Ieri sera, a Lecce presso Villa Romana, un
raffinatissimo Cosentino, Salvatore Cosentino, ha presentato per la prima volta
l’ultima produzione di Rossella Maggio: Sorelle d’Estate, edito da Caosfera e
già nelle migliori librerie del capoluogo salentino e non solo.
Una presentazione con un forte
taglio classico, nel senso che la Nostra e nota autrice, Rossella appunto, è
stata per lo più silente. Una modalità ancora in voga fino a circa quindici
anni fa, quando solo il critico e presentatore esponeva in tutti i suoi
dettagli l’opera autoriale. Una scelta questa di Cosentino, che va ad inserirsi
in un quadro ricco e significativo, che mese dopo mese ed anno dopo anno sta
componendo con maestria circa le proprie modalità di fare cultura, teatro e
letteratura. Senza dubbio lui è uno degli elementi di novità e, allo stesso
tempo, innovativo nel Nostro Distretto Culturale, sebbene l’incedere di questo
sistema mostri chiari i segni di un ritardo, di un gap accumulato soprattutto negli ultimi tempi, a partire dal Covid-affaire.
E così il Nostro Cosentino ancora
una volta è stato capace di giocare abilmente con le parole e con la Ragione,
dissertando sul volume della Maggio e accarezzando quest’ultima, in senso
letterario ovviamente. Con gli astanti invece egli si è prodotto in qualcosa di
più complesso, esibendo, infatti, esercizi di chiaro-scuro incisivi, profondi,
taglienti a tratti, e, nello stesso tempo, assonanti, convergenti, densi di
corrispondenze col sentire comune. Brillante, dunque, il nostro Cosentino, che
tuttavia non ha mancato di sottolineare criticamente la scelta autoreferenziale
della cultura leccese, assolvendo ovviamente il leccese in sé.
Più nello specifico, Cosentino ha
paragonato Sorelle d’Estate ad una opera musicale, di cui Rossella ne è il
compositore e il direttore d’orchestra. Un’opera rispetto alla quale egli ha
rimarcato più volte che non può non notarsi il sapiente ritmo narrativo che la
Maggio ha saputo conferire ed imprimere al suo romanzo. Ma, soprattutto, i
contrappunti dell’opera presentano particolare valenza, perché gestiti sì dai
flussi automatici di pensieri e parole, rispetto ai quali tuttavia esiste una
coscienza e una consapevolezza superiori e di non poco conto. Affermando tutto
questo, Cosentino sottolinea, però, la bellezza della Nostra autrice in tutte
le prospettive, da quella fisica a quella animica, rispetto alla quale, egli
asserisce, Rossella stessa pare esserne dimentica.
Solo in ultimo, v’è stato un breve
intervento della Maggio, che ha tenuto a sottolineare i nuovi e diversi accenti
dati al rapporto uomo-donna in quest’ultimo romanzo, rispetto alla produzione
precedente, ovviamente. Un rapporto dove la donna appare capace di compiutezze
e di produrre sensi e senso, quando invece l’elemento maschile si sostanzia in
un incedere più “leggero” e volatile
Al di là di tutto questo, la serata
si è sviluppata in un momento singolare di brio culturale e letterario e
assieme di verve mondana. E ciò anche
in virtù di una sentita ed accorata partecipazione del pubblico. In tale
direzione, il parterre si è
presentato ricco di personalità significative del panorama colto e artistico
leccese. Proprio per questo, Rossella ha voluto dedicare ad alcune delle
personalità presenti, saluti e ringraziamenti speciali. Tra queste vanno
sicuramente segnalate il musicista Chirivì, la poetessa Claudia Piccinno, l’attrice
e scrittrice Tiziana Buccarella e le pittrici Emma Bortone e Anna Dell'Anna.
Inutile dire che la location era splendida e tale da
conferire alla serata le giuste e meritate atmosfere, godute appieno da tutti i
convenuti.
Mauro
Ragosta
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