere e rendere visibile la riqualificazione dell’intera economia nazionale e presto sarà anche la volta dell’economia internazionale, mentre più in là toccherà anche all’economia globale. Ça va sans dire che di certo pure il settore turistico subirà dei mutamenti profondi per effetto delle trasformazioni nello stile di vita del turista, pur non mancando nel processo di cambiamento delle sacche di resistenza sia tra le componenti della domanda sia in quelle dell’offerta, le quali avranno tempi decisamente più lunghi di allineamento alle nuove tendenze.

            La vera novità sta nell’avvento del Nuovo Turismo, che si basa sul cambiamento del paradigma originario. Al riguardo, notissimo è il testo della Battilani, ovvero "Vacanze di pochi, vacanze di tutti", nel quale, sia pur brevemente tratta del fenomeno in questione dalle origini ai nostri giorni, nella prospettiva borghese-aristocratica. Qui, il turismo nasce, infatti, intorno a metà del XVI col viaggio in Italia del rampollo dello scozzese Lord Garbonne e fino al 2019, nelle sue varie e successive declinazioni, è rimasto sostanzialmente immutato negli elementi essenziali. Peraltro, l’ultima forma di turismo, ovvero quello esperienziale, non rappresenta e non costituisce alcuna novità di rilievo rispetto al viaggio del figlio di Lord Garbonne, del 1556.

            Ed in effetti, il turismo, nelle sue varie forme si configura come uno spostamento dalla propria abituale residenza per esperire attività non abituali, non legate al ménage quotidiano. Insomma, è il contrario di stabilità e routine, ovvero uno spostamento fisico per un’esperienza non di routine. E proprio qui è il cambiamento o l’assottigliamento del paradigma, che il Tempo del Covid sta producendo, quale anticipazione dei tempi che verranno. E così, il turismo si sta lentamente trasformando in esperienza non legata alla quotidianità, senza alcuno spostamento. E se dunque nell’accezione tradizionale per il turismo lo spostamento e il viaggio dunque, costituivano la conditio sine qua non, oggi tali perni attorno ai quali ruotavano tutte le costruzioni di questa attività dell’Uomo Moderno e Contemporaneo, si stanno progressivamente riducendo per giungere ad un unico fattore ovvero quello legato al non-quotidiano, ovviamente in ambito prevalentemente informatico, che consente sì spostamenti ma solo virtuali.

            Partendo da questi presupposti, il turismo che verrà sarà basato su tutto ciò che attiene l’informatica -quale mezzo e struttura, che consente i collegamenti relazionali e con altre realtà- e il non-quotidiano, appunto. E proprio sul non-quotidiano, vissuto tramite rete informatica, è la vera novità, di cui un’impresa leccese si sta facendo promotrice in una prospettiva di tutto rilievo. Si potrebbe definire quanto proposto dall’imprenditore salentino come turismo emo-intellettuale, giocandosi tutta la sua offerta su pacchetti fortemente intellettualizzati e di cultura, al momento, di alto livello. Il suo ufficio studi, peraltro, sta mettendo a pronto sulla scorta delle prime esperienze, ulteriori prodotti e servizi turistici, sempre in linea con quanto qui esposto, ma con delle componenti di novità e capaci di soddisfare una gamma più ampia di utenza.

            Ma veniamo al dunque. Questa, che è tra le prime forme di turismo emo-intellettuale, si basa sull’offerta di quattro tipi di conversazioni su skipe, con operatori di alta cultura, non solo sotto il profilo della dotazione culturale tout court, ma anche nella prospettiva oratoria, essendo studiosi con grandi capacità affabulatorie e dal linguaggio sempre all’altezza dell’interlocutore di turno. Pare, infatti, che abbiano un’estensione sociale di interlocuzione veramente significativa, potendo soddisfare anche le menti più esigenti dell’upper class italiana.

Ed ecco che l’ipotesi di viaggio, avanzata dal nostro salentino, diventa esperienza emotiva, intellettiva, che si sostituisce bene all’impatto emozionale tradizionale che si sviluppava ed era centrata sui cinque sensi, dove l’operatore, pur essendo molto preparato, non aveva grandissime capacità culturali, come si richiede, invece, in questa nuova forma di turismo.

            Di certo, come tutti i prodotti sperimentali, questi sono destinati nelle fasi di lancio ad un pubblico molto ristretto, evoluto e particolarmente esigente, anche se nel caso dell’offerta del nostro imprenditore leccese i prezzi si presentano veramente abbordabili e la forma di approccio e fruizione grandemente esemplificati, prevedendosi tuttavia anche formule con spiccate personalizzazioni.

 

Mauro Ragosta


 


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