Come s’è già
chiarito nel precedente articolo di questa rubrica, le fondamenta per l’avvio della
rivoluzione informatica, che ancora oggi si presenta in una progressione
esponenziale, vengono gettate dalle idee e invenzioni di Alan Turing, tra la fine degli anni ’30 e gli
inizi degli anni ’40 del secolo scorso. Certamente, Turing non fu l’unico studioso focalizzato sulle problematiche
matematico-informatiche, ma di sicuro il più decisivo. E tuttavia è solo nel
decennio successivo, negli anni ’50 appunto, che le nuove conoscenze si
espandono in maniera più vasta e cominciano a radicarsi all’interno di alcuni
comparti della società, soprattutto quelli più strategici per la gestione di un
territorio, come da qui a breve si metterà in luce.
Si è anche
accennato in precedenza anche all’invenzione e alla commercializzazione del
primo computer, avvenuta nel 1941, ma è bene specificare che fino a tutti gli
anni ‘50 per computer altro non si intende che un potente calcolatore e nulla
più. Non si era ancora in grado, infatti, di realizzare dal punto di vista
pratico una macchina che rispondesse a una sequenza di istruzioni, la quale operasse
su entità diverse dai semplici numeri o meglio che interagisse coi numeri come
entità. Insomma, non si andava al di là dell’elaborazione di codici numerici,
al contrario di oggi in cui ad esempio in cui i computer hanno codici vocali,
grafici, sonori e via dicendo sino alla robotica. Ciononostante, per l’umanità
già questi progressi furono in grado di generare delle profonde modificazioni
nelle principali istituzioni pubbliche e private e, tuttavia, solo di rimando ed
indirettamente sull’intera società. Infatti, l’uomo comune non riuscì a percepire
i grandi mutamenti, questi mutamenti che avrebbero da lì a qualche
decennio e nella loro progressione,
completamente rivoluzionato il suo modo di vita, sia sul piano lavorativo, ma
anche su quello esistenziale e sociale.
Altro
grandissimo risultato ottenuto nel campo dell’informatica, in questi anni,
senza il quale la maggior parte delle successive scoperte e innovazioni non
sarebbero state possibili, fu la Teoria dell’Informazione di Shannon. Essa presenta riscontri in
varie discipline oltre a quella informatica, come la fisica e la matematica
applicata, la statistica, lo studio della linguistica e in moltissimi altri
campi. Ciò che è rilevante per il proseguimento del nostro percorso è che, di
fatto, questa teoria offrì un modello di interazione tra intelligenze
artificiali, ovvero essa descrive come due macchine potessero essere messe in
comunicazione. Senza la formula elaborata da
Shannon, Internet non
esisterebbe, così come non sarebbe possibile utilizzare un telefonino, e gli
esempi potrebbero continuare all’infinito, fino ad arrivare all’oggi dove
l’essere umano interagisce con la macchina in prima persona e colloquialmente.
Al riguardo, si pensi a Siri della Apple o Alexa di Amazon, per giungere,
chissà, magari in un futuro molto prossimo, quando l’uomo dovrà convivere con la
volontà di un algoritmo.
Va da sé che
le varie scoperte scientifico-matematiche e le relative applicazioni tecnologiche
in questo periodo, negli anni ’50 appunto e come s’è avuto modo di
sottolineare, non ebbero un evidente e visibile riscontro dal punto di vista
sociale, nella vita di tutti i giorni dell’uomo comune, per intenderci, ma
vennero utilizzate per potenziare la macchina burocratica e soprattutto militare
dello Stato (in prima battuta negli Stati Uniti e subito dopo in URSS), sui
piani, ad esempio, della velocizzazione dei censimenti della popolazione e dei
calcoli balistici necessari per affinare i lanci di missili e i proiettili da
artiglieria. In tale direzione, non è azzardato ipotizzare che, la Guerra
Fredda, la quale, in questo decennio, registrò la parte più acuta della sua
parabola, deve in maniera non irrilevante proprio ai progressi in campo
informatico la sua accelerazione, in una riconcorsa agli armamenti sempre più
sofisticati. Sicché, come è noto e come è ovvio, i primi e sostanziali
progressi in campo informatico sono stati di ausilio e trovano applicazione
nella soluzione di problemi tipici dei vertici della società, anche se non
tarderà molto quando le tecnologie connesse all'informatica cominceranno a "scendere" nella
piramide sociale ed interessare fasce di popolazione sempre più corpose.
Andrea Tundo
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