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mercoledì 8 luglio 2020

Il Mondo Culturale leccese in forte ritardo – di Mauro Ragosta



           Il regime dell’emergenza progressivamente sta allentando la sua morsa. In parallelo l’universo dell’arte, dello spettacolo e della cultura a Lecce e nella sua provincia, lentamente sta riprendendo tutte le sue attività. Il riavvio, tuttavia, non sembra abbia mutato, rispetto al passato, l’incedere, sia nelle forme sia nei contenuti, nonostante la grande svolta nella Civiltà Occidentale, segnata appunto dal covid-affaire. Ed in effetti, per gli attori culturali leccesi il grande travaglio dei mesi scorsi è stato causa solo della sospensione delle attività e nient’altro, quando invece la Cultura Occidentale ha cambiato rapidamente passo.
            Un Mondo, quello culturale leccese, che si mostra pietrificato rispetto al cambiamento, nei confronti del quale, in parte non ha compreso, in parte ha ignorato. E così, il suo grande sviluppo del decennio precedente sembra d’un colpo essersi arrestato e mummificato in prassi e rituali, che oggi appaiono superati dai nuovi tempi e dalle nuove problematiche, che rapidamente si stanno insediando nella nostra società.
            I principali attori leccesi, dalle compagnie teatrali, agli editori, ai gruppi musicali non sembrano aver colto i segni del cambiamento e, da qui, si stanno perpetrando ancora in prassi dettate da schemi e modalità, che non è azzardato definire antiche. L’unica reazione al grande mutamento sociale e culturale dei mesi scorsi, pare essere solo quella che li ha portati solo ad aumentare le richieste di finanziamenti pubblici, da un lato e dall’altro, a diminuire i costi di produzione. E proprio loro, ovvero compagnie teatrali, editori, case discografiche, con tutti gli operatori intermedi, appunto, non hanno indicato nuovi percorsi in linea con i tempi, rimanendo fissi sull’aumento dei rendimenti produttivi, anziché avviare politiche di investimento in relazione ed in reazione agli scenari nuovi, che giorno dopo giorno si stanno disegnando nella nostra società. Il loro potrebbe essere definito un atteggiamento quasi da cariatidi, come direbbero certi economisti.
            Dall’altra, privi di un orientamento, gli operatori di base, quali gli scrittori, gli attori, i musicisti, i ballerini, si sono solo esercitati in una produzione da “Tempo del Covid” senza un minimo accenno se non ad anticipare le nuove dinamiche, quantomeno ad esserne al passo.
            E così, stanche, defatigate e svilite, senza un reale senso rispetto ai nuovi tempi, sono riprese le presentazioni dei libri, qualche rappresentazione teatrale. La percezione che se ne ha è quella che tutto ciò appare come vecchio o comunque che non tiene conto che il “Tempo del Covid” ci ha profondamente cambiati, nei pensieri, nell’animo, nei sentimenti, nelle relazioni. E tutto ciò si presenta assente nell’espressione e nella coscienza degli uomini di cultura e degli artisti salentini, in genere.
            Dall’altra, del tutto assente pare essere la consapevolezza per la quale si è avviata con forza l’Era della Robotica e dell’Intelligenza Artificiale, che inciderà profondamente sul modo di fare cultura, sfoltendo tutte le sacche di inefficienza, molto dell’arrivismo degli ultimi anni, e tutti quegli operatori d’avventura, che come accade da sempre nei processi di grande sviluppo, si inseriscono nel settore con effimere filosofie carrieristiche. Soggetti, questi ultimi, i quali come rapidamente entrano nel settore, così altrettanto rapidamente ne escono.
            Peraltro, le reti di relazioni, che si erano composte lentamente negli anni precedenti, conferendo al mondo culturale leccese una qualche forma sistemica, pare abbiano registrato pesanti sfilacciamenti con il lungo periodo di sosta e una certa fatica a ricostituirsi.
            Insomma, non è fuor di luogo che si possa parlare di vera e propria, e anche profonda crisi del Distretto Culturale leccese, non riuscendo i suoi attori ad elaborare schemi adeguati ai nuovi tempi, rispetto ai quali il gap sembra già importante. Cambiare rotta, di certo, è questione complessa e delicata, sovente anche dolorosa, ma proprio in questo si vedono la forza e la virilità di una società, in assenza delle quali è garantita la scomparsa dalla scena e dalla storia.

Mauro Ragosta
            
Nota: chi fosse interessato alla mia produzione di letteratura economica può cliccare sul seguente link
https://youtu.be/t1mKnYGyVC8 

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