E così Maison Ragosta con questo pezzo chiude il suo primo semestre di
attività, che ha preso avvio, infatti, lo scorso marzo, con molte certezze alle
quali si sono associati non pochi dubbi. Il gruppo di lavoro di partenza aveva
le idee chiare sul programma da portare avanti, sul progetto complessivo che si
proponeva di porre sul mercato dell’informazione, ovvero insediare un giornale on line fondato esclusivamente su
articoli di fondo per un lettore più esigente, che aveva bisogno di andare
oltre la cronaca tout court o
associare a questa una lettura più qualificata e capace di sviluppare sintesi
di un qualche valore sulla nostra società.
A ciò il dubbio più significativo, e
cioè che più spesso si è insinuato nelle nostre convinzioni, è stato quello che
ci ha fatto chiedere se avessimo avuto la forza di portare a compimento i
nostri intenti. Un conto sono, infatti, le buone intenzioni, i progetti e i
programmi, un conto è l’implementazione di questi, che richiede sì competenze,
tenacia, intelligenza e creatività, ma anche tanta fortuna, o in una
prospettiva religiosa, molte benedizioni e una Grazia, efficiente in questo
caso. Dubbi, in ogni caso, che ci hanno indotti alla prudenza e alla
ponderazione, ma soprattutto ad investire in concentrazione. A tal riguardo,
tuttavia, non poche volte i nostri articoli sono stati veri e propri fendenti
culturali per il lettore, il quale non è rimasto indifferente, e non poche volte
ha reagito con grande intelligenza.
Ed ecco che, per il momento, siamo arrivati al primo
semestre d’attività con una produzione di oltre sessanta articoli e con un
contatore dei visitatori del sito che ha superato abbondantemente le 12.000
visualizzazioni. E tutto ciò con dinamiche piuttosto regolari, sebbene il moto
ondivago delle circostanze non sia mancato. Ma siamo riusciti, tutti assieme, a
mantenere la rotta, anche quando l’entusiasmo ha ceduto il testimone alla forza
d’animo, talché oggi ci troviamo a segnare il primo Punto Nave. Un risultato
questo non scontato e non di poco rilievo dal momento che il nostro impegno non
è sulla cronaca, molto più seguita e molto più popolare.
Al di là del dato quantitativo, che
pure dà indicazioni significative sul nostro operato, ciò che mette in luce la
bontà e l’efficacia della nostra impostazione deriva dai tanti apprezzamenti
che ci sono venuti da lettori particolarmente qualificati, che sempre hanno
messo in evidenza la nostra chiarezza, la nostra semplicità e, allo stesso tempo,
la profondità delle nostre asserzioni nonché la capacità di spiegare fenomeni
complessi in maniera agile e comprensibile, senza alcun tipo di panegirico. Certamente, la nostra
formula letteraria ha richiesto una costante applicazione sia sotto il profilo
della costruzione ragionata e modellizzata di ogni articolo, sia per la scelta
del lessico che non è stata cosa facilissima. E ciò anche perché si è deciso
che i nostri articoli non debbano superare le settecento parole. Insomma, è
qui, sul lavoro letterario che s’è soffermata la nostra attenzione e che è
stata risparmiata e ridotta al minimo sul piano della cura della grafica del
sito, che, invece, come è evidente anche all’osservatore non specialista in
materia, si presenta minima ed elementare, anche se prossimamente è previsto
qualche passo in avanti in tale direzione.
Per tutto ciò il mio ringraziamento
più sentito va ad Andrea Antonello Nacci, che cura la rubrica di esoterismo,
anche se al momento è in stand by; a
Massimiliano Lorenzo, sempre al mio fianco, che cura la rubrica che ha per
oggetto la recente storia politica italiana; a Danilo De Luca, la cui
permanenza in Maison Ragosta è stata
breve, ma decisiva per varare la rubrica sulla comunicazione, e al “piccolo
genio” Andrea Tundo che da qualche tempo ha avviato la rubrica sulla storia
dell’informatica. Ca va sans dire,
che noi tutti ringraziamo con grande riverenza e -perché no?- anche con affetto chi ci segue ed ha riconosciuto il valore del nostro impegno. E ciò anche ai
lettori più lontani, come gli statunitensi e gli irlandesi, che sempre hanno
mostrato un interesse particolare per il nostro giornale.
Mauro
Ragosta
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