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mercoledì 5 giugno 2019

Centrodestra a Lecce: le ultime smazzate? – di Mauro Ragosta

       Dopo l’ultimo ammutinamento di truppe ed alti graduati, il centrodestra leccese si intrattiene ancora in un contraddittorio solitario dei suoi generali, in cerca dei colpevoli, perdendo così ancora più forze ed energie. Si tratta, in definitiva, di una vera e propria “guerra civile” tra i sopravvissuti ad un processo di abbandono massificato e collettivo e che trova la sua causa efficiente nell’autoreferenzialità proprio dei vertici del centrodestra e da postulanti ignorati e maltrattati.
         Una situazione questa che sta portando ad un’ulteriore, graduale e progressiva presa di distanza del cittadino comune, come di quelle risorse che potrebbero forse rianimare l’intero sistema di centrodestra.
         Situazione, comunque, già vista e che con molta probabilità porterà ad un intervento di forze politiche ed economiche esterne alla provincia, che si tradurranno in perdita di autonomia decisionale locale, a tutto vantaggio di quelle di caratura nazionale, con netto peggioramento dell’intero sistema sociale leccese.
         Tutto lascia intravedere un certo cambiamento dello scenario con ottobre. E ciò, in parte perché le contraddizioni interne del centrosinistra, già tutt’ora operanti, arriveranno ad un certo grado di maturazione e creeranno crepe in quel sistema che durante le elezioni si era compattato, in parte perché gran parte delle battaglie politiche esplodono puntuali dopo la pausa estiva, nella quale si maturano gli intenti e le strategie del nuovo anno.
         Certamente, l’efficacia del centrodestra in ottobre, le sue capacità di penetrare nelle crepe del centrosinistra, che cominceranno a generarsi con la nomina degli assessori, dipenderanno molto dagli esiti dell’attuale “guerra civile” non solo in termini di risultati, ma anche in termini di tempi, che se dovessero allungarsi oltre misura rinvierebbero di molto le azioni offensive.
         In tutto questo, il baronaggio di Emiliano, uomo che ha ben saldo il senso del potere, sarà determinante, avendo avuto lui un ruolo “di tutto riguardo” per la vittoria del centrosinistra, e molto probabilmente sposterà l’asse delle dispute e delle trattative leccesi sul piano nazionale, dove ovviamente il ruolo dei politici locali, da una parte e dall’altra, sarà del tutto molto limitato e circoscritto ad operazioni di piccolo cabotaggio. Insomma, Lecce sarà una delle carte da giocare in possesso di Emiliano e che rientrerà in sue precise strategie, che verranno maturate a Bari.
         E a quanto pare, il risultato complessivo del confronto politico leccese degli ultimi due anni, porterà ad una accelerazione del processo di meridionalizzazione del capoluogo salentino ed il completo rientro nella sfera barese, dopo che nel 2015 la città di Lecce ha registrato una posizione apicale, facendo rilevare il reddito pro-capite più alto dei capoluoghi di Puglia.

Mauro Ragosta

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