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venerdì 17 giugno 2022

Avvio all'esoterismo (tredicesima parte): appunti su Angeli e Demoni - di Grazia Piscopo

 

La narrazione sulla nascita degli angeli è pressoché oscura e confusa e si perde nella notte dei tempi. Di certo nella letteratura biblica, Dio sovrano fece emergere la Luce dal “Tohu ve Bohu”, in una parola, da tutto ciò che è oscuro e intellegibile. Il buio, le ombre, avendo la possibilità di diventare il Male, perché contrario alla Luce, erano necessariamente antecedenti alla Creazione. Rabbi Shemuel bar Nachman, ritiene che ogni Parola che esce dalla bocca dell’Eterno si trasformi in ogni istante in un Angelo, dandogli così la possibilità di sfuggire al destino “di cenere e polvere” a cui sono destinate le creature della Terra. Pertanto nonostante l’amaro e temporaneo destino umano, agli uomini però Dio aveva dato il potere di una superiorità ontologica e morale, ovverossia, nella volontà gioiosa di crearli, aveva donato loro un bene impagabile: il libero arbitrio, potere questo negato agli angeli.

Nel Corano, sura 2 versetto 28, e nel Talmud, collezioni scritte di tutta la Legge ebraica, si racconta che gli Angeli maggiori indissero serie proteste di dissenso con limitati tafferugli, perché prevedendo la fallacità e le fragilità umane, avevano già chiara la visione di uomini che nella Storia sarebbero stati dediti a guerre e crudeltà di ogni genere, mentre loro sarebbero stati inermi e impediti a bloccarli perché dissennatamente impegnati a cerimoniali celebrativi ieratici.

La Tradizione narra che dopo questa protesta, si formarono due schiere di angeli, quelli fedeli a Dio e quelli rancorosi e invidiosi degli uomini che a torto avevano avuto troppo potere. Gli uomini quindi divennero il bersaglio preferito di ogni sorta di malefatta da parte di una folta e oscura schiera angelica a formazione piramidale che prevedeva in cima alla gerarchia un capo supremo e poi via

via in basso fino alla moltitudine soldatesca.

La fede nell’invisibile, pur non avendo una origine cronologicamente assegnabile, ha radici profonde nelle religioni babilonesi e assire, derivate a loro volta da quelle accadiche e sumere. La moltitudine ieratica era composta essenzialmente da spiriti maligni, eterni rancorosi stolker di impauriti e indifesi uomini, abbandonati in certe fasi della storia anche da Dio, probabilmente pentito del suo cattivo creativo operato. Nella cultura sumerica gli spiriti maligni o angeli del male potevano essere di due tipologie: spiriti di esseri umani defunti che potevano essere controllati e addomesticati proprio per la qualità della loro vita passata; e spiriti mai incarnati responsabili verso gli uomini di qualsiasi azione malvagia, tortura e tragedia atmosferica. Scendendo dalle montagne o trasudando dalle rovine delle tombe con sembianze animalesche, vagavano per le città ed entrando nelle abitazioni attraverso le serrature, depredavano tutto, fisicamente e psichicamente.

La divinità malvagia più temibile nei culti assiro-babilonese era Pazuzu con il suo entourage, dio dei venti di sud-ovest proveniente dall’Arabia, portatore di tempesta, siccità, carestia e malattia. Lilu e Lilitu erano una spaventosa coppia che, nella mitologia giudaica seguente, divennero Samael e Lilith, quest’ultima signora della notte, infanticida e adescatrice di ingenui uomini, compreso Adamo.

Questa narrazione è andata avanti per tutto il medioevo in un tessuto sociale più informato e smaliziato che vedeva wikke, esorcisti e sacerdoti studiosi impegnati in ogni tipo di incantesimo e di formule di scongiuro (inquisizione permettendo) per allontanare ogni tipo di male e di malattie.

Qualcuno si aspetterebbe, visto che siamo figli di Dio, il trionfo del Bene sul male, ma questa come ogni storia a finale aperto vede le schiere demoniache perennemente gelose, tuttavia molto spesso rese impotenti, e le schiere umane “l’un contro le altre armate”, che per una sorta di tregua salvifica nel XVI sec. trovano una sorta di compromesso.

 

Grazia Piscopo

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