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venerdì 1 marzo 2019

Il linguaggio del centrodestra a Lecce


         E’ ponendo attenzione al linguaggio, al tipo di lessico che si adotta è possibile scoprire i motivi profondi dell’azione o il reale obiettivo che si persegue. E ciò vale anche in politica. Anzi, soprattutto in politica le parole rivelano la filosofia recondita e profonda, gli obiettivi di un personaggio o di un uomo politico.
         A Lecce la campagna elettorale è nel suo momento centrale, e se da un lato le posizioni e le problematiche pare che abbiano una loro definizione, dall’altro non si deve escludere che lo scenario possa proporre colpi di scena, anche eclatanti, nelle prossime settimane.
         E se per il centrosinistra l’attività di propaganda e promozione appare ben definita e lineare, per il centrodestra la questione si pone un po’ più complessa e non solo per le questioni legate alle primarie, ma anche perché questo deve decidere come essere, quali strategie adottare.
         In definitiva, per il popolo del centrodestra è questo il momento di prendere delle decisioni di fondo e che condizioneranno la sua vita a venire. E proprio osservando il linguaggio dei vari concorrenti alla carica di Sindaco si possono scoprire tre posizioni di principio.
         Da un lato, troviamo i tradizionalisti, ancorati alle logiche partitiche e ad un modo di fare politica interpretate come azioni decise e calate dall’alto, non mancando tuttavia di un’azione di ascolto delle esigenze popolari. E in quest’area troviamo Erio Congedo e il candidato della Lega.
         Dall’altro, c’è chi adotta politiche più moderne e di stampo populista, legate al più puro concetto di rappresentanza. E qui non si chiedono deleghe al popolo, ma si chiede a questo di esprimere le sue volontà e determinazioni, le proprie idee, di partecipare, in definitiva, attivamente alla definizione delle strategie, di cui il politico è portavoce. Qui in questo ambito troviamo la Poli Bortone, sebbene non sia ancora avvezza in maniera completa alle logiche populiste, dato il suo background politico.
         In tutto questo troviamo anche una posizione intermedia, decisamente innovativa, che è rappresentata dalla strategia della condivisione, dove l’azione politica è la sintesi delle scelte del popolo e delle determinazioni dei partiti. E qui il politico si pone in posizione di intermediario. In quest’area troviamo Messuti, il quale dopo un lungo percorso è riuscito ad approdare a questa soluzione che pare stia gestendo con una certa agilità.
         In buona sostanza, il centrodestra leccese deve nelle prossime settimane determinare che tipo di strategia e tecnica politica scegliere, se la tradizionale, se la populista, se l’innovativa. E non è azzardato affermare che proprio in questi giorni e in queste precipue decisioni si stia assistendo al mutamento di “pelle” del centrodestra, dopo un lungo periodo di crisi.

Mauro Ragosta

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