Con questo pezzo
iniziamo un nuovo tratto del percorso della nostra rubrica Avvio all’Esoterismo
volto a scandagliare ed illuminare, questa volta, il significato storico delle
maggiori Scuole Esoteriche di Iniziazione. Percorso che, pur non avendo la
pretesa né l’intenzione di affrontarne – cosa che non sarebbe possibile in
questa sede per ragioni ovvie – tutte le pieghe delle Scuole Esoterico-iniziatiche,
cercherà di chiarirne i reali aspetti storico-esoterici ed alcune delle
implicazioni che ne sono derivate sia sul piano sociale sia su quello delle
prassi esistenziali.
Volendo essere
davvero precisi, qui va in prima battuta chiarito il significato della parola
Iniziazione, come in precedenza (nella parte prima di questa rubrica) si è
fatto per il termine esoterismo. Una parola, dunque, Iniziazione, che va ben
oltre quello che gli è normalmente attribuito. In realtà potremmo cominciare
col dire che essa rappresenta l’essere ammessi alla conoscenza di una dottrina
di per sé Sacra e Segreta.
La parola
Iniziazione implica così un concetto di movimento verso una determinata
direzione che non tutti sono in grado di compiere, ma per il quale agli
iniziati vengono messi a disposizione i mezzi a ciò necessari; essa non è
quindi altro che la spinta, in direzione di una determinata Conoscenza
Esoterica, spinta che diventa utile solo quando le qualità intrinseche
dell’Iniziato sono verificate come tali da garantire vita a questo movimento.
Metaforicamente,
l’inizio del movimento determina la vita; l’Iniziazione determina quindi una
vita anch’essa, o meglio, un particolare percorso di vita, a cui si può
giungere solo attraverso una via che ne offra le condizioni necessarie
all’esistenza; si tratta quindi di una vera e propria rinascita tale da fare
dell’uomo un rigenerato o, se si preferisce un “nato due volte” che si
differenzierà dall’uomo comune tanto quanto questo si differenzierà dagli altri
esseri viventi.
Per questa
ragione scopriamo, alla base di qualsiasi iniziazione, il concetto di morte
dell’Iniziato, presentato sì nelle vesti allegoriche più diverse, ma la cui
persistenza rimane strettamente legata a quella di cui parlavamo di rinascita
che ne costituisce insieme sia il fine che il completamento.
Se poi questa
morte iniziatica non costituisce una fase meramente simbolica ma realizza
effettivamente la morte di qualcosa che è presente “da prima” nell’iniziato, ne
consegue che l’azione del morire è rivolta all’annientamento di qualcosa che
pure entra nell’insieme dell’uomo; e siccome a questa morte segue una
rinascita, essa sottintende un processo generativo di cui diviene necessario
ammettere l’esistenza.
Ne consegue che
siamo portati alla ricerca, nel nostro interiore, di due entità coesistenti di
cui l’una deve morire e l’altra deve generare. Che l’una debba morire è
assiomatico nel concetto di Iniziazione, mentre l’altra, non essendo di sua
natura necessariamente autogenerante, dovrà rispondere a qualcosa di
proveniente dall’esterno, che costituirà il trasferimento iniziatico, senza per
questo escluderne in alcun modo la sua intima natura di processo strettamente
interiore.
Le scuole di carattere
filosofico-metafisico od iniziatico, hanno quasi sempre avuto la necessità di
dogmatizzare sia i metodi di scuola in modo del tutto simile a quanto avviene
nella catechesi religiosa che, a volte, l’intangibilità del singolo Maestro
stesso.
Questa forte
assiomaticità difende naturalmente e per così dire ermeticamente,
il mondo dei principi di riferimento, cioè le ragioni fondanti della Scuola
Iniziatica o del Cammino via via identificati che, anche nei casi in
cui non richiedano una vera e propria fede di partenza, presuppongano, quanto
meno, un riconoscimento inequivocabile della figura di chi insegna.
D’altronde, la
ricerca della Verità può essere allo stesso tempo – o, detto in altri modi
altro non può essere che - ricerca della Bellezza, di Dio, di Pace oppure di
Illuminazione, Perfezione o Realizzazione. Tutti termini questi che, anche se
elencati in modo semiologicamente differente, appartengono nella loro totalità
alla Verità Suprema, quella stessa Verità che abbraccia l’intero Universo e lo
rende appunto Uno ed indivisibile, pur nella meravigliosa serie di differenze,
apparentemente inconciliabili. Inconciliabili tuttavia solo per
chi le cerca al di fuori di un percorso di Iniziazione Estoterica. Percorso
che, partendo dalla considerazione che per avere una minima,
possibilità di raggiungere il Vero bisogni avere il coraggio di soffrire,
rinunciare, combattere, mortificarsi, umiliarsi, in una parola: cadere – e
quindi morire - per poter rinascere, come dicevano i Templari ad maiorem Dei gloriam. Espressione,
che non ha assolutamente nulla di retorico, ma che rappresenta il concetto
metafisico, realizzabile solo come traguardo di un preciso percorso Iniziatico,
di ricerca autentica della piena offerta di sé – la morte iniziatica-
finalizzata alla Rinascita alla nuova Vita – quella illuminata
dalla Verità.
Andrea
Antonello Nacci
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