Non è difficile dimostrare che ogni crisi, sia essa economica, militare o relazionale e politica, porta in sé il germe dello sviluppo, da non confondersi con il termine crescita. Lo sviluppo infatti implica contemporaneamente non solo la crescita, ma anche una profonda trasformazione.
E il prossimo 2025 sarà un anno spartiacque, ricordato e famoso non solo per la fine della Guerra in Europa, ma soprattutto, con il prevedibilissimo raggiungimento della pace in Ucraina, anche per il cambio di passo di tutti i sistemi umani afferenti al Blocco della Nato e assieme al Sistema dei BRICS. Una pace, alla quale tuttavia non parteciperà il Mondo Medio Orientale… sebbene la Guerra che interessa questa parte del Mondo abbia dinamiche se non uguali, di certo molto simili a quella che si sta concludendo in Europa. D’altro canto tutte le non-guerre si assomigliano e anche molto…
Ad ogni modo, con la pace in Ucraina si risolverà una crisi, che era in nuce da almeno un decennio e che si è palesata solamente nel 2022. Al riguardo, va ribadito ancora una volta, che il superamento di una impasse porta con sé -e questo è storicamente dimostrato!- un efficentamento del Sistema interessato e un necessario quanto inesorabile spostamento della popolazione verso settori più evoluti sul piano produttivo e di impegno a vario titolo, mentre, nel caso delle relazioni, anche politiche, queste approdano ad un uso di strumenti relazionali e comunicativi più raffinati, complessi, evoluti, insomma.
Certamente, le crisi mietono molte vittime, coloro che non riescono a sopportare la durezza delle tensioni e, in seguito, il prodursi nel salto qualitativo, cambiando paradigma del proprio incedere. Di converso, immaginare che nella storia dell’Uomo, come nella propria, quella personale, possano non esserci delle crisi è solo una pia illusione. A tal proposito, va evidenziato che l’Uomo non è una macchina, ma un sistema biologico, fatto di equilibri precari, che facilmente e periodicamente si incrinano, generando frizioni più o meno dolorose, evidenti. Ed è proprio questo procedere per crisi che si pone alla base di qualsiasi sviluppo… Niente crisi? Niente sviluppo! Semmai solo crescita, che negli organismi biologici, sempre e ad un certo punto, conduce alla crisi per effetto dell’aumento dell’entropia, spesso…
Sicché, il 2025 sarà ricordato e famoso per l’anno in cui, se da un lato si raggiungeranno tra Occidente e Oriente nuovi o rinnovati equilibri, dall’altro sarà l’anno delle grandi accelerazioni nelle applicazioni della robotica e dell’IA, che interessano circa il 90% della popolazione. Qui, tutte le postazioni con prestazioni “fungibili” e a bassa complessità, imporranno una profonda riqualificazione, una nuova alfabetizzazione, mentre per coloro che non risentono dell’affermazione dell’informatica, si porranno questioni attinenti alla gestione della transizione, che non sarà semplice, indolore… E ciò soprattutto perché in tali congiunture da sempre non mancano le “sacche di resistenza”, che tendono a conservare il Vecchio Ordine, e che spetta alle élite “rimuovere”.
E però, in tale quadro, non va dimenticato che il 2025 sarà anche l’anno del Giubileo, dove il Mondo Cattolico, in qualche modo e a vario titolo, addizionandosi alle dinamiche laiche, contribuirà nel complesso ad una rimodulazione degli equilibri sociali sia nella prospettiva micro sia in quella macro.
Sicché, nel complesso si assisterà, col 2025, all’avvio di significativi movimenti sociali assieme ad una più spinta industrializzazione dell’agricoltura, ad una robotizzazione decisiva, se non quasi definitiva, nell’industria, mentre i campi in cui la presenza dell’Uomo è ancora rilevante, ovvero le comunicazioni in senso lato, il commercio e l’edilizia, ma anche la formazione e la sanità, saranno il terreno più importante per il take off, ovvero l’insediamento diffuso, stabile e preponderante, delle macchine assistite da IA. Dall’altro, nelle aree economicamente più evolute, la popolazione comincerà a ridursi, a tratti, anche in maniera significativa.
E così, come è facile constatare, nei due trienni precedenti -ovvero quello che va dal 2019 al 2021 e quello che va dal 2022 al 2024, anno che sta per concludersi- l’intero Sistema -sia nelle sue parti più basse che in quelle più alte- si è contraddistinto per un incedere magmatico, confuso, tensivo e dalle contraddizioni oramai eccessive, tali cioè da compromettere le sue strutture fondamentali, che di fatto sono state “picconate” ed in parte rese inefficaci. A partire dal 2025, invece, si aprirà un tempo di ricostruzione, di nuove o rinnovate convergenze, dell’apparire di orizzonti inediti, scenari e -perché no?- significati nuovi nonché forme e formazioni più aderenti alla nuova Realtà. Qui, tutti i giochi alla fine, rimarranno ovviamente quelli di sempre, ma all’interno di un contesto formale se non profondamente diverso rispetto al passato, di sicuro molto, ma molto distante. Concetto questo ben messo in evidenza, meno di un secolo fa, in maniera egregia sebbene indiretta da Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Insomma, eccoci qui, tutti, alle soglie di una Nuova Rivoluzione/Non-Rivoluzione, che inaugurerà appunto il 2025, e sarà tanto incensata e famosa, quanto blasonata e ricordata come quelle di fine ‘700…
Mauro Ragosta