La
crisi sanitaria, come molti già da tempo avevano previsto, negli ultimi giorni non
ha potuto non tracimare con forza in ambito politico tout court. Tuttavia, gli schemi politici tradizionali sono saltati e il sistema di opinioni ed azione ha preso strade nuove.
Non esistono più, dunque, una destra e una sinistra come ci sono apparse sino allo
scorso dicembre, ma in forma abbozzata, schieramenti costruiti sul contingente.
Il quadro che va dipingendosi,
ovviamente sui social, unico ambito in cui oramai è consentito esprimersi con
maggiore pienezza, vede il dispiegarsi sostanzialmente di due schieramenti, due
forze, che vanno acquisendo, ora dopo ora, connotazioni sempre più precise. Da un
lato si collocano i SALUTISTI e dall’altro i LIBERALI. E mentre i primi sono
disposti a sacrificare l’intera nazione, con tutti il patrimonio di imprese e
opere d’arte, pur di salvaguardare la salute del popolo, dall’altro -oramai si contano in moltissimi- vi sono coloro che credono che la questione coronavirus sia
una specie di messinscena, o comunque una scusa, dal momento che non sarebbe qualcosa di
così grave come descritto –non essendoci prove incontrovertibili- al fine di
azionare un qualcosa che si avvicina molto ad un colpo di Stato o comunque una svendita dello Stato
italiano alle forze europee dominanti. Situazione questa dove la presenza dell’esercito
statunitense sarebbe giustificata onde evitare eventuali degenerazioni di vario tipo.
Va da sé che la situazione, sia
nella prima forza che nella seconda, è ben più complessa e di fatto rappresenta
la sottostante tensione generata dalla riperimetrazione dei confini di potere
tra piccoli e grandi gruppi di interessi, che si sta muovendo attorno alla
questione coronavirus.
In effetti, la stretta salutista del
Governo se in un primo momento ha creato disorientamento, paura e terrore, col
passare delle ore e del rafforzarsi dell’idea del “colpo di mano” ha portato a far crescere il
livello di insofferenza in maniera sempre più diffusa. E non sappiamo cosa
comporterà la divulgazione in queste ore della notizia, “pubblicata” il 19
marzo scorso da Rai News e da ItaliaOggi, in cui il Presidente del Consiglio
dei Ministri dichiara la completa disponibilità al MES e al via del programma
di aiuti di 750 mld di Euro. Il tutto in cui il Parlamente è sostanzialmente assente.
Di certo, con l’ultimo D.L. quello di ieri 20 marzo,
le restrizioni raggiungeranno livelli insostenibili, ed è ragionevole credere
che tra qualche giorno cominceranno le prime manifestazioni di insofferenza e disagio di soggetti
sociopatici, sia Salutisti sia Liberali, che individualmente daranno luogo a rimostranze "rumorose". E' facile arguire che i primi diffonderanno “volumi” sempre più
alti di terrore nella popolazione (molti dei quali agiranno in forma anonima e nascosti dietro le mascherine). Un popolazione oramai provata e smarrita, abbondantemente
terrorizzata, sollecitata dai secondi, che, invece, si produrranno con puntate sui social sempre più
pungenti e sempre più difficili da smontare, anche statisticamente, creando
seri dubbi sulla validità dell’operato del Governo e sull'esistenza stessa del "pericolo". E' sicuro che tali situazioni si manifesteranno abbondanti allorché chiuderanno la vendita di tabacchi, questione già paventata in Lombardia.
Nel giro di non più di due settimane, però, è ragionevole pensare che si potrà assistere ad una tripartizione della
popolazione: una fascia molto ampia di disorientati, “sbandati e confusi”, mentre, con gruppi
più ristretti, le due polarità appena tracciate daranno luogo alle prime e rudimentali reti di
relazioni della nuova politica. In sostanza ci si aggregherà sulle due ipotesi
delineatesi in questi giorni, ed il raccordo sarà pertinente e conseguente alle
limitazioni imposte dal Governo. Forse, si ritornerà ad una nuova Carboneria.
In tutto questo e tutto questo, mentre alcuni
prevedono che il fenomeno legato alle restrizioni previste dai Decreti Legge si protrarrà qualche settimana,
altri ipotizzano una durata molto più lunga, quantificabile in anni. Di certo,
però, la distruzione della nostra economia, oramai segnata profondamente ed ad un punto di non ritorno, avrà conseguenze incalcolabili
e non basteranno neanche 1500 mld per risanarla: troppo profondi gli squilibri generati dall'azione di Governo. Ciò, ovviamente, porterà ad un nuovo modo di
fare politica, ad un nuovo ordine, in cui per molto tempo graverà questa fase
iniziale, che certamente ne definisce e perimetra i confini ideali ed ideologici,
condizionandone, quindi, l’intera evoluzione e tutto il suo percorso. Insomma, si può dire
che oggi finisce un’epoca e ne inizia un’altra, interamente da pensare e costruire, sebbene già
chiara a tutti nelle determinanti finali.
Mauro
Ragosta
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