Circa un anno fa, Simona De
Riccardis esordisce nel mondo della narrativa e della letteratura salentino con
un bel volume edito da Edizioni Esperidi di Claudio Martino, il quale è spinto
a simile pubblicazione perché rimasto affascinato dal modo di raccontare di
questa giovane scrittrice.
Il volume, dal titolo Mani nella
Mani, nel corso del 2018 e fino ad oggi, ha riscosso un significativo successo
tra i critici e soprattutto tra i lettori più esigenti del nostro territorio. E
molte sono state le sue presentazioni, dove la De Riccardis ha segnato in
maniera forte la sua presenza nel distretto mondano e culturale leccese,
riuscendo così, nel suo neofitato, a riscuotere risultati interessanti e, per
certi versi, con delle ricadute più ampie. Un processo di integrazione, quello
della De Riccardis, tra gli scrittori salentini ben riuscito, perché supportato
da un prodotto letterario, Mani nelle Mani appunto, di ottima fattura
letteraria.
Questo primo lavoro di Simona si
struttura in una biografia romanzata di una raffinata ed affascinante donna,
Emma, sua nonna, la cui esistenza attraversa tutto il Novecento. E qui, mentre
la Nostra traccia le vicende della
protagonista, mette in luce alcuni tratti culturali e sociali del Secolo Breve,
attraverso una prospettiva, le atmosfere ed i respiri tipicamente borghesi e di
alto livello, in un territorio, quello salentino, che ha visto l’affacciarsi
alla modernità con una prudenza, un passo felpato, che l’hanno messa al riparo
dalla rapidità dei cambiamenti del Mondo Occidentale, che non sempre si sono
espressi in un reale progresso.
E’ un romanzo, Mani nella Mani, che
fa riflettere e che soprattutto dà il senso del cambiamento e del tempo
trascorso, nel quale molti di noi sono stati a vario modo partecipi e
protagonisti, e dove la De Riccardis si distende in un raccontare, nel quale è
particolarmente sentito il senso della storia e della sua attualizzazione.
Mani nelle Mani, non è solo un
romanzo che dilata la nostra mente sui processi di mutamento dei nostri costumi
e della nostra cultura, ma si proietta e lascia intravede, sebbene in maniera
velata, anche ambiti esoterici, ovviamente per chi ha di queste sensibilità.
Naturalmente, non manca nel racconto lo spunto sentimentale e amoroso, che
appassiona i più. E in tale direzione Emma, la protagonista appunto, è donna
capace di grandi sentimenti e passioni, che tuttavia traduce nella sua vita senza
mai andare oltre i dettami del suo tempo o dei suoi tempi. E’, pertanto, donna pertinente
al suo contesto.
Insomma, non è azzardato affermare
che, Mani nelle Mani, è un volume assolutamente da leggere, non solo perché
scritto bene, col senso del ritmo e delle proporzioni, ma perché offre una
coesistenza di proiezioni che ci appartengono e capaci di appassionare le più
disparate sensibilità e culture.
E per concludere, non si può non
procedere ad una succinta contestualizzazione di questo lavoro, che pare
inquadrarsi in una corrente letteraria locale, quella appunto dell’analisi
retrospettiva della famiglia di appartenenza in chiave romanzata, che, per
certi aspetti, da noi ha preso corpo in maniera significativa a partire dal
2013 circa, di cui una delle espressioni più recenti e significative è
rintracciabile nei romanzi di Annalaura Giannelli, alla quale la nostra De Riccardis
si affianca a pieno titolo.
Mauro
Ragosta
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