In un “Mondo” che procede per luoghi
comuni, preconfezionati, da fast food
culturale, dove l’individuo Occidentale è imbozzolito in un infernale gioco di
specchi, l’ultimo lavoro narrativo di Giampiero Khaled Paladini si pone come
cibo “indigesto e mortifero”, di rottura, perché il suo raccontare non porta a
nessuna presa di posizione, pur disvelando alcune realtà di cui non può non
tenersi conto. Paladini somministra al lettore, infatti, le dualità e le
contraddizioni dell’esistenza, sia dell’universo musulmano sia di quello
Occidentale ed “evoluto”, imponendo al lettore, così e di fatto, un lavoro di
riflessione e da qui un esercizio sulle attività decisorie circa il proprio
sistema valoriale in merito alle relazioni non solo interculturali, ma tutto
sommato anche rispetto all’alterità. Insomma, Paladini, col suo ultimo lavoro dal
titolo “…e adesso tutto cambia!”, pubblicato
nelle ultime settimane dell’anno appena trascorso, scompone un ordine, quello
del lettore appunto, per poi condurre a riproporne autonomamente uno nuovo e
rinnovato ….più attuale, vivo. Nelle parole di Hugo von Hofmannsthal in Canto
di Vita, si sottolinea d’altro canto che “…ogni
conoscenza determina scomposizione e reintegrazione…”
Ad ogni modo, qui va subito
sottolineato che “…..e adesso tutto
cambia!” è il quarto sforzo narrativo di Khaled, con riferimento agli ultimi
dieci anni, e rispetto al quale, nonostante la strategia scrittoria del lavoro
sia in linea con quella prevalente in Italia negli ultimi trent’anni, ovvero
piana e con una terminologia poco ricercata e dunque accessibile a tutti, occorre
enfatizzare sulla circostanza che presenta una densità emotiva e concettuale
veramente importanti, rendendone la lettura particolarmente gradevole ed appassionante.
Nel suo raccontare Paladini tiene ferma la penna sulla trama e, parimenti,
tiene fermo il lettore sulle sue pagine. Gli accenti della narrazione, poi,
sono posti sulle questioni importanti dell’esistenza, che dal volume si
dispongono e si trasferiscono nella vita del lettore, rendendolo complice delle
conclusioni………
In quest’ultimo lavoro Paladini
narra delle vicende di una coppia “mista” culturalmente: lei, Rosetta, leccese, lui, Mansoor, iraniano. Pare porre così al
centro dell’attenzione le problematiche interculturali e di genere, ma il suo è
un bluff, per far passare invece
un’altra questione, ovvero il senso del vivere civile, che alligna in tutte le
culture e prevale su qualsiasi distorsione e aberrazione del genere umano. Nel
racconto Gianpiero si sfata la visione popolare che si ha dell’Islam, quale
mondo violento e privo di ragione e soprattutto di ragionevolezza, per
sottolinearne invece, in un gioco di chiari e scuri, le dinamiche, che nella
sostanza sono uguali a quelle Occidentali. Insomma, per Paladini l’uomo è
l’uomo, che pure nelle sue varianti culturali e religiose, alla fine, nei
tratti essenziali, è sempre uguale a se stesso. Ecco che, i buoni e i cattivi
non sono tali rispetto alle varianti religiose e di regime, ma rispetto al loro
interagire col prossimo nella prospettiva del rispetto e dell’intelligenza di
mediare le differenze culturali. Insomma, Paladini nel suo volume vuole tout court porre l’accento su un Uomo
senza frontiere.
Ma veniamo al quid. Rosetta, la protagonista, è donna che sin dalla più tenera
infanzia convive con una sessualità vivacissima, cui si accompagna la sua
capacità di “arrivare” all’orgasmo in un “batter di ciglio”. E se tutto ciò,
per il lettore è motivo di ripetuti ed inusitati entusiasmi, assieme a profonde
vergogne e riprovazioni, la questione di fatto costituisce il punto debole
della donna, che viene ripetutamente strumentalizzata, non solo dal suo
compagno iraniano, ma anche da i suoi concittadini, soprattutto quelli di
ambienti molto alti. Su queste note, poi, si dipanano e si verificano gli
effettivi valori sia della cultura Occidentale sia di quella
Orientale-Musulmana, che alla fine paiono fondersi e confondersi e dove trionfa
sicuramente la giustizia, intesa come armonia ed equilibrio nelle relazioni di
qualsiasi specie.
Giampiero, originario di Magliano, in
provincia di Lecce, s’è convertito all’Islam circa sette anni fa, ma non ha
voluto scrivere e pubblicare questo racconto per sdoganare il suo credo
musulmano, almeno rispetto al suo entourage
di lettori, che è veramente ampio, ma per porre l’accento sull’Uomo inteso in
senso ampio e del vivere. Lui, d’altro canto, è un esperto di relazioni
internazionali e forse ha voluto sottoporre ai suoi fans questo volume, per smistare delle sollecitazioni che portino
ad una visione più ragionata e ragionevole non solo della nostra società, ma
anche dell’esistenza. Se è vero, infatti, che siamo orientati verso il
multiculturalismo, il quale tuttavia è ancora giovane e, come normale, è alla
base di molte delle tensioni non solo sociali, ma anche individuali, dall’altra
oggi più che mai occorre tenere sempre presente tutte le problematiche
attinenti all’alterità. Insomma, il lavoro di Khaled è un invito a rivedere le
nostre cognizioni rispetto a questa nuova società, ma anche a questo nuovo uomo
che si sta edificando anno dopo anno.
Ecco, dunque, che “…e adesso cambia
tutto!” è un libro da leggere soprattutto per la portata culturale, che si
presenta di estrema attualità e ampiezza. Un libro da leggere per intercettare
quali dovrebbero essere le migliori coordinate del nostro agire quotidiano,
dove questo oramai non è più “monocromatico”. Un libro da consigliare, per
aprire importanti dialoghi e nuove sentieri relazionali con chi ci è caro e con
chi si vuol conoscere più da vicino. Un libro da esperire anche per liberarsi
da quegli specchi, che ci rendono schiavi di noi stessi, per aprirci, insomma, un
varco foriero di esperienze che conducano alla pienezza e alla sazietà del
vivere.
Mauro
Ragosta
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