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giovedì 18 marzo 2021

Recensione n°17 - “Il tempo e l’acqua”.... i miti e la saggezza con Andri Sanaer Magnason - di Paolo Rausa

 

Andri Snaer Magnason, classe 1973, è narratore, poeta e drammaturgo islandese. E soprattutto figlio della Terra, come lo siamo tutti noi, ma premuroso e consapevole dei rischi che sta correndo il nostro pianeta per le conseguenze del riscaldamento globale. Laureato in lettere all’Università d’Islanda nel 1977 e subito dopo impiegato all’Istituto di studi medievali della facoltà, viene qui a contatto con il patrimonio della tradizione manoscritta del popolo islandese e con i miti e le leggende dei popoli del nord. Una cultura elaborata in un habitat naturale specifico che ha costituito l’essenza di un rapporto con la vita e l’ambiente circostante: il mare innanzitutto, i ghiacciai, gli animali e gli uccelli. Proprio questa visione ora si sta decomponendo sotto i colpi delle attività umane che hanno degradato l’ambiente naturale, con lo scioglimento dei ghiacciai e l’acidificazione dei mari.

Dalla letteratura alla scienza: Magnason è rigoroso  nel percorrere tutti gli aspetti di questa morte annunciata, se non fermiamo il treno del progresso “inarrestabile”. Il profitto prima di tutto, mentre tutti gli elementi che gli scienziati continuano a servire sulla nostra tavola sono sottovalutati, se non trascurati del tutto. Sa bene l’autore che la storia dell’umanità è stata un glorioso incedere verso il superamento delle condizioni non facili che ha dovuto affrontare nel corso del tempo per le difficoltà a reperire cibo bastevole, a disporre dell’acqua o a combattere le malattie che rendono l’esistenza precaria e fragile. Molte guerre per il predominio hanno insanguinato le lande di ogni area geografica e l’uomo si è imposto su tutti gli altri esseri della terra, oltre a sottomettere popoli di culture diverse, che potevano a prima vista sembrare più deboli. A che prezzo! “Siamo l’ultima generazione che può salvare la Terra dalla distruzione irreversibile.”, la sua preoccupazione. Una situazione che richiede scelte coraggiose da parte di ciascuno di noi, ma soprattutto decisioni urgenti da parte del consesso delle nazioni, una collaborazione per raggiungere gli obiettivi degli accordi di Parigi ed evitare che il riscaldamento globale superi gli 1,5 gradi centigradi e azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050. “Il tempo e l’acqua” diventano il termine di paragone per saggiare la temperatura della terra e i suoi limiti. Il tempo non è più infinito e l’acqua non fluisce limpida ma si surriscalda e si acidifica con grande danno per tutti gli esseri viventi, animali e vegetali, dal momento che gli oceani hanno la funzione vitale di trasformare per il 60% la CO2 in ossigeno e così le zone umide che ci affrettiamo a ricoprire e a drenare. Abbiamo quasi distrutto le barriere coralline e non si sentono in giro grida di peana per le misere condizioni in cui abbiamo ridotto la terra.

L’autore parte dal passato della sua terra e dei suoi progenitori, valorizzando il lascito culturale equilibrato rispetto alle risorse che l’ambiente forniva e guarda al futuro, ai suoi figli, ai nipoti e pronipoti che verranno. Non possiamo consegnare la terra così malridotta a chi verrà dopo di noi. “Abbiamo ricevuto un paradiso e lo stiamo distruggendo.” è il suo grido di dolore. Cerca conforto e lo trova nelle parole nobili del Dalai Lama che intervista due volte, in Islanda e in India. Lo colpiscono le sue parole sagge, sulla necessità di insegnare la bontà d’animo come presupposto per fare pace con il pianeta e gli esseri viventi, animali e vegetali. “Tutti gli esseri viventi hanno il diritto alla vita. Le piante sono parte della natura e in senso più ampio anche noi siamo parte di loro. Senza le piante non possiamo vivere. E poi ci sono uccelli e animali che, secondo il buddhismo, sono esseri senzienti, e a loro dobbiamo estendere affetto e amore.” Il messaggio del Dalai lama, a lui affidato, è universale e oramai irresistibile. Abbiamo molte alternative al consumo di petrolio e alla fame di cemento e asfalto, utilizziamole: l’energia eolica, quella termica e solare. Abbiamo compiuto molti passi in avanti. Gli ultimi trenta anni sono stati l’epoca dei computer, dei telefoni, di internet e dell’intrattenimento di massa, scrive Magnason. Facciamo in modo di non sprecarli e porre fine a questo meraviglioso libro che è la storia dell’umanità. In che modo? Rivedendo quasi tutta l’eredità che ci ha lascato il XX secolo e riconsiderando “i nostri regimi alimentari, la moda, la tecnologia, i mezzi di trasporto, tutta la produzione e i consumi.”

In questo programma Magnason condensa la missione della nostra generazione: riduzione degli spechi alimentari; incremento dell’energia solare ed eolica; tutela dei boschi, rimboschimento e rispristino delle zone umide e delle foreste pluviali; empowerment femminile con la parità dei diritti, definita “una delle soluzioni principali per i problemi ambientali”. Se c’è qualcosa che possiamo apprendere dalla pandemia è la necessità di far tesoro dell’esperienza e dell’immensa sofferenza che ha causato. Dobbiamo applicarla al futuro del nostro pianeta, per proteggere il fondamento della vita e consegnarlo ai nostri cari, perché sia tramandato e non inesorabilmente interrotto. Il tempo e l’acqua, Iperborea editore, Milano 2020, pp. 333.

 

San Giuliano Milanese, marzo 2021

                                                                                              PAOLO RAUSA   

 



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