Quasi nessuno ha coscienza che, durante gli ultimi lustri, il comparto dell’arte, dello spettacolo e della cultura (ASC) nel leccese ha assunto proporzioni di tutto rilievo nello scenario economico, diventandone uno dei pilastri fondamentali, paragonabile peraltro, a quelli dell’industria e delle costruzioni. Sebbene sottostimato, il PIL attribuibile all’ASC è, infatti, di poco inferiore al 7% di quello complessivo della provincia. Ma c’è di più. Il settore ha assunto tutti i caratteri del distretto. E non come quello barese, creato dallo Stato, ma spontaneo. A Lecce ed in provincia, parafrasando Marshall e Becattini, si respira la tensione culturale, si percepiscono nettamente le atmosfere artistiche, vivacissime sono le interrelazioni tra gli addetti ai lavori. Da qui è facile intuire che il settore sta diventando sempre più momento attrattivo per investitori e politici, per uomini d’affari e avventurieri.
Particolarmente interessanti si presentano le recenti evoluzioni del mondo della cultura leccese nelle sue componenti della poesia e della narrativa, con le sue specializzazioni della giallistica, del romanzo storico, nonché delle propaggini della filosofia non accademica. Un mondo, che sviluppatosi, in virtù del contributo soprattutto di uomini di sinistra non accademici, nella metà degli anni ’90, dopo il 2010 ha registrato una forte accelerazione grazie all’entrata in campo della destra, che ha condotto ad una vera e propria “industrializzazione” del momento letterario. Non è azzardato, infatti, parlare di fordismo intellettuale e massificazione della produzione e del consumo di libri e annessi eventi legati al momento commerciale. Le recenti tendenze di questo mondo si materializzano nella serialità e nella spettacolarizzazione, con una certa propensione all’export culturale. Va da sé che nell’ultimo anno tali dinamiche sono state smorzate dalla questione legata al covid, ma a giudicare dalle ultime attività culturali, questo non impedirà il suo naturale corso al settore, una volta esauritasi l’emergenza.
I protagonisti in tutto questo sono gli scrittori, il cui ruolo oggi si presenta fortemente indifferenziato: scrivono, presentano, moderano, creano e conducono eventi ed associazioni. Il loro fermento, quasi esclusivamente dettato da motivazioni legate al prestigio e alla vita sociale, è stato assecondato dalle amministrazioni comunali, che hanno colto le dinamiche del fenomeno e si sono affiancate predisponendo spazi per lo sviluppo dell’azione culturale di tali soggetti.
Nel complesso, pare che si stia venendo a creare una vera e per propria organizzazione sistemica. Non a caso cominciano ad emergere episodi di star sistem, possibili solo dove si può organizzare una carriera. Qui, soggetti con forte potere relazionale, a livello istituzionale sia privato sia pubblico e dotati anche di un certo potere economico, cominciano a programmare il lancio di alcuni degli operatori di base del settore, quali gli scrittori e i poeti appunto. Ma la novità dove sta? Mentre infatti solitamente lo scrittore leccese si autoproponeva, oggi, comincia ad essere proposto e quasi imposto, dove soggetti terzi programmano per lui una serie di eventi e supportandolo nelle pubblicazioni, ma anche nelle pubbliche relazioni.
La conseguenza di tutto ciò è che si sta passando da un incedere individualistico e spontaneo, disordinato, ad uno organizzato, meno caotico. Pare però che l’incipiente star sistem leccese, che ne è il risvolto principale, non sia pilotato dagli scrittori, ma da agenzie estranee, che si pongono come veri e propri caporalati, approfittando dell’abbondanza di offerta, quasi senza costi. Eh sì, perché il costo di uno scrittore leccese è vicino allo zero. Non si registrano al momento casi di scrittori –tranne qualche millantatore- che dalla produzione traggano un sostentamento economico significativo.
Ma il sollievo economico per uno scrittore leccese è irrilevante! Egli vive, infatti, in una società opulenta, che non manca del necessario per la sussistenza. E da qui, il prestigio, il successo, l’essere rinomati hanno una valenza superiore a quella economica. In tale direzione, molti acquisiscono anche dottorati di ricerca presso l’Università, dando più slancio, così, al proprio prestigio, obiettivo ultimo ed esclusivo. E stranamente tali ambizioni, muovono uno fra i settori economici emergenti e più di spicco del panorama leccese. Sull’ambizione, dunque, è imperniato un sistema di produzione complesso e articolato, di cui il caso leccese forse costituisce un esempio raro. Se infatti lo scrittore base leccese si ciba di gloria, questo suo incedere muove tuttavia un complesso di attività che generano ricchezza.
E così, se a livello nazionale si privilegia lo stesso
sistema, ma con funzioni pedagogiche e soprattutto politiche, di orientamento del popolo e
della coscienza popolare, nel leccese la questione attiene solo a logiche di
prestigio, sebbene sul
piano sociale abbia un rilievo di non poco conto, in termini di confronto e supremazia individuale e di gruppo e solo di rimando si traduce in ricchezza economica, ma mai per gli operatori di base, sostanziansodi il tutto e in definitva in una sorta di "Barocco Culturale".
Mauro Ragosta
https://youtu.be/lhdKGKUfH6Q
https://youtu.be/t1mKnYGyVC8
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