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domenica 2 giugno 2019

Ritratto foto-letterario n°4: Maria Antonietta Vacca - di Mauro Ragosta


            E così, siamo al quarto appuntamento della rubrica di Maison Ragosta, ritratti foto-letterari, avviata sul finire dello scorso marzo e che fino ad oggi ha riscosso un significativo successo di critica e di pubblico.
            Questa  volta ci si è spostati da Lecce ed i suoi personaggi, per andare a Copertino ad incontrare e fotografare Maria Antonietta Vacca, e non solo perché lei è una nota e valente attrice della compagnia teatrale Scena Muta, ma anche per la sua evidente bellezza, che ça va sans dire,  e per il suo essere donna solare e dirompente.
Elegante, dai grandi slanci, fervida e scattante nei suoi entusiasmi, capace di convivialità dirompente, Maria Antonietta non manca di un singolare acume, che si intuisce subito, ma si fa fatica a concettualizzare, tanto è raffinato e sottile. E’ madre. Tuttavia, Maria Antonietta è qualcosa di più di tutto questo. C’è qualcos’altro! Infatti, mi ha incuriosito e mi incuriosisce di lei soprattutto il suo ruolo nel mondo dell’Arte, dello Spettacolo e della Cultura del Distretto Salentino, rispetto al quale quanto segnato, in larga parte, pare sia strumentale.
            Maria Antonietta è per sua natura donna sfidante ed il proscenio dovrebbe soddisfare le sue necessità competitive, far spuntare dalla sua anima il meglio di sé. Ed invece, no! La scena è per lei solo in parte lo spazio per realizzare il suo essere profondo: vuole di più dalla vita, sebbene a questa sia riconoscente per quello che le ha dato. Vuole dare un contributo più ampio al suo mondo, a quello del teatro appunto, a quello della cultura in senso più ampio.
            Mi preme evidenziare, in quest’occasione, che tutto mi conduce a considerare Maria Antonietta Vacca, infatti, uno dei motori più significativi che contribuiscono allo sviluppo del teatro in senso lato in provincia di Lecce, in una direzione moderna, imprenditoriale, al passo con i tempi, in una prospettiva che si stacca nettamente dal contesto locale, che pare ingessato su posizioni oramai datate, vecchie, capaci solo di far crescere e prosperare modelli tipici degli anni ’70 e ’80, e prive, dunque, di una reale dimensione di rinnovamento, creativa, di sviluppo insomma.
            In tale prospettiva, non è azzardato affermare che Maria Antonietta, supportata e sapientemente diretta da suo Maestro, Ivan Raganato, leader di Scena Muta, che ha un entourage di tutto riguardo sul piano della qualità, è una delle novità nel mondo del teatro salentino. E davanti a sé ha ancora molti anni di attività, essendo solo una quarantenne, e per questo non è fuor di luogo pensare che Maria Antonietta sarà tra coloro che contribuiranno a traghettare proprio il teatro salentino verso scenari inediti e tutti da scoprire. D’altronde ha l’energia, l’intelligenza e l’età giusta.
            Sulla scena, poi, la sua personalità vigorosa, a tratti graffiante, si nota subito. Riesce a canalizzare la sua grande vitalità e la sua grande passione per la recitazione in momenti vibranti, di rottura, che scuotono l’emotività del pubblico. Eppure, stiamo parlando di una neofita del teatro: ha cominciato a recitare da non molti anni, dal 2013 precisamente, ma la sua importante progressione pare solo agli inizi di un lunghissimo percorso, di una lunga scena, di un monologo capace di tenere il pubblico col fiato sospeso per un’intera serata.
            La sua impostazione tecnica sul piano della recitazione, che denota già una certa maturità, d’altro canto le consente sovente di costruire performance coinvolgenti e che fendono anche platee importanti. Memorabile resta, al riguardo, la sua esibizione, raffinata e possente, al Teatro Apollo di Lecce, lo scorso dicembre, nella nota piece La Dea Trans.
            Anche per lei degli scatti non commerciali, che tentano di mettere in risalto la sua posizione strategica in scenari ampi, dove sole spiccano la sua bellezza, il suo modo di interpretare la sua esperienza nel contesto che ama, quale appunto il teatro. Certamente, non si è mancato di realizzare dei primi piani spinti, dai quali trasudano tutta la sua femminilità, la sua capacità di essere disponibile, inclusiva verso il prossimo, soprattutto verso il pubblico.
Ad ogni  modo, raccontare Maria Antonietta Vacca non è impresa facile, ma si è sicuri di aver messo in luce alcuni aspetti tra quelli salienti del suo essere, della sua anima, ed alcune essenze, alcuni aromi che la contraddistinguono.

Mauro Ragosta

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