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domenica 26 maggio 2019

Recensione n°4: Simona De Riccardis ed il suo primo lavoro letterario - di Mauro Ragosta


            Circa un anno fa, Simona De Riccardis esordisce nel mondo della narrativa e della letteratura salentino con un bel volume edito da Edizioni Esperidi di Claudio Martino, il quale è spinto a simile pubblicazione perché rimasto affascinato dal modo di raccontare di questa giovane scrittrice.
            Il volume, dal titolo Mani nella Mani, nel corso del 2018 e fino ad oggi, ha riscosso un significativo successo tra i critici e soprattutto tra i lettori più esigenti del nostro territorio. E molte sono state le sue presentazioni, dove la De Riccardis ha segnato in maniera forte la sua presenza nel distretto mondano e culturale leccese, riuscendo così, nel suo neofitato, a riscuotere risultati interessanti e, per certi versi, con delle ricadute più ampie. Un processo di integrazione, quello della De Riccardis, tra gli scrittori salentini ben riuscito, perché supportato da un prodotto letterario, Mani nelle Mani appunto, di ottima fattura letteraria.
            Questo primo lavoro di Simona si struttura in una biografia romanzata di una raffinata ed affascinante donna, Emma, sua nonna, la cui esistenza attraversa tutto il Novecento. E qui, mentre la Nostra  traccia le vicende della protagonista, mette in luce alcuni tratti culturali e sociali del Secolo Breve, attraverso una prospettiva, le atmosfere ed i respiri tipicamente borghesi e di alto livello, in un territorio, quello salentino, che ha visto l’affacciarsi alla modernità con una prudenza, un passo felpato, che l’hanno messa al riparo dalla rapidità dei cambiamenti del Mondo Occidentale, che non sempre si sono espressi in un reale progresso.
            E’ un romanzo, Mani nella Mani, che fa riflettere e che soprattutto dà il senso del cambiamento e del tempo trascorso, nel quale molti di noi sono stati a vario modo partecipi e protagonisti, e dove la De Riccardis si distende in un raccontare, nel quale è particolarmente sentito il senso della storia e della sua attualizzazione.


            Mani nelle Mani, non è solo un romanzo che dilata la nostra mente sui processi di mutamento dei nostri costumi e della nostra cultura, ma si proietta e lascia intravede, sebbene in maniera velata, anche ambiti esoterici, ovviamente per chi ha di queste sensibilità. Naturalmente, non manca nel racconto lo spunto sentimentale e amoroso, che appassiona i più. E in tale direzione Emma, la protagonista appunto, è donna capace di grandi sentimenti e passioni, che tuttavia traduce nella sua vita senza mai andare oltre i dettami del suo tempo o dei suoi tempi. E’, pertanto, donna pertinente al suo contesto.
            Insomma, non è azzardato affermare che, Mani nelle Mani, è un volume assolutamente da leggere, non solo perché scritto bene, col senso del ritmo e delle proporzioni, ma perché offre una coesistenza di proiezioni che ci appartengono e capaci di appassionare le più disparate sensibilità e culture.
            E per concludere, non si può non procedere ad una succinta contestualizzazione di questo lavoro, che pare inquadrarsi in una corrente letteraria locale, quella appunto dell’analisi retrospettiva della famiglia di appartenenza in chiave romanzata, che, per certi aspetti, da noi ha preso corpo in maniera significativa a partire dal 2013 circa, di cui una delle espressioni più recenti e significative è rintracciabile nei romanzi di Annalaura Giannelli, alla quale la nostra De Riccardis si affianca a pieno titolo.
           
Mauro Ragosta

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