Il regime dell’emergenza
progressivamente sta allentando la sua morsa. In parallelo l’universo dell’arte,
dello spettacolo e della cultura a Lecce e nella sua provincia, lentamente sta
riprendendo tutte le sue attività. Il riavvio, tuttavia, non sembra abbia
mutato, rispetto al passato, l’incedere, sia nelle forme sia nei contenuti,
nonostante la grande svolta nella Civiltà Occidentale, segnata appunto dal covid-affaire. Ed in effetti, per gli
attori culturali leccesi il grande travaglio dei mesi scorsi è stato causa solo
della sospensione delle attività e nient’altro, quando invece la Cultura
Occidentale ha cambiato rapidamente passo.
Un Mondo, quello culturale leccese,
che si mostra pietrificato rispetto al cambiamento, nei confronti del quale, in
parte non ha compreso, in parte ha ignorato. E così, il suo grande sviluppo del
decennio precedente sembra d’un colpo essersi arrestato e mummificato in prassi
e rituali, che oggi appaiono superati dai nuovi tempi e dalle nuove
problematiche, che rapidamente si stanno insediando nella nostra società.
I principali attori leccesi, dalle
compagnie teatrali, agli editori, ai gruppi musicali non sembrano aver colto i
segni del cambiamento e, da qui, si stanno perpetrando ancora in prassi dettate
da schemi e modalità, che non è azzardato definire antiche. L’unica reazione al
grande mutamento sociale e culturale dei mesi scorsi, pare essere solo quella
che li ha portati solo ad aumentare le richieste di finanziamenti pubblici, da
un lato e dall’altro, a diminuire i costi di produzione. E proprio loro, ovvero
compagnie teatrali, editori, case discografiche, con tutti gli operatori
intermedi, appunto, non hanno indicato nuovi percorsi in linea con i tempi,
rimanendo fissi sull’aumento dei rendimenti produttivi, anziché avviare
politiche di investimento in relazione ed in reazione agli scenari nuovi, che
giorno dopo giorno si stanno disegnando nella nostra società. Il loro potrebbe
essere definito un atteggiamento quasi da cariatidi, come direbbero certi
economisti.
Dall’altra, privi di un orientamento,
gli operatori di base, quali gli scrittori, gli attori, i musicisti, i ballerini,
si sono solo esercitati in una produzione da “Tempo del Covid” senza un minimo accenno se non ad anticipare le
nuove dinamiche, quantomeno ad esserne al passo.
E così, stanche, defatigate e
svilite, senza un reale senso rispetto ai nuovi tempi, sono riprese le
presentazioni dei libri, qualche rappresentazione teatrale. La percezione che
se ne ha è quella che tutto ciò appare come vecchio o comunque che non tiene
conto che il “Tempo del Covid” ci ha
profondamente cambiati, nei pensieri, nell’animo, nei sentimenti, nelle
relazioni. E tutto ciò si presenta assente nell’espressione e nella coscienza
degli uomini di cultura e degli artisti salentini, in genere.
Dall’altra, del tutto assente pare
essere la consapevolezza per la quale si è avviata con forza l’Era della Robotica e dell’Intelligenza Artificiale,
che inciderà profondamente sul modo di fare cultura, sfoltendo tutte le sacche
di inefficienza, molto dell’arrivismo degli ultimi anni, e tutti quegli
operatori d’avventura, che come accade da sempre nei processi di grande
sviluppo, si inseriscono nel settore con effimere filosofie carrieristiche. Soggetti,
questi ultimi, i quali come rapidamente entrano nel settore, così altrettanto
rapidamente ne escono.
Peraltro, le reti di relazioni, che
si erano composte lentamente negli anni precedenti, conferendo al mondo
culturale leccese una qualche forma sistemica, pare abbiano registrato pesanti
sfilacciamenti con il lungo periodo di sosta e una certa fatica a ricostituirsi.
Insomma, non è fuor di luogo che si
possa parlare di vera e propria, e anche profonda crisi del Distretto Culturale
leccese, non riuscendo i suoi attori ad elaborare schemi adeguati ai nuovi
tempi, rispetto ai quali il gap
sembra già importante. Cambiare rotta, di certo, è questione complessa e
delicata, sovente anche dolorosa, ma proprio in questo si vedono la forza e la
virilità di una società, in assenza delle quali è garantita la scomparsa dalla
scena e dalla storia.
Mauro
Ragosta
Nota: chi fosse interessato alla mia produzione di letteratura economica può cliccare sul seguente link
https://youtu.be/t1mKnYGyVC8
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