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sabato 8 maggio 2021

Punti, appunti e puntini (parte prima): Il Tempo e l’Eternità – di Mauro Ragosta

 

       Qui e così Maison Ragosta avvia una nuova rubrica, ovvero Punti, Appunti e Puntini, che rispetto alle precedenti avrà una specifica qualità con riferimento alla circolazione. Quest’ultima rubrica avrà infatti una circolazione limitata, ovvero solo ai lettori più affezionati, a coloro che in qualche modo pongono più attenzione a quello che in questa rivista va proponendosi da oltre due anni.

            Punti, Appunti e Puntini racchiuderà un complesso di speculazioni più spinte rispetto agli standard tradizionali di Maison Ragosta, in quanto da più parti si è rilevata la necessità di un prodotto letterario più evoluto, un qualcosa che sicuramente non si tradurrà nelle diverse “Tradizioni Orali” delle varie branche del sapere, ma ad esse sarà tangente in maniera significativa. Sicché con Punti, Appunti e Puntini si supera di fatto la cultura libresca tuot court, anche se non si accede in ambiti spiccatamente riservati. Idee e riflessioni che possono rimanere sul piano strettamente speculativo ed elucubrativo, della chiacchiera, del panegirico insomma, ma che talvolta ed in alcuni casi si presentano come quel passo che fa cadere in altre dimensioni.

            Si conclude questa breve premessa, precisando che il titolo della rubrica non è una novità assoluta né una Nostra invenzione letteraria. Esso è una replica di quanto venne proposto nel noto giornale leccese “Il Corriere Meridionale” nei primi anni del Novecento, per una rubrica portata avanti da Gaetano Della Noce, uno dei tanti intellettuali che costellavano il mondo culturale leccese tra Ottocento e Novecento.

            Il tema di questa prima parte, come s’è evidenziato, è Il Tempo e l’Eternità. Va da sé che qui si offriranno solo degli spunti, del materiale riflessivo, molto parziale e si lascia al lettore, se interessato, l’attività analitica e più esaustiva.

In prima battuta va subito evidenziato che, in linea generale, del Tempo se ne hanno due concezioni, ovvero il Tempo della Natura e il Tempo Cronologico. Molti tentano di separare queste due concezioni, affermando che ogni “cosa” ha il suo Tempo, che non è misurabile, alludendo anche al fatto che non vi sia la possibilità di prevedere. Ed in effetti nella Natura non esiste il principio dell’uguaglianza, che è solo un prodotto della mente umana, ma questo non significa che ogni cosa non possa essere misurata nella sua diversità, ed in qualche misura essere intercettata in termini temporali.  E proprio per questo, come si vedrà, il Tempo Cronologico va considerato come la “coscienza” del Tempo della Natura. Ma andiamo per ordine.

            Per giungere a quanto affermato, si deve concepire l’Uomo come elemento di rottura nelle principali dinamiche della Natura, e da qui come vettore di evoluzione della Natura stessa, essendone ovviamente una sua parte integrante e inscindibile. La comparsa dell’Uomo conduce dunque la Natura ad avere coscienza di sé. Anzi si potrebbe giungere a dire che l’Uomo è la coscienza della Natura e da qui il fuoco evolutivo del Creato.

            Ed in effetti, l’Uomo, dotato di intelletto e ragione, conosce la Natura e i suoi segreti, ed il Tempo è uno degli elementi della sua conoscenza. Sin da principio l’Uomo ha escogitato un sistema di misurazione del Tempo, che vieppiù è diventato sofisticato e applicabile per la misurazione della maggior parte delle manifestazioni della Natura. E così il Tempo cronologico misura i Tempi della Natura.

            Ma l’Uomo non si è fermato a prendere atto dei Tempi della Natura, ma ha usato la misurazione del Tempo per orientare se stesso e la Natura, con grande precisione. E l’uomo, che conosciuto i tempi della Natura, è riuscito a imporre a questa tempi diversi e da qui dinamiche dove la sua volontà è centrale.

            In conclusione, si potrebbe arguire che solo chi ha coscienza di sé può modificarsi e per giunta superarsi, e il Tempo cronologico è uno degli elementi alla base dell’evoluzione. Sicché chi non conosce i suoi tempi e i tempi di ciò che lo circonda non ha sostanzialmente coscienza di sé ed è vicino all’animale. Per rendersi conto di ciò, basta levarsi l’orologio…o non guardare mai il calendario

            Ora, il tempo è sempre connesso a ciò che ha un inizio e una fine, indispensabili questi perché sussista. Da qui è facile concludere che ciò che non ha queste caratteristiche è qualcosa di diverso e non a caso, si connota con il termine Eterno, il quale attiene al Divino, o a quei meccanismi che sono alla base della Vita, e per estensione, dello sviluppo delle Civiltà. Queste ultime, infatti, hanno al loro fondamento sempre gli stessi meccanismi, conosciuti i quali si entra nella dimensione Eterna.

Interessante notare, infine, che il simbolo dell’Eterno è il numero 8, in tutte le posizioni consentite, ma anche lo Zero o il Cerchio.

 

Mauro Ragosta

 

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