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sabato 28 settembre 2019

Stile e buongusto (parte prima): premesse – di Mauro Ragosta


        Con questo “pezzo” Maison Ragosta avvia una nuova rubrica, la decima per l'appunto, che mira a sottoporre ai suoi lettori, che appaiono nel complesso particolarmente esigenti, le questioni attinenti allo stile e al buongusto, non perché voglia sottolineare alcuni precetti, al contrario questi, se lo si riterrà necessario, potranno essere frutto di un’elaborazione personale, alla quale Maison Ragosta crede solo di poter contribuire, in qualche modo, in maniera interessante, dedicando periodicamente delle riflessioni.
            Al riguardo, oggi, come in passato, esiste un’ampia manualistica circa il bon ton e la buona educazione, tutta centrata però sulla proposta di regole che il lettore dovrebbe rispettare, al fine di rientrare in una vita “d’alto livello”. E tuttavia, mentre i più datati di questi manuali si ispirano alle prassi dell’aristocrazia e dell’alta borghesia, quelli più moderni si rifanno ad una visione utilitaristica e funzionalistica dell’esistenza. Qui la prospettiva, quella proposta appunto, appare, tuttavia, completamente diversa.
            E così, la nostra angolazione conta su una “filosofia” che vede, in prima battuta, la vita del soggetto che ha buongusto, centrata e costruita all’insegna di un sostanziale equilibrio “interno-esterno”, tra l’interiorizzazione delle emozioni, ad esempio, e la loro manifestazione all’esterno. E da qui muove verso la ricerca della giusta distanza nelle relazioni. E partendo da questi piccoli assunti che si costruiranno tutte le considerazioni attinenti allo stile a al buongusto a mano a mano che si tratteranno i vari argomenti. Perché quest’impostazione?
La vita d’oggi, dei tempi moderni appunto, è una vita che “svuota”, è una vita “svuotante” che è eccessivamente proiettata all’esterno, spiccatamente relazionale, sovrabbondante di titoli e titolame, fortemente carrieristica e pirotecnica, che spinge in maniera arrogante al rampantismo, al velocismo, al dinamismo, al presenzialismo oltre misura, pretendendosi che tali caratteristiche siano sinonimo e rappresentative di una vita piena e appagante, e dunque di grande charme.
Per quel che ci riguarda è questa una vita sbilanciata, squilibrata, in definitiva disarmonica e priva dunque di qualsiasi buongusto, stile e compostezza.
In tale quadro non si prenderà ad esempio ed ispirazione l’uomo politico italiano, perché rientrante nella categoria del ridicolo, sebbene circondato dallo stupefacente. Tale connotazione prende forma, infatti, qualche decennio addietro, con l’elezione al Parlamento della nota pornostar Cicciolina, e la parabola del ridicolo raggiunge il suo massimo quando i Casalleggio, famiglia tra le più potenti d’Italia in ambito finanziario e industriale, scrivono la più grossa opera teatral-politica a cui l’Umanità abbia mai assistito, assumendo come attore principale per l’interpretazione della  pìece appunto, un noto attore professionista, nella fattispecie un comico, e culminando, poi, lo spettacolo, con uno stuart che diventa Capo del Governo italiano. Il tutto estremamente sorprendente e allo stesso tempo decisamente carnevalesco. Per ritrovare un’operazione simile nel corso della storia dell’umanità, bisogna risalire a Caligola, quando nominò il proprio cavallo senatore.
Ma non si prenderanno ad esempio ed ispirazione neanche i personaggi televisivi, benché pagatissimi e notissimi. Il mondo televisivo oggi è come vedere una partita di calcio tra due squadre in serie promozione nello stadio di San Siro. In altre parole, la televisione italiana adotta tecnologie estremamente all’avanguardia e sofisticate, ma i personaggi che la popolano sono nel complesso di basso profilo. Va detto al riguardo che i tecnici che sovraintendono alla produzione, al contrario, sono tra i migliori al mondo.
E così, sgombrato il campo di punti di riferimento molto discutibili, si guarderà con particolare attenzione alle tendenze dell’understatment, a quelle filosofie comportamentali dove il soggetto più che dichiararsi, ama farsi scoprire, ama farsi cercare, a quelle persone, inoltre, capaci di avere le facoltà di relazionarsi in maniera paritaria con il proprio interlocutore, qualunque esso sia, senza sovrastare e senza farsi sovrastare nell’interrelazione.
Ed ecco che così si affronteranno i temi circa l’uso del cellulare, la gestione del saluto, la stretta di mano, del come comportarsi a tavola, nelle varie circostanze conviviali o d’affari, o in un bar per il caffé, o in un salotto per il tè, del come comportarsi ed organizzarsi, ancora, per il contenimento degli atteggiamenti di tipo velocistico e dinamistico, che mettono in risalto solo l’incapacità di gestire la propria vita in maniera sobria, equilibrata e, soprattutto, efficiente. Ma si tratterà anche di abbigliamento, conversazione, autovetture, di come affrontare un buffet negli eventi mondani, la gestione della titolistica, dell’apparire, e via dicendo.

Mauro Ragosta

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