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giovedì 20 giugno 2024

Post-Evento n°22: Ieri a Surbo, Festa Giallo-Rossa, con Saverio Sticchi Damiani e Pippi Fasano – di Mauro Ragosta

 

          Ieri sera, 19 giugno 2024, Surbo “si è incontrata in piazza” per festeggiare con Pippi Fasano, storico presidente del Surbo Calcio per 40 anni -a partire dal 1955- la permanenza in serie A il prossimo anno, della squadra del Lecce. Il tutto in combinata con l’Unione Sportiva del Lecce Calcio, presente col suo massimo esponente, ovvero il Presidente Saverio Sticchi Damiani, accompagnato da alcuni membri di spicco dello staff dirigente della squadra.

            Già intorno alle 20:30 Piazza Unità Europea a Surbo era gremita di tifosi di tutte le età, dove non poche erano le componenti provenienti da altri centri della provincia. Ma non solo. Di particolare rilievo è stata la partecipazione di bambini e adolescenti festanti, che sventolavano grandissime bandiere giallo-rosse. In tutto questo non è mancata una rappresentanza femminile, con un’adesione corposa, attenta, interessata.

            Sul grande palco allestito per l’occasione, numerosi gli ospiti, tutti di rilievo per il Mondo del Calcio leccese e surbino, oltre ovviamente a Pippi Fasano e Saverio Sticchi Damiani. Insomma, una serata che non si dimenticherà facilmente soprattutto a Surbo, uno dei centri della provincia che maggiormente segue la squadra del Lecce, ma anche dove il calcio è centrale nei suoi processi aggregativi e sociali. E proprio per questo, la serata è stata voluta e organizzata dall’Amministrazione Comunale surbina, alla quale si è associato il sostegno della locale Parrocchia di Santa Maria del Popolo e del suo parroco Don Mattia Murra.

            A gestire gli interventi sul palco il giornalista Mediaset Raffaele Pappadà e il noto attore, autore e regista leccese Gianpaolo Catalano. Alternandosi sapientemente e riuscendo a dosare i tempi e i ritmi della serata, i due hanno consentito a tutti gli ospiti interventi di qualità. Ha dato l’abbrivo alla serata Saverio Sticchi Damiani che, dopo aver marcato con forza il soddisfacente risultato dato quest’anno dal Lecce, ha tenuto a sottolineare che si tratta di una squadra diversa, perché diverge dallo scenario nazionale. 

        Per Sticchi Damiani il Lecce è qualcosa a parte, giustificando tale connotazione, poiché la serie A è una categoria che interessa quasi esclusivamente il Nord, ma soprattutto perché gran parte delle squadre che compongo questo girone, presentano una dirigenza e una proprietà composte fortemente, se non proprio totalmente, di risorse umane e finanziarie estere. Tutto al contrario il Nostro Lecce, che trova la linfa della sua esistenza, ovviamente sul piano finanziario e del management, nel Salento, nella sua Terra.

        Seguono l’intervento del Presidente del Lecce, i saluti istituzionali e di benvenuto del Sindaco di Surbo, Ronny Trio, ai quali si associano quelli del parroco di Santa Maria del Popolo, don Mattia Murra. E a questo punto è la volta di Giovanni Fasano, il figlio di Pippi Fasano e attore strategico nello staff del Lecce nonché produttore, con marchio M908, dell’abbigliamento sportivo della squadra del Lecce. Una persona composta e di misura, che ha ricordato al copioso e festante pubblico presente nella piazza, il valore dell’impegno e della passione, soprattutto quando si supporta una squadra di Serie A, perché si è immersi in un ambiente che richiede sempre il massimo.

          Accompagnato da un applauso corale e fragoroso, è poi salito sul palco Pippi Fasano, il “Grande Presidente”, il Presidente che è nel cuore di tutti i surbini. Proprio lui ha aperto il gioco degli interventi e degli intervenuti per questa grande festa Giallo-Rossa.

         Quasi tutti gli ospiti hanno messo in luce la necessità di una forza superiore per affrontare un campionato, soprattutto se di serie A. E ciò soprattutto nei momenti difficili, che non mancano mai e che mettono alla prova tutti. Va detto che per i dirigenti presenti sul palco sia del Lecce sia del Surbo il conforto e il sostegno del pubblico sono fondamentali, specialmente nei momenti di grande prova, e se non sono decisivi, aiutano tuttavia a trovare quello slancio necessario, sia a livello individuale sia a livello di squadra, per superare le numerose impasse che pone sul suo percorso il campionato.

            In ciò sono andati l'incoraggiamento e il sostegno di Pippi Fasano, che, dall’alto dei suoi 40 anni di presidenza del Surbo Calcio, ha fatto riecheggiare in tutta la piazza gli ingredienti necessari per il successo duraturo di una squadra di calcio, ovvero che per l'affermazione di un qualsiasi gruppo sportivo non è necessaria solo l’ambizione, ma soprattutto ci devono essere il cuore, la passione, la costanza, …il sacrificio!

            Forse, il momento più importante dell’incontro di ieri sera in favore della squadra del Lecce, si è avuto quando il Nostro Pippi ha sottolineato con forza che ciò che conta alla fine è il risultato. In tale direzione, una buona preparazione, il bel gioco sono importanti ma non sufficienti se non assistiti da una vittoria, che è sempre legata al saper cogliere l’attimo!!! Sottolinea Pippi, che basta poco per incassare un goal, e per questo bisogna stare sempre all’erta, vigili, attenti, attentissimi, saper “navigare in quel mare cangiante” dell’opinione pubblica. Ci vuole forza, per Pippi, ma soprattutto saper cogliere “l’attimo fuggente”.

        Ed è così che vogliamo chiudere questo nostro resoconto sulla bella e partecipata serata di ieri, organizzata dal Comune di Surbo e dalla Parrocchia di Santa Maria del Popolo, ribattezzando il Nostro Pippi come l’Uomo dell’Attimo Fuggente…..

 

Mauro Ragosta

 

sabato 15 giugno 2024

Saper Fotografare (parte quindicesima) - La gestione dei colori: il Bianco – di Mauro Ragosta

 

            Nella prospettiva moderna e contemporanea la principale missione dell’Arte, e di qui anche della fotografia, pare essere quella di suscitare emozione, scuotimento dei sensi, turbamento dell’anima. E questo è vero, ma mai deve essere confuso con l’uso semplicistico dei colori. Certamente, le sensibilità elementari, quelle che fanno capo ad un livello culturale di non grande rilievo, l’impatto cromatico puro genera la “famosa emozione”. E qui una persona semplice rimane attratta da abbinamenti di cromie sgargianti, magari, rosso, blu e verde, o giallo, bianco e oro, e via dicendo… L’attento osservatore, ad esempio, verifica con facilità, che gli accostamenti cromatici nei supermercati, vengono realizzati, infatti, per “turbare” e invogliare all’acquisto l’avventore.

            Per converso, un soggetto evoluto ed esigente se da un lato rimane “abbagliato” dai giochi di colore di un’immagine, dall’altra in questi “legge e vede” una quantità di informazioni, crescente e proporzionale al suo livello culturale. Ed ecco che, l’artista come il fotografo, sì devono produrre opere tecnicamente valide, ma questo è del tutto insufficiente, soprattutto oggi. L’artista, come il fotografo, prima di tutto, deve essere persona colta, e il suo valore, in molti casi, sarà determinato proprio dal suo spessore culturale, perché questo trasuderà in ogni sua opera e in tutti i particolari di questa…riuscendo così a cogliere e “colpire”, anche l’osservatore più esigente e smaliziato.

            Premessa questa, doverosa e a Noi gradita, ché segue le richieste di uno dei Nostri lettori: sulla scorta del precedente intervento (parte quattordicesima di questa rubrica) ne sollecita un altro con riferimento all’uso del colore Bianco, sia nella prospettiva più meramente tecnica sia nei risvolti di significato e simbolici. Sicché, in questo pezzo ci si soffermerà sulla gestione del Bianco, non mancando, parallelamente, di tracciare nel prossimo appuntamento una tavola sul Nero.

            In fotografia, le riprese del Bianco come del Nero, un tempo costituivano dei grandi problemi e una grande destrezza tecnica per risolverli. E tutto questo non solo nelle fasi di scatto, ma anche di quelle di sviluppo e di stampa. Oggi, gran parte degli accorgimenti e delle accortezze tecniche sono ampiamente superate, inutili dunque, per via degli sviluppi della tecnologia. Tuttavia, vale la pena soffermarsi su una questione ancora molto attuale e di particolare rilievo e interesse, ovvero quella connessa alla dominante.

            Si sa il Bianco puro è tecnicamente un’utopia, sicché qualsiasi Bianco in fase di ripresa e di stampa presenta sempre delle dominanti. In altre parole, un abito, come un oggetto come un luogo di color bianco nelle risultanze dell’immagine derivante dallo scatto, avrà, anche se minima, una dominante, che potrà tendere a tonalità fredde, come il blu, o tonalità calde come il rosso o il verde. Ovviamente, gli effetti della dominante nella percezione dell’osservatore saranno completamente diversi, in riferimento al tipo. È noto che i colori freddi come anche le relative dominanti nel Bianco tendono a sviluppare aspetti più mentali, spirituali nell’osservazione dell’opera, rispetto ai toni e alle dominanti calde, che richiamano in buona sostanza quelli più passionali dell’esistenza, e ciò a trecentosessanta gradi.

            Ed ecco che, un Bianco con dominanti fredde deve essere usato o prodotto quando si realizza una foto prevalentemente intellettuale o di forte richiamo ai rigori della mente, mentre le tonalità calde del Bianco vanno usate per immagini più coinvolgenti, o i cui contenuti richiamano questioni più “di Vita”. Certamente, di ciò non se ne può fare una regola, ma si reputa che quanto sottolineato sia un buon punto di partenza per darsi delle regole nell’impostare il Bianco in un’immagine.

            Nelle prospettive di senso e simboliche, il Bianco è di fatto il colore del “tutto possibile!”. Fino agli anni ’60 del secolo scorso, di Bianco venivano vestiti i malati di mente, e nella Nostra terra, le famose tarantate. Ma il color Bianco è di fatto anche il colore dell’ingenuità nonché della purezza, e le due qualità ovviamente non vanno confuse. L’ingenuità è qualità di chi ha una visione monotematica della Realtà, che manca di un’articolazione. La purezza invece, attiene all’integralità del soggetto o dell’oggetto. Ad esempio, nei processi iniziatici, chi a questi vi accede viene definito candidato, candido, puro dunque, ovvero totalmente preparato ad accogliere…integrale, dunque… E le persone che si sono purificate, vestono di Bianco…

In tale direzione, ma sul versante dell’integralità, non è un caso che i Cavalieri Templari, come anche i Cavalieri Teutonici vestivano di Bianco, indicando ciò la purezza e la totale dedizione e preparazione alla loro missione…

Ancora sul piano simbolico, va evidenziato che il Bianco è colore che restituisce tutta la luce su di esso inviata, al contrario del Nero, che invece assorbe e trattine. Sicché, in tale accezzione il Bianco è il colore che ricambia tutta la luce-energia che gli si invia, è il colore della risposta, è il simbolo del rimbalzo...dove "tanto gli dai e tanto ti restituisce", al contrario del Nero, che lo si interroga, ma non risponde, trattenendo tutto ciò che gli si chiede e invia.....

Per quanto riguarda gli sfondi di color Bianco, invece, si tratteranno nelle prossime parti di questa Rubrica, congiuntamente con quelli di color Nero, poiché il loro uso è fortemente correlato, legato cioè da sensi di interdipendenza.

Va da sé che molto altro v’è da evidenziare su tale argomento, ma lo strumento giornalistico on line, nella prospettiva dell’efficienza, non consente lunghe dissertazioni. Pertanto, quanto qui marcato deve considerarsi solo da stimolo per avviare ulteriori e utili approfondimenti, secondo ovviamente la propria sensibilità e il proprio desiderio.

E chiudiamo qui, ringraziando i lettori che ci hanno sollecitato per questo ulteriore appuntamento di Saper Fotografare, ricordando che la nostra Rubrica è sensibile ad ogni tipo di suggerimento con riferimento al tema trattato, non mancando di accogliere anche interventi personali particolarmente strutturati e di interesse generale.

           

 Mauro Ragosta