HOME PAGE

venerdì 10 maggio 2019

Avvio all'esoterismo (parte sesta): introduzione alle scuole esoterico-iniziatiche - di Andrea Antonello Nacci



Con questo pezzo iniziamo un nuovo tratto del percorso della nostra rubrica Avvio all’Esoterismo volto a scandagliare ed illuminare, questa volta, il significato storico delle maggiori Scuole Esoteriche di Iniziazione. Percorso che, pur non avendo la pretesa né l’intenzione di affrontarne – cosa che non sarebbe possibile in questa sede per ragioni ovvie – tutte le pieghe delle Scuole Esoterico-iniziatiche, cercherà di chiarirne i reali aspetti storico-esoterici ed alcune delle implicazioni che ne sono derivate sia sul piano sociale sia su quello delle prassi esistenziali.
Volendo essere davvero precisi, qui va in prima battuta chiarito il significato della parola Iniziazione, come in precedenza (nella parte prima di questa rubrica) si è fatto per il termine esoterismo. Una parola, dunque, Iniziazione, che va ben oltre quello che gli è normalmente attribuito. In realtà potremmo cominciare col dire che essa rappresenta l’essere ammessi alla conoscenza di una dottrina di per sé Sacra e Segreta.
La parola Iniziazione implica così un concetto di movimento verso una determinata direzione che non tutti sono in grado di compiere, ma per il quale agli iniziati vengono messi a disposizione i mezzi a ciò necessari; essa non è quindi altro che la spinta, in direzione di una determinata Conoscenza Esoterica, spinta che diventa utile solo quando le qualità intrinseche dell’Iniziato sono verificate come tali da garantire vita a questo movimento.
Metaforicamente, l’inizio del movimento determina la vita; l’Iniziazione determina quindi una vita anch’essa, o meglio, un particolare percorso di vita, a cui si può giungere solo attraverso una via che ne offra le condizioni necessarie all’esistenza; si tratta quindi di una vera e propria rinascita tale da fare dell’uomo un rigenerato o, se si preferisce un “nato due volte” che si differenzierà dall’uomo comune tanto quanto questo si differenzierà dagli altri esseri viventi.
Per questa ragione scopriamo, alla base di qualsiasi iniziazione, il concetto di morte dell’Iniziato, presentato sì nelle vesti allegoriche più diverse, ma la cui persistenza rimane strettamente legata a quella di cui parlavamo di rinascita che ne costituisce insieme sia il fine che il completamento.
Se poi questa morte iniziatica non costituisce una fase meramente simbolica ma realizza effettivamente la morte di qualcosa che è presente “da prima” nell’iniziato, ne consegue che l’azione del morire è rivolta all’annientamento di qualcosa che pure entra nell’insieme dell’uomo; e siccome a questa morte segue una rinascita, essa sottintende un processo generativo di cui diviene necessario ammettere l’esistenza.
Ne consegue che siamo portati alla ricerca, nel nostro interiore, di due entità coesistenti di cui l’una deve morire e l’altra deve generare. Che l’una debba morire è assiomatico nel concetto di Iniziazione, mentre l’altra, non essendo di sua natura necessariamente autogenerante, dovrà rispondere a qualcosa di proveniente dall’esterno, che costituirà il trasferimento iniziatico, senza per questo escluderne in alcun modo la sua intima natura di processo strettamente interiore.
Le scuole di carattere filosofico-metafisico od iniziatico, hanno quasi sempre avuto la necessità di dogmatizzare sia i metodi di scuola in modo del tutto simile a quanto avviene nella catechesi religiosa che, a volte, l’intangibilità del singolo Maestro stesso.
Questa forte assiomaticità difende naturalmente e per così dire ermeticamente, il mondo dei principi di riferimento, cioè le ragioni fondanti della Scuola Iniziatica o del Cammino via via identificati che, anche nei casi in cui non richiedano una vera e propria fede di partenza, presuppongano, quanto meno, un riconoscimento inequivocabile della figura di chi insegna.
D’altronde, la ricerca della Verità può essere allo stesso tempo – o, detto in altri modi altro non può essere che - ricerca della Bellezza, di Dio, di Pace oppure di Illuminazione, Perfezione o Realizzazione. Tutti termini questi che, anche se elencati in modo semiologicamente differente, appartengono nella loro totalità alla Verità Suprema, quella stessa Verità che abbraccia l’intero Universo e lo rende appunto Uno ed indivisibile, pur nella meravigliosa serie di differenze, apparentemente inconciliabili. Inconciliabili tuttavia solo per chi le cerca al di fuori di un percorso di Iniziazione Estoterica. Percorso che, partendo dalla considerazione che per avere una minima, possibilità di raggiungere il Vero bisogni avere il coraggio di soffrire, rinunciare, combattere, mortificarsi, umiliarsi, in una parola: cadere – e quindi morire - per poter rinascere, come dicevano i Templari  ad maiorem Dei gloriam. Espressione, che non ha assolutamente nulla di retorico, ma che rappresenta il concetto metafisico, realizzabile solo come traguardo di un preciso percorso Iniziatico, di ricerca autentica della piena offerta di sé – la morte iniziatica- finalizzata alla Rinascita alla nuova Vita – quella illuminata dalla Verità.
Andrea Antonello Nacci

Nessun commento:

Posta un commento