Ieri
sera, domenica 30 giugno, presso Scena Muta a Copertino, la prima di Suo
Malgrado C’era, una piece teatrale
tratta dal riadattamento di Feu la Mére
de Madame (1908) di Georges Feydeau. Una sala traboccante di pubblico, a
tratti anche molto qualificato, per quattro attori delle “scuderie” di Ivan
Raganato, ovvero Maria Antonietta Vacca, Luca Trevisi, Francesco Buccarella e
Carmen Leo, che magistralmente, nella formula 2+2 -due protagonisti e due spalle-
hanno saputo tenere in pugno, con una cadenza stretta ed incalzante, l’attenzione
degli astanti.
Il
tutto è ruotato attorno ai dialoghi in un interno parigino tra Ivonne (Maria Antonietta Vacca) e suo
marito Luciano (Francesco Buccarella), assistiti da due domestici, ovvero Annette (Carmen Leo) e Giuseppe (Luca
Trevisi). Qui, fraintendimenti, manie ed isterie di coppia si sono susseguite e
sovrapposte, tra raffinate ironie e colpi di scena a ripetizione, tutti
esilaranti in una sinfonia di sapienti e rapidi passaggi. E così, alla fine,
applausi sentiti e scroscianti, applausi partecipati, applausi appassionati di
un pubblico soddisfatto per una serata teatrale entusiasmante e piena.
Una
serata, quella da Scena Muta a Copertino, fatta in economia, ma dalla resa
artistica di gran livello. E questa pare essere una delle peculiarità della
compagnia di Ivan Raganato, per la quale non è azzardato affermare che essa si
collochi certamente tra le più interessanti realtà teatrali del nostro
territorio e che contribuisce in maniera significativa a porre Copertino come
laboratorio artistico di spicco e primaria rilevanza nel Salento.
In
ogni caso, con riferimento a ieri, sicuramente bravi e professionali sono stati
Francesco Buccarella e Luca Trevisi, che hanno messo in luce una consumata
esperienza teatrale e attitudini non comuni. L’attorialità di Maria Antonietta
Vacca, poi, sempre fatta di rare capacità di immedesimazione e straniazione, impegno
e passione, è stata superba. E tuttavia, ieri, lei non si è distinta per
questo, ma per la sua abilità di imprimere e infondere il ritmo, sempre alto,
di tutta la recitazione. In tale direzione viene da pensare a lei come ad un Freddie Mercury del teatro salentino. Ed
infine, serata miliare per Carmen Leo, che tutto ha lasciato intravedere,
tranne il fatto che fosse una debuttante. E proprio a lei va il Nostro migliore
augurio ed incoraggiamento per un lungo e luminoso percorso teatrale.
Mauro Ragosta
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