E così, siamo al quarto appuntamento
della rubrica di Maison Ragosta, ritratti foto-letterari, avviata sul finire
dello scorso marzo e che fino ad oggi ha riscosso un significativo successo di
critica e di pubblico.
Questa volta ci si è spostati da Lecce ed i suoi
personaggi, per andare a Copertino ad incontrare e fotografare Maria Antonietta
Vacca, e non solo perché lei è una nota e valente attrice della compagnia
teatrale Scena Muta, ma anche per la sua evidente bellezza, che ça va sans dire, e per il suo essere donna solare e dirompente.
Elegante, dai
grandi slanci, fervida e scattante nei suoi entusiasmi, capace di convivialità
dirompente, Maria Antonietta non manca di un singolare acume, che si intuisce
subito, ma si fa fatica a concettualizzare, tanto è raffinato e sottile. E’
madre. Tuttavia, Maria Antonietta è qualcosa di più di tutto questo. C’è
qualcos’altro! Infatti, mi ha incuriosito e mi incuriosisce di lei soprattutto il
suo ruolo nel mondo dell’Arte, dello Spettacolo e della Cultura del Distretto
Salentino, rispetto al quale quanto segnato, in larga parte, pare sia
strumentale.
Maria
Antonietta è per sua natura donna sfidante ed il proscenio dovrebbe soddisfare
le sue necessità competitive, far spuntare dalla sua anima il meglio di sé. Ed
invece, no! La scena è per lei solo in parte lo spazio per realizzare il suo
essere profondo: vuole di più dalla vita, sebbene a questa sia riconoscente per
quello che le ha dato. Vuole dare un contributo più ampio al suo mondo, a
quello del teatro appunto, a quello della cultura in senso più ampio.
Mi
preme evidenziare, in quest’occasione, che tutto mi conduce a considerare Maria
Antonietta Vacca, infatti, uno dei motori più significativi che contribuiscono
allo sviluppo del teatro in senso lato in provincia di Lecce, in una direzione
moderna, imprenditoriale, al passo con i tempi, in una prospettiva che si
stacca nettamente dal contesto locale, che pare ingessato su posizioni oramai
datate, vecchie, capaci solo di far crescere e prosperare modelli tipici degli
anni ’70 e ’80, e prive, dunque, di una reale dimensione di rinnovamento,
creativa, di sviluppo insomma.
In
tale prospettiva, non è azzardato affermare che Maria Antonietta, supportata e sapientemente
diretta da suo Maestro, Ivan Raganato, leader
di Scena Muta, che ha un entourage di
tutto riguardo sul piano della qualità, è una delle novità nel mondo del teatro
salentino. E davanti a sé ha ancora molti anni di attività, essendo solo una
quarantenne, e per questo non è fuor di luogo pensare che Maria Antonietta sarà
tra coloro che contribuiranno a traghettare proprio il teatro salentino verso
scenari inediti e tutti da scoprire. D’altronde ha l’energia, l’intelligenza e
l’età giusta.
Sulla
scena, poi, la sua personalità vigorosa, a tratti graffiante, si nota subito.
Riesce a canalizzare la sua grande vitalità e la sua grande passione per la
recitazione in momenti vibranti, di rottura, che scuotono l’emotività del
pubblico. Eppure, stiamo parlando di una neofita del teatro: ha cominciato a
recitare da non molti anni, dal 2013 precisamente, ma la sua importante progressione
pare solo agli inizi di un lunghissimo percorso, di una lunga scena, di un
monologo capace di tenere il pubblico col fiato sospeso per un’intera serata.
La
sua impostazione tecnica sul piano della recitazione, che denota già una certa
maturità, d’altro canto le consente sovente di costruire performance coinvolgenti e che fendono anche platee importanti.
Memorabile resta, al riguardo, la sua esibizione, raffinata e possente, al
Teatro Apollo di Lecce, lo scorso dicembre, nella nota piece La Dea Trans.
Anche
per lei degli scatti non commerciali, che tentano di mettere in risalto la sua
posizione strategica in scenari ampi, dove sole spiccano la sua bellezza, il
suo modo di interpretare la sua esperienza nel contesto che ama, quale appunto
il teatro. Certamente, non si è mancato di realizzare dei primi piani spinti,
dai quali trasudano tutta la sua femminilità, la sua capacità di essere disponibile,
inclusiva verso il prossimo, soprattutto verso il pubblico.
Ad ogni modo, raccontare Maria Antonietta Vacca non è
impresa facile, ma si è sicuri di aver messo in luce alcuni aspetti tra quelli salienti
del suo essere, della sua anima, ed alcune essenze, alcuni aromi che la
contraddistinguono.
Mauro Ragosta
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