La Leggerezza, edito all’inizio di
quest’anno per Pegasus, è lo scritto della maturità di Rossella Maggio, e non
solo perché è il suo ultimo lavoro in ordine di tempo. E’ un grido al Mondo per
la bellezza della vita, la cui causa efficiente è la venuta meno della tirannia
delle passioni. Si tratta di un pot-pourri di poesia che, seppur con un filo
conduttore ricercato o portato avanti col suo intelletto in maniera blanda,
conta di sintesi liriche di grande pregio e centrate sulla vita, sull’amore,
sulla morte e sulla stessa poesia, non mancando di riverberi anche sul poeta,
circa il suo ruolo e la sua essenza profonda. E qui mi preme sottolineare che
per Rossella il poeta non si deve nascondere dietro la parola e i suoi
formalismi, ma deve essere la stessa parola, anche nella sua indeterminazione,
e dunque colui che svela e si svela attraverso il verso.
Ma
c’è di più! Rossella, con le sue poesie in questa ultima pubblicazione, si
affaccia anche su questioni e problematiche esoteriche di buon livello,
mettendo così in evidenza la sua tensione verso una voglia di vivere ad un
livello più profondo, una voglia di avere una visione della vita illuminata
dall’intuizione e dalla percezione, che implichi, insomma, il ricorrere ad un
uso più pragmatico e ponderato nonché di secondo livello della ragione
ordinaria.
Interessante,
anzi, molto interessante è la sua concezione del dolore, quale componente
ineliminabile dell’esistenza, e che emerge dalle sue poesie con grande forza.
Un approccio che le consente di viverlo e descriverlo senza subirlo, senza ad
esso ribellarsi o, ancora, accettarlo, ma al contrario di trattarlo come
qualcosa da accogliere e gestire come fatto di vita, senza una sua precisa
valenza o funzionalità o ancora un’escatologia.
Particolare
attenzione meritano le liriche sull’amore, che viene descritto in una
prospettiva trascendente, al di là della gioia e del dolore, del piacere e
della sofferenza, e che inducono a considerare questo fenomeno come principale fonte
della vita stessa. E queste, ovviamente, in una prospettiva tipicamente
femminile, implicante le traiettorie, le capacità e le facoltà materne. Una dimensione quella dell’amore in cui
Rossella con grazia conduce il lettore, rispetto al quale sortisce l’effetto di
fugare molte delle sue paure per la vita.
In
definitiva, le visioni e le poesie di Rossella Maggio in La leggerezza appaiono prive di
illusioni, falsi miti, luoghi comuni, verità edulcorate ipocritamente.
Un
volume, questo appunto di Rossella, che pare porsi da spartiacque nella sua
produzione e che segna il passaggio da un incedere tumultuoso, cromaticamente
acceso ad uno dove prevalgono i colori pastello e dove le passioni, pur sempre
attive e propulsive della vita, ma meno violente, cedono il passo ad una
visione ponderata dell’esistenza, più armoniosa e consapevole; e da qui lo
stupore e la forza che traspaiono nei suoi versi.
Da
quanto sin qui illustrato, e per concludere, è facile comprendere che questo
lavoro di Rossella Maggio presenta una valenza di non poco conto anche su di un
piano comparativo, avendo caratteristiche e peculiarità e piacevolezza non
comuni. In più, nel distretto poetico leccese dove la ricerca si presenta molto
attiva e spiccata, dove sempre più numerosi sono gli attori che si presentano e
che si propongono al grande pubblico, Rossella si colloca tra quelli che invece
di condividere la propria ricerca appunto, affermano i propri traguardi, i
propri punti fermi, i propri valori, la propria visione delle cose e della
vita.
Mauro Ragosta
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