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giovedì 2 dicembre 2021

Saperi & Sapori (parte decima): Il Cioccolato – di Antonella Ventura



         E non poteva mancare nella nostra Rubrica, Saperi & Sapori, una nota esotica e che richiamasse a strutture di gusto che vanno a colpire le alchimie affettive e di intimo conforto, in tutte le declinazioni. Eh sì, non poteva mancare il cioccolato, “una pillola” per ogni occasione che sia un bisogno di coccole, un placebo per la nostra malinconia o un messaggio che racconti emozioni.

            Da sempre il cioccolato non è stato mai associato a ciò che è realmente: cibo, alimento. È per noi qualcosa di diverso, sicuramente edule, che appartiene quasi esclusivamente al mondo complesso dei sensi, presi nel loro complesso. Non lo consideriamo un alimento o un cibo stricto sensu, ma qualcosa che è capace di tangere l’anima, di farci sorridere, di procurare gioie intime e sottili. Il cioccolato, insomma, è qualcosa di diverso, sia essa in barrette sia essa in forma liquida.

Tutti i dizionari della lingua italiana lo definiscono una miscela di zucchero e cacao, dall’elevato valore energetico tanto da essere recriminato come alimento ingrassante, anche se le ultime ricerche scientifiche proverebbero esattamente il contrario. Un trucco che pochi sanno, con riferimento alla cioccolata liquida da bere in tazza, è che per addensarla basta aggiungere una piccola quantità di fecola o maizena e per i palati che amano osare una piccola percentuale in purea di polpa di caco o di zucca cotta.

Il cioccolato, suprema alchimia, pura trasformazione di pochi e semplici ingredienti in un vero e proprio elisir dell’anima, che ne integra gli opposti, eccita il fisico e appaga quelle parti più immateriali di un essere umano. È il “Cibo degli innamorati”, il regalo per eccellenza che sussurra “Ti voglio bene, tengo a te”.

 Una piccola dose di questo alimento stimola la serotonina aumentandone l’influenza sessuale e l’eccitamento, adducendo euforia e benefici al sistema cardio-vascolare. Esso contiene prevalentemente cacao che è l’unico alimento in natura a contenere l’anandamide, individuata come “la molecola della beatitudine”.

Su queste sue caratteristiche si è sviluppata la credenza che fosse un afrodisiaco naturale. Sicché in tale direzione molti registi hanno giocato per trarne film capolavori assoluti di sensualità. Al riguardo, non può non ricordarsi “Chocolat” con Jonny Depp e Juliette Binoche, film in cui il cioccolato diventa trasgressivo quasi scandaloso perché risveglia i desideri repressi di chiunque lo assaggi; “La fabbrica del cioccolato” tratto dall’omonimo romanzo di Roald Dahl, grande e invitante sceneggiatura che descrive con effetto e umorismo difetti e virtù umane; e ancora “Lezioni di cioccolato” interpretato da Luca Argentero, film romantico per piacevoli serate.

Amore al primo morso quindi, che sia fondente o speciale, cioccolato speziato o con frutta secca, agrumato, al peperoncino o squisiti cioccolatini ripieni al liquore, caffè o crema o che si tratti di un’ottima tazza di cioccolata, con panna montata e confettini pralinati. Insomma, basta un morso o un sorso per ritrovare, anche nella vita frenetica di oggi, gusti antichissimi e ricercati di un tempo, sacre memorie, tanto antiche da risalire a migliaia di anni fa, ma anche tanta serenità e gusto per la vita.

La leggenda narra che la nascita del cacao risalga ad una principessa azteca che lasciata sola a guardia del tesoro della sua città, si sia fatta uccidere pur di non confessare il nascondiglio, ma che dal suo sangue caduto sulla nuda terra nacque la pianta di cacao, i cui semi appunto risultano amari come la sofferenza, ma anche forti ed eccitanti come le virtù dimostrate dalla fanciulla coraggiosa.

In effetti il cacao venne coltivato per la prima volta dai Maya nella penisola dello Yucatan e furono poi gli Aztechi nomadi, percorrendo le pianure del Messico settentrionale e le steppe sud occidentali, a sentire il bisogno di fare di questo prodotto una bevanda, probabilmente consumata durante le cerimonie in onore della dea della fertilità Xochiquetzal e a volte miscelata con sangue degli stessi sacerdoti o dei sacrificati in suo nome.

 Il cacao prende così il nome di “Cibo degli dei” e tra gli Indios utilizzato addirittura come moneta di scambio. Fu nel 1502, dopo il quarto viaggio di Cristoforo Colombo, che il cacao entrò per la prima volta in Europa per essere mostrato alla regina Isabella di Spagna, ma solo con Cortez, vent’anni dopo, fu preso in considerazione per il suo attuale valore.

Alla fine del diciottesimo secolo nasce il primo cioccolatino da salotto, ma è Caffarel di Torino, che nel 1826 riuscì a garantire per la prima volta la distribuzione in larga scala. Nel 1852, sempre a Torino, Michele Prochet crea la pasta gianduia grazie all’aggiunta di farina di nocciole tostate, dando vita al gianduiotto precursore della amata Nutella. Il cioccolato? Un prodotto tutto italiano. Inizialmente ostracizzato dalla Chiesa Cattolica, per poi essere cosi tanto apprezzato da essere consentito dal Papa anche durante i giorni di digiuno.

E per concludere, una curiosità che non tutti sapranno: a Modica in Sicilia è l’unico posto al mondo dove si può gustare il cioccolato in tavolette fatto secondo l’antichissima ricetta dei popoli Aztechi, oggi, resa ancora più originale dall’aggiunta di carruba e valorizzata col marchio IGP.

 

Antonella Ventura

 

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