Il rumore politico anche in questo
mese, luglio 2020, rimane alto, ma si nota di meno rispetto al contesto, che da
più parti presenta decibel di
portanza di gran rilievo, quale reazione a due mesi di “confinamento sociale”.
Tutte le attività hanno ripreso il loro manage
a pieno ritmo e, rumoreggiando tutte assieme la querelle politica si mostra solo come una delle tante fonti di
rumore. A far capire come la vita quotidiana sia ripresa ai suoi normali ritmi,
basti osservare il livello di aggressività nella conduzione dell’auto da parte
dell’uomo comune, che ha riguadagnato i suoi normali livelli di stress ed
alienazione nelle sue attività ludiche e spesso compulsive.
Ecco, in tutto questo, e ritornando
sullo spartito della politica, anche in Puglia e dunque anche a Lecce, si è
avviata la lusinghiera campagna elettorale, dove la corsa alla presidenza della
Regione vede circa sei candidati, che di fatto rappresentano le anime e le
insofferenze, in definitiva, dell’elettorato pugliese. A livello di semplici
candidati alle regionali, molte sono state le sorprese circa gli esclusi,
soprattutto nel centrodestra, e ciò evidentemente per consunzione politica. Per
altri, queste elezioni rappresentano invece il congedo ufficiale dallo scenario
leccese e pugliese, ai quali, con atto del tutto generoso, è stato concesso l’onore
delle armi. La cosa strana, per altro verso, è che molti dei candidati al Consiglio
Regionale, quelli di spicco del centrosinistra hanno un profondo retroterra
destrorso, mettendo in evidenza attività di pêcher e repêcher veramente notevoli, rispetto alle quali il trasformismo di De Pretis
appare esercizio veramente ingenuo e, assieme, decisamente elementare.
Ma sul piano politico, gli ultimi giorni di luglio,
sul fronte del Covid Affaire, hanno
registrato un singolare momento innovativo nell’attuale congiuntura politica
nazionale, del tutto sorprendente, di sicuro inusitato…..insospettato anzi,
quale appunto quello della richiesta, da parte del Governo, del proseguimento
dello Stato di Emergenza, con motivazioni che mostrano la vera e grande capacità
creativa del Governo stesso.
Al di là di ciò, a scuotere forte le coscienze leccesi
è stata la presenza, in provincia, della Ferragni, la cui risonanza mediatica
si è mostrata, se non senza precedenti, di sicuro fragorosa: una vera e propria
folgore, i cui risvolti economici, seppure all’interno di un contesto episodico
e di una pratica azionata per tamponare gli effetti della crisi, si sono presentati,
a detta di tutti, soddisfacenti. Anche la sfilata di Dior, in Piazza Duomo a
Lecce, che si inserisce nei rimedi estemporanei alla crisi, ha dato i suoi
frutti, rianimando, qui e lì, le attività centrate sull’accoglienza, il turismo
e la ristorazione.
Purtroppo, in questi ultimi giorni di luglio, è giunta
da Bari la notizia, quasi certa, che in provincia di Lecce non si terrà la Notte
della Taranta. Evento che muove milioni di Euro, un vero polmone per l’economia
locale, nonostante gran parte degli stanziamenti rapidamente volino, tra una
nota e l’altra, tra una birretta e l’altra, al Nord.
Ad ogni modo, l’attività turistica ha preso e ripreso
velocità, con buona pace per tutti e, sebbene nel puzzle delle attività estive
salentine manchi qualche pezzo, anche quest’anno gli incassi sosterranno in
maniera importante la nostra economia, rispetto alla quale solo in ottobre
disvelerà la vera consistenza della Crisi del 2020, in termini di
disoccupazione e crollo del PIL. E non si sa, se in novembre aumenteranno gli
scrittori e gli attori o gli iscritti all’università. Di certo, per i leccesi
tutti, dal Capo di Santa Maria di Leuca sino a Squinzano e Guagnano sarebbe
auspicabile che comincino seriamente a ripensare alla propria economia e non
tanto per gli effetti della Crisi del 2020, quanto piuttosto perché questa
crisi, proprio questa crisi imporrà un cambio di passo, un nuovo modo di
pensare, lavorare e vivere… forse una nuova Civiltà..
In provincia, poi e per concludere, moltissimi sono i
poeti e qualcuno riafferma e afferma che da questi verrà la verità. Ecco, e ripartendo
da qui, non resta che attendere le loro determinazioni, affinché corroborino le
nostre elucubrazioni, anche se alcuni di loro, molto più concreti, lanciano
versi antichi, versi eterni, ai quali forse ci si dovrà necessariamente
affidare per guardare con maggiore concretezza e brio il futuro, questo futuro,
oggi grigio, liquido, già completamente alieno.
Mauro Ragosta
Nota: chi fosse interessato alla mia produzione di saggi, può cliccare qui:
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