Dopo
un certo periodo di silenzio, eccoci nuovamente attivi sul fronte dei ritratti
foto-letterari, che si pongono come scopo quello di offrire al lettore di Maison Ragosta una visione più “tonda”
di alcuni personaggi del ricco mondo dell’Arte, della Cultura e dello
Spettacolo del nostro Salento, intercettando però quelli più emblematici,
quelli in cui si distilla il nostro distretto culturale, oramai noto in
tutt’Italia.
Questa volta la scelta è caduta
sulla poetessa Pina Petracca, donna matura la cui presenza sulla scena poetica
leccese, intesa in senso ampio, perdura oramai da circa un ventennio, nel quale
con i suoi versi, e non solo, ha prodotto un tracciato nella letteratura
contemporanea locale, che non può non considerarsi. Tra le altre, va segnalato
che, Pina è una delle poetesse preferite, forse quella in pole position, dalla grande Paola Pitagora. Ad ogni modo, di tutta
la sua produzione, che sempre ha registrato un gran successo e consenso dei
critici, va segnalata Inno alla Vita, la sua prima pubblicazione “benedetta” da
uno dei personaggi più interessanti della nostra cultura, ovviamente ancora non
riconosciuto solo per “questioni” tipicamente leccesi, quale appunto Roberto
Antonucci, titolare della nota casa editrice leccese Liber Ars e scrittore
raffinato, che pochi anni fa ha chiuso la sua esperienza terrena.
Da Pina, dalla sua dolcezza, dalla
sua mansuetudine e dal suo dire caldo, pacato e profondo ho ascoltato la più
bella definizione di poesia. Al riguardo, molti grandi poeti e grandi poetesse
in ciò hanno spesso utilizzato il famoso, per i professionisti della penna e
dell’oratoria, “colpo di scena”. Ecco, Pina nel suo perimetrare la poesia, si
trova agli antipodi. Senza stupire, stupisce anche le menti più acute! La sua
semplicità, che in lei non è mai forzata o banale, giunge diretta a quello che
è sintesi e distillato della Vita. E così, modulando la sua voce in uno
scenario tutto levantino, quale quello di Santa Cesarea Terme, afferma che la
poesia è la compagna della sua esistenza. Ed ecco che, la poesia si pone per
Pina quale sua principale e privilegiata referente, che custodisce la parte più
recondita e sincera della sua anima, ma anche del suo intelletto.
Già su Maison Ragosta s’è trattato sulla poetica di Pina Petracca. Qui va
solo segnato che “la sua compagna”, la sua poesia appunto, si dispiega in tutte
le direzioni, da est ad ovest da sud a nord, come un diario senza fine dei suoi
viaggi emotivi ed intellettuali, del suo cuore, in definitiva, che pulsa al
ritmo del Mondo. Versi, i suoi, che nel loro dipanarsi acquisiscono nella loro
interezza valore universale, in respiri sempre aderenti alle condizioni dell’Uomo
e, allo stesso tempo, specchio dei tempi moderni.
Il focus esistenziale di Pina si circoscrive nel sud-est salentino,
tra Otranto, Castro, Tricase e Maglie. Vive, infatti a Surano, ma è ben
conosciuta in Puglia ed anche al di là di “Candela”. Più volte mi sono
incontrato con lei per realizzare le foto da riportare in questa rubrica, ma
l’impresa fotografica tutte le volte è fallita. Perché? Semplice: è prevalso
nei nostri incontri il piacere di conversare al tavolo di un bar davanti ad un
caffè. E tutto ciò è stato motivo per il quale il tempo dedicato agli scatti è
stato veramente esiguo, quasi rubato alla sete di scambiare le nostre idee,
che sparse, come la sua poesia, hanno
fatto luce sul nostro vivere.
Nel pirotecnico, “brilloso”, “scintilloso”,
illuminatissimo ed infuocato scenario della poesia leccese, credo che la
pacatezza e la grande riservatezza di Pina Petracca la pongano, assieme alla
sua “compagna”, quale tesoro nascosto che solo pochi, nelle frenesie di questi
ultimi tempi, in un andar dove nessuno sa, riescono ad individuare quale punto
di partenza………..
Mauro
Ragosta
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