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domenica 18 dicembre 2022

Post-Evento n°16: Al Ducale di Cavallino, ieri in scena i Cosentino, padre e figlio – di Mauro Ragosta

        “Addirittura padre”, l’ultima creazione da teatro di Salvatore Cosentino, scritta in una proiezione sinergica col figlio Francesco Saverio, è stata messa dai due in scena ieri sera al Ducale di Cavallino. Sebbene non fosse una prima, la pièce ha destato non poco interesse e una eco di sicuro rilievo. Un ricco parterre, non solo sotto il profilo quantitativo, ma anche qualitativo, si è mostrato molto sensibile alle sollecitazioni che venivano dal proscenio, da un Salvatore assolutamente padrone della scena e da Francesco Saverio sempre all’altezza anche sul piano della tempistica e del ritmo, peraltro molto serrati. Un pubblico, dunque, molto attento, soprattutto perché l’alchimia dei Cosentino, sia sotto il profilo contenutistico sia sotto quello più strettamente “teatrale”, presenta tutte le caratteristiche del fenomeno evergreen.

            D’emblée va marcato che “Addirittura padre” si pone nel grande solco della produzione di Salvatore Cosentino, questa volta però in una prospettiva di superamento delle specificità compositive del Nostro giudice. Superata la noiosa querelle se Cosentino sia o no un attore -dove i più arguti possono comprendere con una certa agilità che ci si trova di fronte ad un fenomeno nuovo e innovativo nel mondo del teatro, che poco ha a che vedere con la recitazione e, allo stesso tempo, apre scenari inediti e tutti da scoprire ancora, per il rinnovamento e l’arricchimento di questo specifico segmento dello spettacolo- ieri sera al Ducale la performance di padre e figlio ha mostrato valenze a più livelli.

            Con “Addirittura padre” i Cosentino compiono due operazioni sottili e molto raffinate, precluse a molte opere teatrali messe in scena in questi anni, perché fin troppo infarcite di politica. I Cosentino vanno molto oltre, non mancando in questa loro pièce, importanti e significativi “squilli di tromba” sebbene non rappresentino questi lo specifico. Ma veniamo al dunque...

         La prima e significativa “manovra” che compiono i Cosentino con “Addirittura padre” è quella di tracciare una possibile via per ricucire i rapporti tra generazioni, un problema oggi che affligge la società moderna e soprattutto italiana, dove spesso i giovani galleggiano in un presente privo di senso, gli anziani che vedono la loro principale ricchezza, l’esperienza, buttata al vento o a marcire nella loro solitudine e le generazioni di mezzo, i veri protagonisti della nostra società, senza i giovani e senza gli anziani, proiettati in un consumismo sin troppo feticistico. I Cosentino mostrano una possibile strada, una possibilità sulla quale bisogna riflettere, ed eventualmente avventurarsi nella costruzione di questo “Grande Ponte” generazionale.

            Il focus messo in evidenza ieri sera, per adoperarsi in questa grande costruzione intergenerazionale, per la quale è stata utilizzata l’immagine del passaggio del testimone, nella prospettiva simbolica, è nel concetto di “strumento”, del “passaggio di strumenti”. In tutto questo ovviamente non è stata trascurata la prospettiva più sentimentale e affettiva, nelle sue varianti in positivo ed in negativo, dei rapporti tra generazioni, ma questi mai nello spettacolo dei Cosentino hanno avuto una dissonante predominanza.

            Sotto questa luce “Addirittura padre” è uno spettacolo decisamente moderno, una risposta ad uno dei grandi problemi che pone il nostro tempo. Tempi difficili? …forse. E proprio qui lo spettacolo dei Cosentino compie un’altra operazione di grande raffinatezza. Padre e figlio guardano al presente dal passato, ma non mancano di guardare al passato dal presente, ponendo una struttura interpretativa della realtà circolare tra presente e passato, dove per comprendere il passato bisogna conoscere il presente e per conoscere il presente si deve conoscere il passato. Un metodo sul quale soffermarsi, riflettere ed elaborare per capire e comprendere la portata dello spettacolo dei Cosentino

            E così, i Nostri protagonisti con estrema agilità vanno dai Caroselli degli anni ’60 al rapping, passando in veloce rassegna la cultura e i ricordi degli anni ’80 e ’90. Un mix narrativo che ovviamente chiama in causa i protagonisti negli addendi comuni alla vita di tutti noi.

            Insomma, “Addirittura padre”, uno spettacolo da vedersi, un’ora e mezza stimolante, che dà il coraggio e la voglia di guardare e di guardarsi, che risparmia il pubblico di virtuosismi tecnici oramai fin troppo ordinari, puntando dritto al cuore.

 

Mauro Ragosta

 

Nota: le foto, come al solito per gli eventi, sono state realizzate volutamente con la tecnica del mosso, perché si è privilegiata la prospettiva evocativa anziché quella descrittiva strcto sensu.

 

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