Come s’è messo in evidenza
precedentemente in Maison Ragosta, ma
anche l’anno scorso su Paise Miu,
quotidiano on line salentino da me
diretto sino a dicembre del 2018, una delle peculiarità del mondo del libro nel
distretto culturale leccese emersa a partire dal 2017 è quella legata alle
rassegne letterarie, che, sempre più numerose, conferiscono a questo un
carattere sistemico e gradi maggiori di maturità. Ed in effetti, le varie
rassegne emerse, a Lecce ed in provincia, negli ultimi anni, tra le quali vale
la pena citarne una per tutte, ovvero Inventiamo
Eventi di Fiorella Mastria, si pongono come contenitori stabili che
raccordano, da un lato, i lettori e dall’altro, gli autori e la produzione
delle case editrici. Un fenomeno questo che si è strutturato sempre di più,
come conseguenza di un pullulare corposo di autori e pubblicazioni locali, che
dopo il 2010 hanno assistito ad un’espansione mai registrata prima d’ora in
provincia de Lecce.
In
tutto questo un ruolo di spicco spetta alla rassegna letteraria L’altro
Libro, che, avviata nel 2017, si tiene a Cavallino in una delle sale
del Bar L’altro Caffè, d’inverno, e
d’estate in alcune ville private del centro storico. L’ideatore e il direttore
artistico di questa, oramai nota, kermesse
letteraria è Giuseppe Pascali, stimato e popolare giornalista della Gazzetta
del Mezzogiorno. Al suo fianco, condivide l’organizzazione degli incontri de L’altro
Libro, il simpatico, quanto affabile e sensibile, Vinicio Russo.
E
proprio perché L’altro Libro può essere considerata una delle prime rassegne
impostate nella prospettiva moderna del mondo del libro leccese, è stata
oggetto della nostra attenzione, che da circa un decennio si focalizza anche
sugli aspetti, non solo letterari, ma altresì sociologici ed economici del
distretto culturale leccese. Sicché, si è deciso di parlare diffusamente di
quest’iniziativa e per farlo ci è parso giusto declinare al nostro lettore una
delle serate tipo, tra le quali si è scelta quella di ieri sera, mercoledì 6 ottobre, tenuta in
occasione della presentazione del lavoro di una giovanissima esordiente, ovvero
Francesca Crusi, che recentemente ha pubblicato il suo primo volume: Cacciatori
di Demoni.
A tal proposito, va sottolineato che
la scelta degli autori e dei lavori letterari per L’altro Libro è portata
avanti da Giuseppe Pascali, assieme a Vinicio, con grande attenzione, riuscendo
sempre a far collimare le esigenze degli editori con quelle del pubblico. La
rassegna, infatti, nella formula impostata da Giuseppe, mantiene una costanza
significativa nelle sue frequentazioni da parte dei lettori cavallinesi e non
solo.
L’abbrivo
alla serata è stato dato da Vinicio Russo, che ha messo in luce i numerosi
motivi per cui è sorta la rassegna. Tra questi un posto prioritario occupano la
voglia, da un lato, di fare rete, tra scrittori, case editrici, presentatori e
pubblico, al fine di promuovere la cultura salentina e dare una risposta alle
esigenze letteraria locali, e dall’altro, la necessità di riqualificare la location, precedentemente destinata al
gioco d’azzardo e offrire dunque alla comunità cavallinese un’alternativa più
costruttiva. In seconda battuta è intervenuto Giuseppe Pascali, dando un sapore
più romantico allo scopo de L’altro Libro, quale quello di trascorrere
una lieta sera con amici ed in compagnia di un buon libro, ovvero una versione
moderna delle riunioni che fino a non molto tempo fa si tenevano attorno al
fuoco di un camino, per raccontare e raccontarsi.
Da
qui, la serata è entrata nel vivo ed è stata condotta con sapienza dalla
giornalista Francesca Pastore che ha saputo ben interpretare e proporre
l’autrice e il suo lavoro, intrattenendo un pubblico, in molti tratti,
particolarmente qualificato. Molto intenso si è mostrato il frangente
letterario quando si è parlato delle paure dell’uomo dei tempi moderni. E qui
si è giunti a dei distinguo significativi ed importanti. Quindi, ci si è
intrattenuti sulle paure di un tempo, che, pare, si presentino diverse da
quelle di oggi. Ma profonde differenze sono state individuate e marcate anche
tra le tipiche paure dei giovani d’oggi e quelle delle generazioni più mature.
Al
termine, decisamente significativo è stato l’intervento di Giuseppe Pascali,
che ha esortato l’autrice a guardare al successo sempre con un certo sospetto
perché il segreto di una lunga e luminosa carriera letteraria si deve soprattutto
alla capacità di essere sempre molto critici con se stessi. Circostanza,
questa, che va in parallelo con la produzione letteraria, la quale si
interrompe e muore quando ci si accontenta dei risultati raggiunti. L’ultima
battuta della serata è stata del Maestro Arnaldo Miccoli, noto pittore
italo-americano, che ha declamato alcuni suoi versi in vernacolo, molto
toccanti, dal titolo Sira de iernu,
richiamando così lo spirito più profondo delle serate de L’altro Libro, lì a
Cavallino.
Mauro Ragosta
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