E
cominciamo ad entrare nel merito della nostra rubrica, che offrirà spunti di
riflessione due volta al mese, come ricordato nella parte prima. Al riguardo,
va appuntato ancora una volta che essa non ha natura precettizia, ma tenta di
mettere in luce i principi del buon gusto e dello stile, la cui attuazione
ovviamente dipende dal grado di intelligenza e cultura. Al contrario della
manualistica tradizionale, che si rifà, molto spesso, alle prassi
dell’aristocrazia, considerata all’interno di in una società statica, qui
invece, pur non escludendosi per alcuni argomenti tale impostazione, l’angolazione
è quella che trae spunto da una società fortemente dinamica, dove il cambiamento
è la regola, e quindi è quella di un contesto sociale rispetto al quale si
possono solo individuare delle linee generali di condotta, che vanno poi modellate
nella pratica, caso per caso.
Il primo argomento che Maison
Ragosta porrà all’attenzione del suo affezionato lettore riguarda l’uso del
cellulare, riservandosi di ritornare sull’argomento, in quanto questo non può
essere sviscerato in un solo pezzo giornalistico.
Al riguardo va subito detto che, comparso nell’uso
corrente nella metà degli anni ’90, il cellulare fu subito uno status symbol. Progressivamente,
tuttavia, non solo ha perso tale qualità, ma un suo cattivo uso, come vedremo, è diventato
indicatore di pessimo gusto e di volgarità. E con riferimento agli status symbol, va aperta una piccola
parentesi e va detto che oggi, in una società opulenta e ricca, questi non sono
più collegati al lusso o a particolari ruoli sociali e politici. In tale
direzione va evidenziato, infatti, che
il lusso riguarda una fetta della popolazione sempre più ampia. A tal proposito,
basti considerare che il mercato del lusso si è sviluppato negli ultimi anni ad
un ritmo di crescita pari al 10% e con riferimento ai ruoli sociali, sovente
molti di questi evidenziano più uno stato di debolezza che di forza e
distinzione. Ad esempio, oggi in Italia, i titoli legati ai parlamentari, che trent’anni
fa erano corrispondenti ad un certo potere, oggi, sono per lo più dei titoli
vuoti, che indicano solo un penoso stato di dipendenza. E questo anche per i
titoli accademici. Sino a cinquanta anni fa questi, infatti, implicavano una
linea diretta con un’estrazione sociale d’alto livello, cosa che oggi nella
maggioranza dei casi non è più, e per varie ragioni, come si avrà modo di
mettere in luce in altre parti della nostra rubrica, dove si tornerà con più
pregnanza sulla questione legata agli status
symbol.
Ma torniamo al nostro cellulare, il
cui utilizzatore, nel 90% dei casi, pare esserne dipendente. Ma d’altro canto,
è pressoché sotto gli occhi di tutti che quasi tutti gli utilizzatori del
cellulare presentano rispetto all’attrezzo informatico una forte dipendenza
psicologica, e moltissimi sono i casi in cui questo costituisce un vero e
proprio feticcio. Va da sé, che, ciò evidenziato, esso non può essere
considerato uno status symbol, ma
nella quasi totalità dei casi, proprio l’esatto contrario. E da qui, va subito
messo in luce che, l’uso del cellulare nella maggior parte dei casi essendo
collegato più al vizio e alla dipendenza e alla manifestazione della propria
sostanziale debolezza esistenziale e psicologica, al pari della droga, va
nascosto o utilizzato il meno possibile in pubblico. E non perché si vuol
limitarne o bandirne l’uso, ma perché la vista di una persona dipendente,
sostanzialmente viziata, è disgustosa, imbarazzante. Motivo per il quale chi
dovesse accorgersi della propria sgradevole insufficienza, se vuol agire
secondo il buongusto, deve renderla il meno possibile evidente agli altri. E
come una delle scuse principali per cui uno ostenta un Mercedes, affermando che
l’ha acquistato perché è comodo e sicuro, simulando una falsa modestia, perché
il motivo sostanziale è invece un altro, ovvero mettere in bella mostra la
propria ricchezza e potenza, così per il cellulare ed il vizio ad esso connesso
si trovano diecine di scuse, tutte plausibili ovviamente, ma che non
giustificano il cattivo gusto. Negli ultimi dieci anni tutti i genitori pare
che debbano sapere in tempo reale dove si trovino figli e nonni e devono essere
sempre pronti per fantomatiche operazioni di salvataggio. Inutile commentare,
come è inutile commentare i genitori che lasciano che il cellulare si “mangi”
il cervello dei propri figli. Qui, peraltro, non siamo nel cattivo gusto, ma
nella vera e propria tragedia…….
Ecco, quindi, che liberato il campo
dalle considerazioni connesse agli eccessi legati all’uso del cellulare,
vediamo come è possibile utilizzarlo in maniera corretta. Ovviamente, ciò è collegato
alla gestione delle relazioni. Qui, nelle relazioni appunto, il cellulare va
usato nella misura in cui non sottrae l’attenzione richiesta dal partner o dagli
amici. In ogni caso, a cena, a pranzo, al caffè, o durante un tè, il cellulare
va silenziato, nascosto, occultato, perché in questi casi l’attenzione deve
essere totalmente destinata alle persone con le quali si condividono questi
momenti. Se reputate che queste persone non siano degne di voi, o non intrattenetevi
con loro, o usando sconsideratamente il cellulare, in maniera subliminale, le
si insulta, cosa che, senza ombra di dubbio, è un atteggiamento volgare. Altre
volte, volutamente si usa il cellulare in maniera intensiva per dimostrare la
propria centralità sociale, evidenziando anche in questo caso un atteggiamento
squilibrato e non garbato nei confronti di chi vi sta vicino. Naturalmente,
anche qui una costellazione di scuse, tutte plausibili e tutte di cattivo gusto.
E come sino a quindici anni fa l’umanità poteva fare a meno del cellulare, non
si vede il motivo perché oggi questo sia oggetto irrinunziabile. Di certo, la
persona di stile e di buongusto non sta a servizio degli altri, rispondendo
prontamente al cellulare, né in vostra presenza vi farà capire con chi sta
parlando al cellulare, utilizzando un linguaggio criptico, da veri maleducati,
perché davanti a voi non utilizzerà quasi mai quest’attrezzo informatico……………né
starà in una sala d’attesa giocherellando con questo marchingegno dello “striscio”.
La persona di stile e buongusto è centrata su se stessa e non si nasconde in
pubblico, e ovviamente non ha bisogno di dimostrare alcunché, dove il suo
garbato agire, solitamente, ha motivi concreti e funzionali. In altre parole ed
in sintesi, egli non vive a vanvera……e usa il cellulare con molta discrezione.
Mauro
Ragosta
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