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venerdì 20 marzo 2020

La Grande Crisi del 2020 (parte terza) – Verso il surriscaldamento………. – di Mauro Ragosta

         La crisi sanitaria, come molti  già da tempo avevano previsto, negli ultimi giorni non ha potuto non tracimare con forza in ambito politico tout court. Tuttavia, gli schemi politici tradizionali sono saltati e il sistema di opinioni ed azione ha preso strade nuove. Non esistono più, dunque, una destra e una sinistra come ci sono apparse sino allo scorso dicembre, ma in forma abbozzata, schieramenti costruiti sul contingente.
            Il quadro che va dipingendosi, ovviamente sui social, unico ambito in cui oramai è consentito esprimersi con maggiore pienezza, vede il dispiegarsi sostanzialmente di due schieramenti, due forze, che vanno acquisendo, ora dopo ora, connotazioni sempre più precise. Da un lato si collocano i SALUTISTI e dall’altro i LIBERALI. E mentre i primi sono disposti a sacrificare l’intera nazione, con tutti il patrimonio di imprese e opere d’arte, pur di salvaguardare la salute del popolo, dall’altro -oramai si contano in moltissimi- vi sono coloro che credono che la questione coronavirus sia una specie di messinscena, o comunque una scusa, dal momento che non sarebbe qualcosa di così grave come descritto –non essendoci prove incontrovertibili- al fine di azionare un qualcosa che si avvicina molto ad un colpo di Stato o comunque una svendita dello Stato italiano alle forze europee dominanti. Situazione questa dove la presenza dell’esercito statunitense sarebbe giustificata onde evitare eventuali degenerazioni di vario tipo.     
      Va da sé che la situazione, sia nella prima forza che nella seconda, è ben più complessa e di fatto rappresenta la sottostante tensione generata dalla riperimetrazione dei confini di potere tra piccoli e grandi gruppi di interessi, che si sta muovendo attorno alla questione coronavirus.
            In effetti, la stretta salutista del Governo se in un primo momento ha creato disorientamento, paura e terrore, col passare delle ore e del rafforzarsi dell’idea del “colpo di mano” ha portato a far crescere il livello di insofferenza in maniera sempre più diffusa. E non sappiamo cosa comporterà la divulgazione in queste ore della notizia, “pubblicata” il 19 marzo scorso da Rai News e da ItaliaOggi, in cui il Presidente del Consiglio dei Ministri dichiara la completa disponibilità al MES e al via del programma di aiuti di 750 mld di Euro. Il tutto in cui il Parlamente è sostanzialmente assente.
            Di certo, con l’ultimo D.L. quello di ieri 20 marzo, le restrizioni raggiungeranno livelli insostenibili, ed è ragionevole credere che tra qualche giorno cominceranno le prime manifestazioni di insofferenza e disagio di soggetti sociopatici, sia Salutisti sia Liberali, che individualmente daranno luogo a rimostranze "rumorose". E' facile arguire che i primi diffonderanno “volumi” sempre più alti di terrore nella popolazione (molti dei quali agiranno in forma anonima e nascosti dietro le mascherine). Un popolazione oramai provata e smarrita, abbondantemente terrorizzata, sollecitata dai secondi, che, invece, si produrranno con puntate sui social sempre più pungenti e sempre più difficili da smontare, anche statisticamente, creando seri dubbi sulla validità dell’operato del Governo e sull'esistenza stessa del "pericolo". E' sicuro che tali situazioni si manifesteranno abbondanti allorché chiuderanno la vendita di tabacchi, questione già paventata in Lombardia.
            Nel giro di non più di due settimane, però, è ragionevole pensare che si potrà assistere ad una tripartizione della popolazione: una fascia molto ampia di disorientati, “sbandati e confusi”, mentre, con gruppi più ristretti, le due polarità appena tracciate daranno luogo alle prime e rudimentali reti di relazioni della nuova politica. In sostanza ci si aggregherà sulle due ipotesi delineatesi in questi giorni, ed il raccordo sarà pertinente e conseguente alle limitazioni imposte dal Governo. Forse, si ritornerà ad una nuova Carboneria.
            In tutto questo e tutto questo, mentre alcuni prevedono che il fenomeno legato alle restrizioni previste dai Decreti Legge si protrarrà qualche settimana, altri ipotizzano una durata molto più lunga, quantificabile in anni. Di certo, però, la distruzione della nostra economia, oramai segnata profondamente ed ad un punto di non ritorno, avrà conseguenze incalcolabili e non basteranno neanche 1500 mld per risanarla: troppo profondi gli squilibri generati dall'azione di Governo. Ciò, ovviamente, porterà ad un nuovo modo di fare politica, ad un nuovo ordine, in cui per molto tempo graverà questa fase iniziale, che certamente ne definisce e perimetra i confini ideali ed ideologici, condizionandone, quindi, l’intera evoluzione e tutto il suo percorso. Insomma, si può dire che oggi finisce un’epoca e ne inizia un’altra, interamente da pensare e costruire, sebbene già chiara a tutti nelle determinanti finali.

Mauro Ragosta
           

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