Non
può darsi l’abbrivo ad una dissertazione su abbigliamento e arredamento di
buongusto e soprattutto di stile senza sottolineare subito che questi sono
elementi della comunicazione, a volte decisivi. In tale direzione,
l’abbigliamento e l’arredamento raccontano e ci raccontano, domandano e
rispondono, nascondono, svelano e…..rivelano!
Ed
ecco che, ça va sans dire, che tutto
dipende in primo luogo da ciò che abbiamo da comunicare e di pari passo dalle
nostre capacità comunicative, espressive, narrative. Per comprendere meglio il
perimetro all’interno del quale ci muoveremo, basti considerare la letteratura
degli ultimi trent’anni, non tutta ovviamente. Questa ha assunto, nella maggior
parte dei casi, quelli più commerciali e di successo, un linguaggio semplice,
che non è tuttavia frutto di un processo di esemplificazione. E ciò in linea
con certe tendenze della nostra società. E’ una semplicità tout court. In maniera più o meno articolata, gran parte della
letteratura si rifà al sentito dire, a ciò che si è letto, il tutto assistito
da una personalizzazione minima. Anche in molte biografie sono evidenti la
semplicità degli strumenti con cui si narra e si osserva la propria esistenza:
non v’è nulla che lasci intravedere scenari di un qualche interesse: è quasi
cronaca.
Del
pari si verifica nell’abbigliamento e nell’arredamento. Qui è più esplicito ed
evidente il rifarsi a, il comprare idee altrui. E’ noto che gli stilisti e gli
arredatori, i designer sono i veri “intellettuali” di questo mondo, di questa
sfera della comunicazione, che decidono cosa debba esprimere gran parte della
società, quali concetti far utilizzare da questa e quali no. Ed ecco che
l’abbigliamento e l’arredamento sono intrisi di politica, di status symbol, di territorialità. Insomma, perimetrano
in definitiva l’appartenenza a quello o a quell’altro gruppo di partiti, il
proprio status sociale, nonché la propria provenienza territoriale. Insomma, il
più delle volte, ad esempio, è facile individuare, osservando l'abbigliamento e gli ambienti casalenghi, l’estrazione politica di una
persona, e quindi gran parte del suo modo di pensare e relazionarsi, la classe sociale d'appartenenza e dove egli risiede abitualmente, giungendo, qualora fosse ignota, la sua professione, il suo lavoro.
Ma è chiaro
che siamo all’interno di manifestazioni espressive omologate, come per i
militari e le caserme, in definitiva. Nulla di più. E ciò senza andare negli
aspetti feticistici dell’abbigliamento e dell’arredamento, e senza considerare
che la moda è in gran parte dettata dalle esigenze di produzione e commerciali.
Una per tutte, si tenga presente che la moda stagionale nell’abbigliamento
venne inventata dai mercanti lionesi sul finire del Seicento, per battere la
concorrenza italiana e soprattutto napoletana. Ma anche il vestire tutti in
maniera diversa ha radici nelle problematiche industriali e sindacali degli
anni ‘60. E anche per l’arredamento, ad
esempio, l’Art Dèco, che si affermò nei primi del Novecento, protraendosi sino
agli anni ’50, è il prodotto della meccanizzazione dei processi produttivi nella
costruzione dei componenti dell’arredamento e dall’introduzione di nuovi
materiali.
Chi
ha stile, tuttavia, si abbiglia e arreda la propria casa senza tener conto
della moda, dei luoghi comuni, insomma, o delle idee degli altri. Al più, come
in letteratura si utilizzano i ghost
writer, il soggetto che ha stile e buongusto assolda stilisti, designer o altri
professionisti affinché progettino prodotti secondo le sue necessità espressive,
secondo le sue elaborazioni esistenziali ed intellettuali. Ma tutto ciò sovente
non è necessario a chi ha capacità espressive proprie, se non per “grandi
operazioni”, ovviamente.
Circa
l’abbigliamento il soggetto che ha stile e buongusto, quindi, sa in quali
circostanze vestire le gramaglie o con particolari capi, che non esaltino
gli aspetti comunicativi dell’abbigliamento stesso, perché si predilige, in
alcune circostanze ed in alcuni gruppi, sviluppare le relazioni su livelli
comunicativi diversi. Al di là di queste circostanze, di cui in seguito se ne
parlerà più diffusamente, l’abbigliamento di chi ha stile rispecchia, tutto,
significati da ricondurre alle idee e alle intenzioni comunicative di chi li
indossa. Ogni particolare ha un preciso significato, un messaggio specifico e rimanda
in toto alle idee di chi le propone. Difficile
che tale soggetto trascuri alcuni aspetti della sua mis. Naturalmente, solo chi riflette su tale situazione è in grado
di cogliere, anche nel proprio interlocutore, tale tipo di comunicazione, e ciò
nella sua portata e nei suoi contenuti più profondi. Ovviamente, c’è chi ha
concetti che sa esprimere solo in maniera grossolana, che chi ha stile nota
subito.
Stessa
cosa vale per l’arredamento. Qui la casa di chi ha buongusto è organizzata
secondo precisi sistemi espressivi e nulla è lasciato al caso. In definitiva,
ogni oggetto ha un suo perché e un suo valore comunicativo. Ecco, non si dovrebbero
mettere i quadri solo per “riempiere” una parete. Non molto tempo fa si
acquistavano le enciclopedie solo per “riempire” le librerie, per “arredare”,
insomma. Di casuale non v’è niente in alcune case. Naturalmente, tutto dipende
non solo dalle idee da mettere in campo, ma anche dalle capacità espressive. Ed
ecco che, nella sua casa, la persona di stile racconta e si racconta, domanda e
risponde, dichiara, nasconde, svela e….rivela.
Mauro Ragosta
[...]Chi ha stile, tuttavia, si abbiglia e arreda la propria casa senza tener conto della moda, dei luoghi comuni, insomma, o delle idee degli altri. [...]
RispondiEliminasiamo purtroppo circondati da abbondante ipocrisia dell'essere e del mostrare di essere ciò che non si è...
Beh, il bluff fa parte del gioco.......da sempre. Certamente, v'è da dire che, ci sono bluff e bluff, da quelli matematici, che sono delle vere e proprie trappole, a quelli grossolani, che a smascherarli è un gioco da bambini.....
EliminaMauro Ragosta
e poi chi mi assicura che chi osserva ha stile? di certo avrà il suo di stile... e di stili bizzarri questa società è stracolma!
RispondiEliminaLa persona di stile si vede subito.........da come racconta!
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