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sabato 5 settembre 2020

Post Evento n°13: Scena Muta, intima ed esclusiva, lo scorso lunedì – di Mauro Ragosta

            In serata, lo scorso lunedì, si era in pochi a Copertino, da Scena Muta, per le prove generali di Lustrini: solo intimi e addetti ai lavori. D’emblée va evidenziato che Lustrini è una briosa piece teatrale appassionante e, al tempo stesso, stimolante, su più piani e a più livelli, sia per l’intelletto e sia per gli intellettuali, la quale tuttavia mai ha mostrato tratti pesanti o noiosi, anzi….. Tra i tanti, Lustrini -interpretata dal patron di Scena Muta, Ivan Raganato e, dal milanese, Luca Toracca- ha il pregio, infatti, di essere una rappresentazione dal ritmo decisamente godibile, spumeggiante, effervescente. Senza difficoltà può essere accostata ad uno spartito che “si allinea” su i tre quarti. Insomma, Lustrini, a molti è riuscita ad alleggerire le “pesantezze” del lunedì, del primo lunedì, poi, che segna la fine dell’estate e delle ferie….il rientro al “lavoro”, insomma.
            Gli esiti felici della serata da Scena Muta, ed in definitiva di un lunedì che si mostrava difficile alle prime battute, si deve, tuttavia, ma non solo ovviamente, ad un copione estremamente attuale e assieme antico, che solo una sensibilità e una spiritualità di alto livello potevano concepire. E ci si riferisce ad Antonio Tarantino, noto e pluripremiato drammaturgo italiano, che nel 1996 scrisse appunto Lustrini, uno dei suoi primi lavori teatrali, dopo l’abbandono della pittura. Lustrini, un dialogo tra due barboni, che nonostante sia costituito da un linguaggio scurrile, bizzarro e rozzo, si risolve tuttavia in qualcosa di estremamente sottile, raffinata e che dà spazio a considerazioni sempre più profonde, quasi senza fine. Un copione che ha un raggio d’azione molto ampio, senza mai essere tangente il banale, il commerciale, il fast food teatrale. Un copione, Lustrini, che nasconde, in una prospettiva arcanica, verità a tratti sconcertanti. Insomma, una piece per tutti e per nessuno.
            In definitiva, Tarantino, che peraltro ci ha abbandonati quest’anno, in aprile, all’età di 82 anni, ha saputo abilmente mettere in luce e scontornare molte contraddizioni dell’individuo e da qui ribaltarle in maniera speculare nella relazione a due, e nelle relazioni poi, dove il tempo e il luogo hanno solo una rilevanza secondaria, accessoria. I suoi due barboni, il Cavagna e il Lustrini, appunto, sono solo accidentali, come accidentali sono il linguaggio e le formule letterarie. Ed in effetti se si sfoltisse il lavoro di Tarantini da questi espedienti, appare chiara la realtà dell’uomo in sé, quale combinazione alchemica di elementi contrapposti, dove al tempo stesso la vittima è anche il carnefice, dove l’egoismo e financo l’egotismo coincidono e si sovrappongono all’amore…. E qui è meglio fermarsi!
            Al di là di ciò, comunque, va rimarcato che Lustrini è una rappresentazione giunta nel Salento, perché fortemente voluta da Luca Toracca e dove il nostro Ivan Raganato, col suo Scena Muta, ha subito colto al volo, soprattutto perché un lavoro e una proposta poco politicizzate, e al fianco, invece, dell’uomo di ieri e di oggi, dei suoi diuturni interrogativi, dei suoi dubbi più assillanti. Un lavoro che offre, in definitiva, una visione dell’esistenza in una prospettiva possibile.
           Sul piano più strettamente tecnico-interpretativo, lunedì sera si è goduto della performance di due veri professionisti della re-citazione. E si è percepito subito, perché sia Ivan sia Luca nel loro incedere interpretativo “non puzzavano” di attorialità, di mestiere, di tecnica. Ivan Raganato e Luca Toracca sono riusciti a trascendere, infatti, con naturalezza la stessa tecnica teatrale, senza tuttavia voler riprodurre la Realtà, sic et simpliciter, ma offrirne, al contrario, una versione altra, forse, esemplare. Ad ogni modo, si era in presenza di un’ipotesi di teatro non ordinaria. Ciò possibile, ovviamente, solo per le loro grandi capacità professionali. Va qui messo in luce, infatti, che anche Luca Toracca è fondatore del Teatro dell’Elfo di Milano, ancora oggi perfettamente attivo.
Insomma, lunedì scorso si era in presenza di due attori “iniziatori” e, ça va sans dire, la loro forza e potenza teatrale si è percepita tutta.

Mauro Ragosta

Nota: chi fosse interessato alla mia produzione di saggi, può cliccare qui:
https://youtu.be/lhdKGKUfH6Q 
           

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