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venerdì 5 aprile 2019

Avvio all'esoterismo (parte terza): il simbolo del serpente - di Andrea Antonello Nacci




         Dopo aver chiarito cosa intendiamo per esoterismo, nella prima parte di questa rubrica, e aver avviato il percorso parlando sul significato e sulla funzione dei simboli, nella seconda parte, in questa, la terza, cominciamo ad analizzare il primo dei tre simboli che proporremo nelle prossime pubblicazioni. E questo è per l’appunto il serpente, al fine di capire cosa si nasconda dietro questo simbolo.

Da sempre il Serpente è stato considerato uno dei simboli di Conoscenza e potere Esoterico dalle culture di tutto il mondo. Esso viene mostrato più e più volte come una potente Divinità. Il Serpente è associato all’idea di dualità, sia negativa che positiva anche nel Cristianesimo, come è mostrato chiaramente nella Bibbia a proposito della storia di Adamo ed Eva o in quella di Mosè. Lo prendiamo quindi come punto di partenza per iniziare da qui il nostro percorso attraverso i principali simboli esoterici.

   Una prima caratteristica legata al simbolo del Serpente è la rinascita/rinnovamento. Questa creatura ha la capacità di perdere la sua vecchia pelle durante la crescita. Ciò che simboleggia il distacco metaforico di questa pelle, rappresenta quindi il rilascio dai vecchi modi di pensare che non funzionano più nelle nostre vite, mentre la nuova pelle è indice di Rinascita, nuovi inizi e Purificazione. Per molte culture, il potere del Serpente consiste nella sua rappresentazione dell'energia vitale. Questa energia rimane avvolta in spire alla base della nostra spina dorsale e lì rimane dormiente finché non è pronta ad entrare in azione. Questo movimento, detto della kundalini è l'unione finale tra il Maschile e il Femminile attraverso il cuore, che rappresenta l'equilibrio finale.

   Nell'antico Egitto, la forma circolare di un Serpente che inghiottisce la sua coda è stato un segno di eternità e di unità. Ma che cosa è l’eternità? E’ quel luogo e quel tempo dove non regnando le illusioni, la vita è sempre la stessa nel suo scorrere ed è legato più ad uno stato mentale che materiale. Ma riprendendo il nostro simbolo, questo era conosciuto come "Ouroboros", raffigurazione di un rettile (talvolta un drago) che si mangia la coda e nel farlo crea un ciclo. Esso è uno dei simboli dell'eternità, della natura ciclica della vita e di ciò che dura per sempre, per l’appunto, perché nella fine sta il suo stesso inizio. Parallelamente, il Serpente è associato anche con l'immortalità e gli dei nelle epoche del Regno Antico e Medio nella mitologia egizia. In linea di massima rimaniamo in quanto tracciato per quanto detto sull’eternità. Un Serpente era raffigurato su tombe mentre trasportava il Faraone nel Cielo, verso la terra degli Dei. Il Serpente divenne così un fortissimo simbolo di regalità in questo periodo e apparve anche sul copricapo dei faraoni. Nel periodo del Nuovo Regno, tuttavia, quando l'Egitto fu invaso e conquistato dagli Hyksos, il Serpente rappresentò gli invasori e fu quindi considerato una creatura malvagia. Gli Egiziani credevano anche che il dio Amon potesse trasformarsi in un Serpente per rigenerarsi e sostenevano che il mondo sotterraneo era sorvegliato da Nehebkau, un Serpente a due teste che offriva protezione. E qui, cosa si intende per mondo sotterraneo? Questo è per lo più l’inconscio, la vita delle passioni, l’indifferenziazione dei sentimenti e delle pulsioni a livello originario, nelle sue contraddizioni a volte indistinguibili. Inoltre, gli egizi rappresentavano il dio Apophis come un gigantesco Serpente d'acqua velenoso incarnazione del Caos. Rimane qui interessante notare anche come gli Ouroboros si trovano spesso come ornamento anche nella cultura Celtica, a volte con la coda che forma uno o due otto (il simbolo dell’infinito o anello di Moebius) prima di entrare nella sua bocca.
Nel resto della mitologia Africana poi, si narra di un Dio che creò il sole, la luna e in seguito la terra che modellò da un pezzo di argilla. Il Dio creò anche una serie di gemelli, gli esseri primitivi, chiamati Nummo. I gemelli erano metà umani e metà Serpenti, il gruppo etnico del Mali e dell'Alto Volta chiamato Dogon. Gli spiriti ancestrali erano immortali e si dice che provenissero da un altro pianeta e misericordiosamente combinassero il loro DNA con gli animali sulla Terra.

   Nella mitologia Greca e Romana, il Serpente simboleggiava uno spirito guardiano e fu inciso su moltissimi altari. Nel tempio di Atena ad Atene, un Serpente tenuto in una gabbia era ritenuto la reincarnazione di Erittonio, uno dei primi re dell'antica Grecia. Allo stesso modo, un Serpente era custodito nel santuario di Apollo, dove era tenuto da una vergine nuda. Nella mitologia greca, Medusa e altre gorgoni (creature femminili) avevano zanne affilate e serpenti vivi per capelli. L'associazione di donne e serpenti si estese anche a Medea, che fu trainata da un carro guidato da serpenti, così come la dea Serpente minoica che teneva un Serpente in ciascuna mano.
Un corto bastone intrecciato da due Serpenti, a volte sormontato da un paio d’ali, inoltre, era conosciuto dai Greci come “Caduceo". Esso era, ricordiamolo, il simbolo di Ermes, dio del commercio e non, come spesso viene scambiato, il forse più celebre "Bastone di Asclepio". Quest’ultimo, di contro, presenta un solo Serpente avvolto in spire ed è il simbolo delle arti della Medicina e della Farmacologia. Il bastone di Asclepio può essere letto come simbolo di vita e salute ed anche nelle arti funerarie si trova di solito su tombe appartenenti a persone legate al mondo della medicina. Appare facile ritenere qui che la connessione del Serpente con la medicina sia collegata ovviamente al suo veleno.


   Nella Cultura Ebraico Cristiana infine, oltre all’episodio del Serpente nel Giardino dell'Eden, che avvolge le sue spire attorno all'albero della vita e tenta Eva ed Adamo, ricordiamo che nelle prime versioni dell'Antico Testamento, si fa riferimento agli antenati di un dio Serpente, anche se i riferimenti sono stati successivamente eliminati o interpretati come meramente allegorici attraverso numerose traduzioni ed adattamenti. I Serpenti erano certamente associati a Mosè, il quale fu incaricato da Dio stesso di farne un idolo che guariva coloro che erano stati morsi da rettili velenosi al solo guardarlo. Ci si riferisce anche al bastone di Mosè come avente poteri magici, potendosi trasformare proprio in un Serpente per tornare nuovamente nuovamente allo stato iniziale, a seconda delle circostanze. Successivamente, nell’iconografia Neotestamentaria, l’immagine della Vergine Maria che cammina su di un Serpente ha avuto una diffisione immensa, anche attraverso il testo di invocazioni e preghiere. Di conseguenza, nell'arte Cristiana la Vergine viene spesso raffigurata mentre schiaccia la testa di un Serpente in cima a un globo che simboleggia la terra. Il tema dei personaggi cristiani che si oppongono al Serpente ci è familiare, ma forse è meno noto il perché si tratti proprio della Madre di Cristo in particolare. La risposta sta nell'Astrologia che è segretamente scritta nei testi Biblici, esattamente come avviene per lo Sciamanesimo. Nelle prime ore della mattina di Natale infatti, nell'emisfero settentrionale, è proprio la costellazione della Vergine a sorgere al di sopra dell'orizzonte orientale, dove simbolicamente dà alla luce il Sole. Seguendo il suo cammino sull'orizzonte si individua facilmente la “testa” del Serpente dell’omonima costellazione. La simbologia Astrologica è qui dunque molto chiara; la Vergine si innalza sopra la terra e fa un passo sulla testa del Serpente mentre si prepara a dare alla luce suo Figlio.

   E chiudiamo infine ricordando come, sebbene l'immagine di un Serpente su di una croce venga considerata il simbolo dell'ultima tentazione di Cristo (la conoscenza) qualora esso abbia anche ali staccate e sia cinto di una corona, ciò faccia riferimento più facilmente alla croce di Flamel, alchimista Francese vissuto a cavallo dei secoli XIV e XV, che in Alchimia rappresenta invece la "fissazione del volatile" e può quindi riferirsi maggiormente a quegli Alchimisti che avessero tentato la trasmutazione umana.


Andrea Antonello Nacci

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