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giovedì 30 luglio 2020

Il Punto Nave di luglio del 2020 – di Mauro Ragosta

            Il rumore politico anche in questo mese, luglio 2020, rimane alto, ma si nota di meno rispetto al contesto, che da più parti presenta decibel di portanza di gran rilievo, quale reazione a due mesi di “confinamento sociale”. Tutte le attività hanno ripreso il loro manage a pieno ritmo e, rumoreggiando tutte assieme la querelle politica si mostra solo come una delle tante fonti di rumore. A far capire come la vita quotidiana sia ripresa ai suoi normali ritmi, basti osservare il livello di aggressività nella conduzione dell’auto da parte dell’uomo comune, che ha riguadagnato i suoi normali livelli di stress ed alienazione nelle sue attività ludiche e spesso compulsive.
            Ecco, in tutto questo, e ritornando sullo spartito della politica, anche in Puglia e dunque anche a Lecce, si è avviata la lusinghiera campagna elettorale, dove la corsa alla presidenza della Regione vede circa sei candidati, che di fatto rappresentano le anime e le insofferenze, in definitiva, dell’elettorato pugliese. A livello di semplici candidati alle regionali, molte sono state le sorprese circa gli esclusi, soprattutto nel centrodestra, e ciò evidentemente per consunzione politica. Per altri, queste elezioni rappresentano invece il congedo ufficiale dallo scenario leccese e pugliese, ai quali, con atto del tutto generoso, è stato concesso l’onore delle armi. La cosa strana, per altro verso, è che molti dei candidati al Consiglio Regionale, quelli di spicco del centrosinistra hanno un profondo retroterra destrorso, mettendo in evidenza attività di êcher e repêcher veramente notevoli, rispetto alle quali il trasformismo di De Pretis appare esercizio veramente ingenuo e, assieme, decisamente elementare.
Ma sul piano politico, gli ultimi giorni di luglio, sul fronte del Covid Affaire, hanno registrato un singolare momento innovativo nell’attuale congiuntura politica nazionale, del tutto sorprendente, di sicuro inusitato…..insospettato anzi, quale appunto quello della richiesta, da parte del Governo, del proseguimento dello Stato di Emergenza, con motivazioni che mostrano la vera e grande capacità creativa del Governo stesso.
Al di là di ciò, a scuotere forte le coscienze leccesi è stata la presenza, in provincia, della Ferragni, la cui risonanza mediatica si è mostrata, se non senza precedenti, di sicuro fragorosa: una vera e propria folgore, i cui risvolti economici, seppure all’interno di un contesto episodico e di una pratica azionata per tamponare gli effetti della crisi, si sono presentati, a detta di tutti, soddisfacenti. Anche la sfilata di Dior, in Piazza Duomo a Lecce, che si inserisce nei rimedi estemporanei alla crisi, ha dato i suoi frutti, rianimando, qui e lì, le attività centrate sull’accoglienza, il turismo e la ristorazione.
Purtroppo, in questi ultimi giorni di luglio, è giunta da Bari la notizia, quasi certa, che in provincia di Lecce non si terrà la Notte della Taranta. Evento che muove milioni di Euro, un vero polmone per l’economia locale, nonostante gran parte degli stanziamenti rapidamente volino, tra una nota e l’altra, tra una birretta e l’altra, al Nord.
Ad ogni modo, l’attività turistica ha preso e ripreso velocità, con buona pace per tutti e, sebbene nel puzzle delle attività estive salentine manchi qualche pezzo, anche quest’anno gli incassi sosterranno in maniera importante la nostra economia, rispetto alla quale solo in ottobre disvelerà la vera consistenza della Crisi del 2020, in termini di disoccupazione e crollo del PIL. E non si sa, se in novembre aumenteranno gli scrittori e gli attori o gli iscritti all’università. Di certo, per i leccesi tutti, dal Capo di Santa Maria di Leuca sino a Squinzano e Guagnano sarebbe auspicabile che comincino seriamente a ripensare alla propria economia e non tanto per gli effetti della Crisi del 2020, quanto piuttosto perché questa crisi, proprio questa crisi imporrà un cambio di passo, un nuovo modo di pensare, lavorare e vivere… forse una nuova Civiltà..
In provincia, poi e per concludere, moltissimi sono i poeti e qualcuno riafferma e afferma che da questi verrà la verità. Ecco, e ripartendo da qui, non resta che attendere le loro determinazioni, affinché corroborino le nostre elucubrazioni, anche se alcuni di loro, molto più concreti, lanciano versi antichi, versi eterni, ai quali forse ci si dovrà necessariamente affidare per guardare con maggiore concretezza e brio il futuro, questo futuro, oggi grigio, liquido, già completamente alieno.

Mauro Ragosta         

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